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 2012  ottobre 23 Martedì calendario

Le fobie erotiche dei censori Ecco le sforbiciate del ’900 - Curzio Malaparte, o me­glio Kurt Erich Suckert, nel 1921, quando in Ita­lia persisteva il mito del­la Grande Guerra vittoriosa, fu costretto a cam­biare il tito­lo di Viva Caporetto! , diventato La rivolta dei san­ti maledetti , per temperare davanti all’Ita­lietta borghese la scandalosa demi­tizzazione della re­torica patriottica del suo pamphlet

Le fobie erotiche dei censori Ecco le sforbiciate del ’900 - Curzio Malaparte, o me­glio Kurt Erich Suckert, nel 1921, quando in Ita­lia persisteva il mito del­la Grande Guerra vittoriosa, fu costretto a cam­biare il tito­lo di Viva Caporetto! , diventato La rivolta dei san­ti maledetti , per temperare davanti all’Ita­lietta borghese la scandalosa demi­tizzazione della re­torica patriottica del suo pamphlet . Elio Vittorini, invece, al di là delle ipocrisie ideolo­giche, per Il garofano ros­so, uscito a puntate su So­laria negli anni Trenta (e in volume nel 1948) dovette subire le critiche accademiche e le atten­zioni dei censori fascisti non per i contenuti politici del romanzo, ma per le tematiche erotiche... Mentre Tropico del Cancro di Henry Miller, pubblicato nel 1934 a Parigi (e tra­dotto anche in giapponese e in ce­co già nel ’ 39) in Italia, in quanto ro­manzo offensivo al «buon costu­me », non potè vedere la luce uffi­cialmente fino al 1967. Anche se la Feltrinelli, che lo aveva fatto tradur­re da Luciano Bianciardi e che di­chiarò di averlo fatto stampare in Francia per aggirare la censura, lo vendeva sottobanco dal ’62. Come scrisse Giovanni Testori, quando nel 1960 finì a processo per L’Arialda : «Nella triste storia della censura sempre i giudici, se fossero vissuti abbastanza a lungo, avrebbero avuto modo di pentirsi della loro fretta. Non crediamo sia presunzione da parte nostra preve­dere che, nel caso presente, avre­mo ragione senza dover attender a lungo». E infatti, l’anno dopo, la scandalosa pièce andò in scena. Ogni regola ha le sue eccezioni: sot­to il fascismo, quando si vietò ogni «americanismo» culturale, Arnol­do Mondadori ottenne da Alessan­dro Pavolini una «deroga» per Topolino . Di solito, però, le co­se vanno in altro modo. Tagli, sequestri, censure, divieti. Difficile la vita degli intellettuali. Anche italiani. Anche nel recente passato. E infatti proprio al nostro Novecento, periodo finora sfuggi­to a un’approfondita analisi acca­demica delle censure editoriali, è dedicato Inchiostro proibito , il pa­per­realizzato dagli studenti del ma­ster in Editoria dell’Università di Pa­via, coordinati da Roberto Cicala che ne firma l’introduzione (edizio­ni Santa Caterina). Insomma, il ro­go dei libri, metaforico o materiale che sia, non appartiene solo ai seco­li bui ( e comunque se c’è un’epoca che brillò in tal senso, quella fu l’Il­luminismo, a partire dall’ En­cyclopédie , che il governo francese voleva sequestrare e la Chiesa pose all’Indice), ma tocca scandalosa­me­nte anche l’Italia contem­poranea, dal Ma­farka diFi­lippo Tom­maso Mari­netti ad Aldo Busi. Milena Milani, nel 1964 (!), per La ragazza di nome Giulio , romanzo «sui grandi misteri del corpo e dell’ani­ma femminile», fu condannata - in pri­mo grado- a sei mesi di prigione per oltraggio al pudore. La stessa accusa che colpì, in tempi e con conseguenze diverse, Ra­gazzi di vita di Pier Paolo Pasolini (1955), Porci con le ali di Rocco e An­tonia ( cioè Marco Lombardo Radi­ce e Lidia Ravera, 1976) e Altri liber­tini di Pier Vittorio Tondelli (1988)... Censure in corpo 11. Non c’è nulla che faccia più male dell’inchiostro,neppure la lingua­verba volant - e neppure la spada. Lo sanno bene poeti, romanzieri e filosofi. E lo sanno altrettanto bene sovrani, chiese e dittatori. I libri so­no pericolosissimi: possono abbat­tere un trono meglio di un esercito, rovesciare un regime più veloce­mente di una rivoluzione, demoli­re una fede più definitivamente di un’eresia. Non