Mdf, Corriere della Sera 23/10/2012, 23 ottobre 2012
BERLINO CONTA LE RISERVE D’ORO (ANCHE NEGLI USA)
La Corte dei conti tedesca ha chiesto formalmente alla Bundesbank un inventario delle riserve in oro mantenute all’estero, e di controllarle a intervalli regolari. Perché delle 3.396 tonnellate (ai prezzi aggiornati circa 143 miliardi), che costituiscono la seconda riserva aurea al mondo dopo quelle della Fed, la Bundesbank ne conserva soltanto il 5%, fra Francoforte sul Meno (2%) e Magonza sul Reno. Ma il 66% è custodito nei forzieri sotterranei della Fed di New York, il 21% nella Bank of England a Londra e il resto nella Banque de France a Parigi. E da anni i custodi tedeschi della moneta non ricevono altro che conferme scritte dello stato «di salute» di questa specie di «tesoro del Reno», senza poterlo vedere o valutare di persona. Ma in tempi di crisi, si sa, tutto potrebbe capitare. E per contrastare le teorie complottiste sul fatto che ormai parte delle riserve esistano solo sulla carta, due parlamentari della Cdu hanno fatto partire un’iniziativa popolare dal motto «riprendiamoci il nostro oro», sfociata nel rapporto diramato ieri dalla Corte dei conti. La quale, per stare più tranquilla, oltre a voler appurare «consistenza e valore» dei lingotti contenuti nei forzieri stranieri, ha ordinato il rimpatrio da New York di almeno 50 tonnellate di oro distribuito nell’arco di tre anni. Nel frattempo, le leggende non confermate di siti internet narrano che la Fed di New York sta già organizzando visite guidate ai lingotti germanici, opportunamente dotati di bandierine nero-rosso-gialle; secondo altre invece la Fed rifiuterebbe ogni tipo di controllo.
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