Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  ottobre 21 Domenica calendario

Fisco, spiare diventa uno sport Ora si denuncia anche online - L’economia è in recessione, le imprese chiudono, la disoccupa­zione aumenta ma, in compenso, è boom per la delazione

Fisco, spiare diventa uno sport Ora si denuncia anche online - L’economia è in recessione, le imprese chiudono, la disoccupa­zione aumenta ma, in compenso, è boom per la delazione. La Guar­dia di Finanza ha infatti diramato un trionfalistico comunicato in cui si evidenzia come le denunce di possibili evasori siano aumenta­te del 228%, accompagnate da un incremento del 92%rispetto all’an­no scorso delle chiamate all’appo­sito numero 117. Per festeggiare l’evento le Fiamme Gialle hanno ben pensato di aggiungere una co­moda sezione online nel loro sito internet da cui scaricare appositi moduli per la delazione perfetta: un bel formulario per ogni tipo di sospetto evasore. Doppio lavoro? Lavoro in nero? Mancati scontri­ni? Non c’è che da scegliere: un modulo per ogni fattispecie fino a quello che sicuramente sarà un must della stagione autunno-in­verno, il formulario per segnalare i “finti poveri” (c’è davvero, non è uno scherzo). Pensate che como­dità: al concorrente del negozio ac­canto o al vicino antipatico si può sparare qualche tripletta di modu­li segnalandolo per affitto in nero, finta povertà e magari,per non sba­gliare, “ tombola in ambito privato senza fini ludici” (c’è davvero an­che un modulo per questo). Casca­no le braccia. Un paese che gioisce della dela­zione, nonostante la privacy sia già un lontano ricordo è avviato a rinverdire i fasti della Germania Est. Intendiamoci, nessuno vuol difendere l’evasore. Continuia­mo a dire che sarebbe molto più credibile proporre una lotta senza quartiere alla frode fiscale se, in pa­rallelo, si riducessero sensibil­mente le aliquote fino a rendere l’ambiente economico minima­mente vivibile per il lavoro nel suo complesso (le eccellenze sono eroiche ma non sono la media) ma, anche tenendoci le tasse che ci sono oggi, lo Stato ha ogni tipo di mezzo ordinario e straordinario per intrufolarsi con mezzi propri nella vita dei cittadini senza biso­gno di rivolgersi a delatori e caccia­tori di taglie. L’arsenale ispettivo del fisco e dell’autorità giudiziaria è stato già considerato più volte dal povero garante della privacy come esorbitante rispetto ai limiti di civiltà ma «giustificato secondo uno scenario di guerra». Come dimostra un’inchiesta ri­portata sull’ultimo numero di Pa­norama i nostri conti correnti so­no controllati con l’apposita ana­grafe che potrà verificarne saldi e consistenze; auto e barche sono re­gistrate negli appositi casellari che possono essere incrociate con le loro anagrafiche; della riserva­tezza delle telefonate meglio tace­re. Verrebbe da dire che i mezzi di accertamento siano già sovrab­bondanti, allora perché compor­tarsi come un arbitro di calcio che, invece di fare il proprio mestiere, si mette a bordo campo a raccoglie­re le opinioni dei giocatori lascian­do che si scannino tra di loro per poi, eventualmente, fischiare il ri­gore? L’impressione è che ci sia l’interesse ad incentivare l’odio. Un divide et impera su larga scala con l’obiettivo di mettere tutti con­tro tutti per imporre meglio tassa­zioni inique, facendo credere che i balzelli siano esagerati per colpa di quel farabutto del vicino e non per colpa di spese senza controllo o di politiche europee sbagliate al­la radice. Prendiamo per esempio la tassa sulla nautica: perfetta per soddi­sfare le ambizioni di caccia al ricco della sinistra, incredibilmente vo­tata anche dalla destra, terreno fer­tile per invidie e ripicche, per dela­zioni estive con formulario e salva­gente. Il risultato? Un gettito di soli 24 milioni pagato con lo svuota­mento dei porti, la crisi dei cantie­ri e la perdita di 20mila posti di la­voro. Ebbene, bastava tagliare i rimborsi spese del consiglio del La­zio per evitare la tassa ma, soprat­tutto, si tratta di una cifra 2mila vol­te inferiore a quanto dovremo pa­gare per metterci in pari col fiscal compact. Quelle sono le cose di cui si dovrebbe parlare. Evidente­mente però è più comodo distrar­re i cittadini con il “ numero di tele­fono antisprechi” o con i moduli per denunciare il vicino, non sia mai che inizino a porsi domande.