a caso, la storia del­la censura e dei roghi è lunghissi­ma: inizia ben prima dell’invenzio­ne della stampa (Qin Shi Huang, il primo imperatore della Cina, nel 213 a.C. fece bruciare tutti i testi pre­cedenti il suo insediamento, per eli­minare ogni traccia che potesse mi­nacciare il proprio potere). E non è ancora finita, arricchendosi di nuo­vi capitoli anno dopo anno. Come nel 2007, quando Ariel Toaff e la ca­sa editrice il Mulino, sotto la pres­sione delle comunità ebraiche, fu­rono costretti a ritirare e ristampa­re «purgato»ilsaggio Pasque di san­gue , che offriva una base storica al­la millenaria­accusa rivolta a Israe­le di compiere omicidi rituali. O co­me nel 2011, quando il Tribunale di Milano mandò al macero il libro Falce e carrello in cui il patron di Es­se­lunga Bernardo Caprotti denun­ciava le posizioni privilegiate delle Coop nelle regioni rosse. Visto, non si stampi. *** Le 50 sfumature (soppresse) di Vittorini, Busi e Miller - Pubblichiamo i brani di alcuni testi famosi che,nella corso del nostro ’900,hanno subi­to tagli o censure. I testi sono stati raccolti dagli studenti del Master in Editoria del Col­legio universitario di Santa Caterina, in collaborazione con l’Università di Pavia,coor­dinati dal professor Roberto Cicala. Il «quaderno» prodotto, Inchiostro proibito (ed. Santa Caterina), sarà presentato il 28 ottobre al «Milano Book Fair» di Novegro. Quel caffè semibuio e fresco come canti­na, delizioso d’estate. Lo frequento coi soliti, tutti i pomeriggi: si è padroni del luogo. Senza contare due ragazze di Alto Adige arrivate da poco a far da cameriere. Si gioca al mazzolin di fiori che è una maniera di mettere le mani, a turno, nel petto delle due ragazze. Hanno poppe dure, madre di Dio! Ma, così rigide, non mi piacciono. Fran­camente, non sono femminili. E pensare che non si è cantato petto di donna, per seco­li e secoli, che non fosse immaginato duro almeno della sottospecie cosiddetta acer­ba. Ma poi, e anche qualcosa che umilia, ti confesso, questi palpeggiamenti chiassosi, con le due ragazze querule ed eccitate, che ridono rovesciando la testa. Del chiasso sempre; del chiasso sessuale, ma del chias­so... Elio Vittorini , Il garofano rosso (1948) M a chi te s’è inculato mai,a fungo cinese (diventa«ma chi te s’è in...mai,a farloc­co »). Spacca er culo (cambiato in «spacca er di­dietro alle tartarughe») Pier Paolo Pasolini , Ragazzi di vita (1955) O ggi ho saputo che, come gli europei ven­gono qui per i maschi, i libici e i croati più meritevoli vengono qui per le femmine marocchine. Molti anche i nigeriani premiati dal loro governo. Un gran bordello è il fonda­mento del regno di Hassan II. Le marocchine non vengono chiavate per il davanti, ma incu­late, ché questa è la specialità che riempie i charters africani e jugoslavi. Gira e rigira, fra l’Africa e il buco del culo c’è un legame oscuro molto chiaro alle agenzie di viaggi. Qui comin­cia qualcosa che finisce in gloria nella sterili­tà organizzata­inculando si sconfigge l’incre­mento demografico. Aldo Busi , Sodomie in corpo 11 (1988) L’ avessimo detto o io o lui che era per quella scopata tragica, invece niente. Duri e coglioni a ripeterci che la coppia è una forma istituzionalizzata dell’amore tale e qua­le al matrimonio e che allora bisogna rompe­re, perché sai io ti voglio bene ma tu mi radica­lizzi, sai ti voglio bene ma mi annoi, sai ti vo­glio bene ma la mia libertà, sai ti voglio bene ma vaffanculo. Rocco e Antonia , Porci con le ali (1976) T e lo ricordi questo? Dice che lei era sedu­ta lì, con le gambe a ciondoloni sui brac­cioli della sedia e all’improvviso, dice lui, gli viene l’ispirazione. Questo dopo averla sco­pata un paio di volte, dopo quella storiella di Matisse. Si mette in ginocchio- sta’ attento - e con le due dita... La punta delle dita, capi­sci?... le apre i piccoli petali... squisc-squisc... così. Un rumorino appiccicaticcio, appena percettibile.Squisc-squisc!Gesù,l’ho risenti­to tutta la notte! Henry Miller , Tropico del cancro (1962)