Fa. P., Il Sole 24 Ore 20/10/2012, 20 ottobre 2012
MPS SPAZZATURA? NON PER GLI EX VERTICI
La caduta rovinosa, nel corso degli ultimi anni, del Monte dei Paschi di Siena non si è vista affatto nelle buste paghe di chi ha avuto responsabilità nella gestione del disastro della banca senese. Il direttore generale Antonio Vigni, uscito dall’istituto a inizio del 2012 ha incassato nel 2011 il suo solito compenso fisso da 1,4 milioni più una buonuscita e Tfr per altri 4 milioni. Quei 5,4 milioni si sommano al milione e quattrocentomila euro che dal 2008 Vigni incassava ogni anno più i 3,2 milioni incassati nel solo 2007. Totale: Vigni è costato a Mps 12,8 milioni tra il 2007 e il 2011, guarda caso nello stesso lasso di tempo in cui il titolo Mps crollava in borsa da 3 euro ai 20 centesimi. E che dire di Mussari, l’ex presidente? Per lui niente buouscita, ma quel compenso di 700mila euro l’anno dal 2007 al 2011 non è mai mancato. E poi ci sono tutti i dirigenti con cosiddette responsabilità strategiche che ogni anno incassavano un monte compensi totale intorno ai 4,7 milioni di euro. Sommate il tutto e vedrete che chi ha avuto in sorte di guidare la banca italiana rivelatasi nel tempo la più fragile del sistema italiano non ha mai pagato pegno. Solo nel 2011 l’intero consiglio di amministrazione più il collegio sindacale è costato alla banca di Siena la bellezza di 13 milioni di euro. Sembrano pochi ma metteteli a confronto con i denari bruciati degli azionisti dell’istituto e il confronto diverrà impietoso: Mps valeva 9 miliardi poco prima dell’acquisto di Antonveneta, oggi ne vale solo 2,7. Alla faccia della creazione del valore. Che è valsa solo per i manager.