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 2012  ottobre 23 Martedì calendario

A Rosneft tutta Bp-Tnk Un colpo da 61 miliardi - Non la metà, ma tutto il piatto. In un sol colpo, con un’operazio­ne da 61 miliardi di dollari, i russi di Rosneft mettono le mani sul 100% di Tnk-Bp, la joint-venture tra British Petroleum e Aar, proiet­tandosi al vertice della classica mondiale dei produttori di petro­lio con un output stimato di quat­tro milioni di barili al giorno

A Rosneft tutta Bp-Tnk Un colpo da 61 miliardi - Non la metà, ma tutto il piatto. In un sol colpo, con un’operazio­ne da 61 miliardi di dollari, i russi di Rosneft mettono le mani sul 100% di Tnk-Bp, la joint-venture tra British Petroleum e Aar, proiet­tandosi al vertice della classica mondiale dei produttori di petro­lio con un output stimato di quat­tro milioni di barili al giorno. Un gi­gante più grosso di Exxon. Corroborata dall’indispensabi­le­benedizione del presidente Vla­dimir Putin («è un bene non solo per il settore energetico russo, ma anche per l’intera economia rus­sa »),la firma all’intesa è arrivata ie­ri dopo le indiscrezioni circolate nel weekend.Il quadro dell’accor­do è così delineato: Bp cede la pro­pria quota del 50% nella società mista incassando cash oltre 17 mi­liardi di dollari e mettendo in cas­saforte il 12,84% di Rosneft. In se­conda battuta, il gruppo inglese guidato da Bob Dudley verserà al colosso controllato dal Cremlino 4,8 miliardi per rilevare un 5,6% supplementare di Rosneft, alzan­do così al 19,75% la propria parte­cipazione. Due rappresentanti di Bp siederanno inoltre nel board Rosneft. Quanto agli oligarchi rus­si di Aar, da tempo in contrasto con Bp sulle strategie estrattive, escono da Tnk-Bp con un assegno da 28 miliardi. Il Cremlino riprende così il con­trollo del settore petrolifero perso nelle privatizzazioni degli anni ’90. Il fautore del maxi-deal è Igor Sechin, zar dell’energia di Putin e politico conservatore avversario di Dmitry Medvedev, che da presi­dente aveva cercato di diminuir­ne il potere varando un decreto, poi stracciato da Putin, che impe­diva a chi aveva cariche al gover­no di assumerne anche nelle com­pagnie. Sechin, che ha 52 anni, è anche considerato l’artefice del­l’allontanamento dalla Russia nel 2008 del boss di Bp, Dudley. Resta infatti da vedere come andrà la co­abitazione nel cda di Rosneft tra inglesi e Sechin. E, soprattutto, se i britannici riusciranno a riprende­re il discorso delle esplorazioni nel Mar Artico.