Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera 23/10/2012, 23 ottobre 2012
LA RAI SOSPENDE IL GIORNALISTA DELLA FRASE OFFENSIVA SUI NAPOLETANI —
Prima il coretto sfottò «o Vesuvio, lavali tu», poi quel tifoso juventino che punge sardonicamente i napoletani, «sono ovunque, un po’ come i cinesi», infine il giornalista Rai che aggiunge la battuta più cliccata e censurata della domenica sportiva: «E voi li distinguete dalla puzza... con grande signorilità».
Risultato: il big match Juventus-Napoli ha vissuto un tempo supplementare lungo un’intera giornata, dove si sono susseguite accuse, polemiche, ironie, indignazioni e, prima che la Rai fosse travolta dal ciclone, pure la sospensione del giornalista autore del servizio pre partita girato fuori dei cancelli dello stadio torinese e mandato in onda dal Tgr Piemonte. Insomma, una bufera. Con il cronista, Giampiero Amandola, che si è detto dispiaciuto e ha giustificato l’incidente con un grande equivoco dovuto alla fretta. Lo scopo di quelle interviste, ha detto, era condannare i cori razzisti e non insultare i supporter partenopei. E con Viale Mazzini che ha definito il servizio «inqualificabile e vergognoso» aprendo nei suoi confronti un procedimento disciplinare e spingendo il presidente Anna Maria Tarantola e il direttore generale Luigi Gubitosi a tuonare contro i responsabili dell’«increscioso episodio» augurandosi «che gli uffici competenti applichino la massima celerità e severità nel giudicare l’accaduto». Per chiudere con le stesso Gubitosi che nel tentativo di spegnere l’incendio ha ritenuto di doversi scusare «personalmente e a nome dell’intera azienda con il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris».
Nel frattempo era sceso in campo anche l’allenatore del Napoli, Walter Mazzarri: «Chi ha sbagliato paghi», mentre l’ultimo colpo di pennello sul quadretto post partita l’ha dato il giudice sportivo che ha multato le due società per fatti con i quali Amandola non c’entra nulla: cori di reciproci insulti, danneggiamenti e violenze varie da parte degli ultrà, come lo schiaffo di un magazziniere napoletano a uno steward nel recinto di gioco.
Ma più delle intemperanze in campo, ieri ha tenuto banco il caso Amandola. Al punto da far intervenire duramente anche il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, che ha convocato urgentemente una seduta del Consiglio della categoria e lo stesso cronista: «Mi auguro che possa fornirci delle spiegazioni diverse da quelle penose che erano contenute nel comunicato del Cdr, che attribuiva alla fretta quell’infortunio o quella vergogna». Al coro degli indignati si è unito il segretario dell’Usigrai, il sindacato di base dei giornalisti della Rai, Carlo Verna: «È giusto che la redazione e l’azienda evidenzino rammarico e rabbia per un’espressione deplorevole e inaccettabile». E sempre contro Amandola anche le associazioni dei consumatori che hanno annunciato una raffica di azioni legali contro di lui. A cercare di sdrammatizzare, in piena zona Cesarini, ci hanno provato in due. Il sindaco di Torino, Piero Fassino: «Servizio inaccettabile, ma si è trattato più di una forma di sciatteria verbale che non della esplicita volontà di offendere. All’amico de Magistris, alla città di Napoli, e ai suoi tifosi, vanno il nostro abbraccio e la nostra amicizia». E il cinese Marco Wong, rappresentate della diaspora cinese nella capitale, che ha reagito alla battutaccia con un sorriso mandarino.
Andrea Pasqualetto