Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 22/10/2012, 22 ottobre 2012
«CARI MASCHIETTI DA NOMENKLATURA: IL PARTITO E’ FINITO. GLI EX AN? AL 5%»
Onorevole Michaela Biancofiore, lei è una delle cosiddette «Amazzoni azzurre» del Pdl, giusto?
«Sì... però, guardi, le do un consiglio: non la consideri una sciocca iniziativa di quattro donnette nostalgiche di Forza Italia che non si rassegnano al disastro in cui è precipitato il partito, come vorrebbero far credere in giro certi maschietti della nostra nomenklatura...».
Continui, è interessante.
«Sono gli stessi maschietti che hanno deplorato le parole di Daniela Santanchè, la quale ha suggerito a tutti e tutte di dimettersi, considerando conclusa l’esperienza del Pdl. Si tratta di una decina di deputati che non accettano la realtà e lavorano per difendere le proprie posizioni di potere... ma gli altri 250 deputati che siedono alla Camera?».
Gli altri che pensano?
«Ecco, il punto è questo: pensano che Daniela abbia ragione, che non si può far finta di niente se i sondaggi, nel volgere di qualche mese, sono crollati e dal 22% siamo ormai intorno al 15%».
Cominci lei a non far finta di niente: di chi è la colpa?
«Intanto io dico che questo partito ha pagato e paga l’arrivo degli ex An, che nel Pdl hanno portato un modo di fare politica a noi forzisti sconosciuto. Per noi la politica è sempre stata fondata sul merito e non sulla clientela, sull’amico dell’amico, sulle correnti che, a lungo andare, hanno infatti scavato il Pdl nella pancia».
Ignazio La Russa sostiene che...
«Trovo irriverenti e irriconoscenti i discorsi di La Russa quando propone a Berlusconi di andarsene per la sua strada e di lasciargli il Pdl. Ma scherziamo? Precisato questo, gli ex An sono liberi di rifarsi il loro partito. Anche se mi sa che...».
Mi sa che?
«Beh, qui nessuno ha ancora avuto il coraggio di dirlo. Ma la verità è che il gruppetto che sappiamo, da La Russa ad Alemanno, dalla Meloni a Gasparri, per qualche settimana ha pensato seriamente di rimettere insieme i cocci di Alleanza nazionale, magari riabbracciando pure il vecchio camerata Storace. Poi però hanno fatto fare qualche sondaggino e cosa hanno scoperto? Hanno scoperto che una nuova An starebbe, sì e no, intorno al 5%. Così adesso cincischiano. Ma è inutile. Ormai è chiaro che il Pdl è una roba vecchia. Perciò vadano pure a farsi il loro partito, magari con la Meloni leader, perché tra l’altro Giorgia è giovane e brava».
Stiamo parlando da un quarto d’ora, e lei non ha ancora nominato Angelino Alfano, che pure annuncia grandi novità.
«Vede: Alfano, un anno fa, aveva il partito genuflesso, eravamo tutti lì ad aspettare fiduciosi... purtroppo non ha avuto coraggio, il partito gli si è sgretolato tra le mani e ora che ha capito come e quanto Berlusconi si senta distante e distinto dal Pdl, tenta dei colpi di coda. Brutta scena, sì».
Colpi di coda?
«Temo che Alfano si stia facendo influenzare dalla nomenklatura del partito e non si stia muovendo d’intesa con Berlusconi. Ma senza Berlusconi non va da nessuna parte».
Questo è anche il pensiero del Cavaliere?
«Beh... da qualche tempo, in Transatlantico, una sua collega giornalista dice che tra me e Berlusconi c’è una sintonia che andrebbe studiata in psichiatria...».
E ad Alfano, lei, certe cose le ha mai dette?
«È impossibile parlare con Alfano. La prego di non scriverlo... ma... ma davvero sta lì, chiuso al quarto piano di via dell’Umiltà, ha trasformato il suo ufficio in un bunker... quattro porte blindate con quattro telecamere».
Sta lavorando alla squadra con cui rilancerà il Pdl.
«E sbaglia, povero Angelino! Ma cosa vuol rilanciare? La gente pensa al Pdl e, automaticamente, ormai pensa a Fiorito, la tragica figura del nostro ex capogruppo alla Regione Lazio che rubava facendosi chiamare Batman. Il Pdl è fi-ni-to... E cambiargli nome, badi bene, non basta. Serve una rifondazione totale, con facce nuove, dove non ci sia più spazio per un modo di fare politica alla... alla Gasparri... ecco, l’ho detto!».
Perché, scusi: Gasparri com’è che fa politica?
«Cercando di mettere da Aosta a Lampedusa sempre e comunque un suo uomo, senza badare se è bravo, se ha qualità. Come tanti ex di An, Gasparri vive la politica come controllo del territorio e, quindi, del potere. Il Pdl è stritolato da queste logiche».
Come finirà?
«Io scommetterei forte che, alla prossime elezioni, Berlusconi finirà con il presentarsi con una sua lista. E credo che possa stare ancora tra il 18 e il 20%. Noi, cioè le cosiddette "Amazzoni", stiamo lavorando proprio a questo progetto: e non siamo sole. Ci sono anche personalità come Galan e Martino, giovani docenti universitari e tipi come Laura Marchese, capo ufficio stampa Fiction di Mediaset, l’esperta in comunicazione che dovrebbe fare quello che Giorgio Gori fa a Matteo Renzi».
(A intervista conclusa, la Biancofiore — 41 anni, da Bolzano — racconta: «Poi sabato mi sono sentita con Berlusconi, e lui che mi ha detto? Mi ha detto: "Visto che ormai sei un’amazzone, mi toccherà regalarti un cavallo"»).
Fabrizio Roncone