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 2012  ottobre 22 Lunedì calendario

LA CRICCA ALL’OPERA NASTASI ALLA SCALA CHI SPINGE L’UOMO DI LETTA E BISIGNANI


“Paura alla Scala”, il racconto che Dino Buzzati scrisse nel 1949 dopo l’attentato a Togliatti, narrava della borghesia milanese che temeva un attacco degli eversori “rossi”. Stavolta la borghesia “scaligera” progressista, che dopo aver sopportato per anni il sindaco Letizia Moratti e il governatore Roberto Formigoni ha votato per l’“arancione” Giuliano Pisapia a palazzo Marino, non ha paura dei “rossi”, ma di quella lobby che nei quasi vent’anni di berlusconismo ha occupato tutti i principali posti di sottogoverno sotto l’egida del “sistema” Letta-Ermolli, rispettivamente plenipotenziario romano e ambrosiano. Il sovrintendente Stéphane Lissner andrà a dirigere l’Opéra, la “grande boutique” di Parigi, come la definì Giuseppe Verdi, e già sono cominciate le manovre per conquistare il suo posto alla guida di uno dei più celebri teatri del mondo, ultimo grande “salotto” borghese dell’ex capitale morale della nazione, ridotta a suk mediorientale dalla seconda Tangentopoli. Anzi, da una Tangentopoli continua, che dal 1992 della Baggina e di Mario Chiesa ha preso la lena di una pandemia incurabile. Lissner ha fatto l’identikit del suo successore: “Deve avere visione sul futuro, su un mondo sempre più moderno, possedere una visione artistica e sociale e un profilo internazionale”. E, naturalmente, deve avere una competenza musicale assoluta, come richiede la comunità melomane, dai loggionisti, agli abbonati, agli orchestrali. Per cui immaginate la sorpresa di Giulia Maria Crespi, dell’avvocato Cesare Rimini o dello stesso Pisapia, quando ha cominciato a circolare un nome che li deve aver fatti sobbalzare. Quello di Salvatore Nastasi, detto Salvo, giovane promessa della lobby di Gianni Letta e Luigi Bisignani, specializzata, tra l’altro, nell’attività di ufficio di collocamento ai vertici delle poltrone pubbliche (e private) dei propri adepti. Questo trentanovenne che fa coppia fissa con Gaetano Blandini, appena catapultato ai vertici della Siae con uno stipendio di mezzo milione l’anno, dipendente del ministero dei Beni Culturali, capo di gabinetto, con Rutelli e con Bondi, è direttore generale del settore “spettacolo dal vivo”. Ma la sua influenza nelle stanze ministeriali è tuttora ben superiore al ruolo ricoperto anche con Lorenzo Ornaghi, ex rettore della Cattolica e ministro alquanto evanescente e svogliato. E’ Nastasi, intimo del cardinal Crescenzio Sepe, ex dominus di Propaganda Fide, che si è occupato degli appalti per la ricostruzione del teatro Petruzzelli e del Parco della musica di Firenze, ed è finito nelle intercettazioni dell’inchiesta sui Grandi Eventi, che ha portato in carcere, tra gli altri, Angelo Balducci, snodo-chiave della Cricca e dei molteplici affari all’ombra della Protezione Civile targata Bertolaso. Nei confronti del piduista Luigi Bisignani, che ha patteggiato la condanna a un anno e sette mesi per lo scandalo detto della P4, il Rasputin del ministero dei Beni Culturali ha una sorta di devozione. “Ho un messaggio da parte del dottor Nastasi.... – si legge in un’intercettazione dell’inchiesta P4 – chiedeva al dottor Bisignani di poter avere diciamo la sua autorizzazione per fissare un appuntamento con il dottor Geronzi”. La paura corre tra gli “scaligeri”: “Non è che anche qui metteranno la Minetti di turno?” a.statera@repubblica.it