Fiorenza Sarzanini-Fulvio Bufi, Corriere della Sera 20/10/2012, 20 ottobre 2012
IL MEDIATORE DI FINMECCANICA IN CELLA —
Sono le autorità svizzere ad aver deciso di arrestarlo per i reati di riciclaggio e corruzione. Ma la scelta di farlo finire in carcere può provocare clamorose conseguenze anche in Italia. Perché Guido Ralph Haschke, italoamericano di 61 anni, è l’uomo della mediazione, il faccendiere che può mettere in grave difficoltà Giuseppe Orsi, l’amministratore delegato di Finmeccanica. I magistrati di Napoli e Busto Arsizio lo accusano di aver trattato con il governo indiano la vendita di 12 elicotteri per conto di Agusta Westland quando era guidata proprio da Orsi. E di aver accettato un sovrafatturazione da dieci milioni di euro per creare la provvista di tangenti da versare in Italia. Soldi che sarebbero finiti alla Lega Nord e a Comunione e Liberazione, secondo quanto dichiarato da Lorenzo Borgogni, ex capo delle Relazioni Istituzionali della holding che da tempo collabora con gli inquirenti.
Le tangenti indiane
La notizia della cattura disposta dalla Procura federale di Lugano viene confermata nel primo pomeriggio di ieri. Il ministero pubblico comunica che è stata eseguita una misura di «carcerazione preventiva di un cittadino italoamericano residente in Ticino gravemente indiziato di riciclaggio di denaro aggravato e corruzione di pubblici funzionari stranieri nell’ambito della fornitura di elicotteri alla Repubblica dell’India da parte di un’azienda a partecipazione pubblica italiana».
Non c’era alcuna richiesta specifica da parte dei pubblici ministeri italiani e dunque l’iniziativa è autonoma, ma l’inchiesta è la stessa. E si basa su quei documenti che proprio i magistrati Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli avevano trasmesso ai colleghi elvetici. Indagini che si muovono in parallelo con quelle della Procura di Busto Arsizio guidata da Eugenio Fusco, dove il fascicolo era stato trasmesso per competenza su richiesta dello stesso Orsi che per ottenere questo risultato si era rivolto ai giudici della Corte di Cassazione.
Il denaro in Tunisia
In realtà la scorsa primavera i magistrati campani erano andati a Lugano per effettuare perquisizioni e interrogatori. Una trasferta decisa dopo aver intercettato una serie di conversazioni durante le quali il faccendiere non solo ammetteva di aver effettuato una mediazione. Ma rivelava anche dove aveva nascosto i documenti riservati e in particolare un memorandum che, come sottolineano i carabinieri del Noe in un’informativa «rivela le pattuizioni degli associati per aggiudicarsi la gara d’appalto internazionale dei 12 elicotteri tra l’Agusta Westland International Ltd e il governo indiano, a fronte di 5 milioni di dollari di tangente, richiesti dal Brig. Saini, responsabile del team tecnico di valutazione dei requisiti tecnici e dei collaudi e prove degli elicotteri, costituenti lo 0,5 per cento dell’importo della commessa di 556 milioni di euro, al fine di garantire l’aggiudicazione della gara».
Non solo. Da alcune telefonate, evidenziano i militari, «si comprende che i pagamenti dei 20 milioni di euro di Agusta Westland in favore di Haschke e del suo socio Carlo Gerosa per l’intermediazione della vendita dei 12 elicotteri, vengono fatti in favore di società tunisine da loro gestite e poi rilanciati verso India e Mauritius a favore di società gestite da loro stessi e soci indiani». In un colloquio è proprio Haschke ad affermare: «Per capire che sono finiti a Mauritius devono fare una rogatoria sull’Italia e poi sulla Tunisia, poi probabilmente tra dieci anni...».
La versione concordata
In realtà queste sue rivelazioni, confermate dall’esame del materiale sequestrato, sono state sufficienti alle autorità elvetiche per disporne l’arresto. Ora bisognerà attendere se il faccendiere deciderà di collaborare. E non è escluso che anche i colleghi italiani chiedano di poterlo nuovamente interrogare.
Nella primavera scorsa Haschke temeva di poter essere arrestato. Il 5 marzo 2012 durante un incontro con l’attuale amministratore di Agusta Bruno Spagnolini e Francesco Digennaro, dell’ufficio legale dell’azienda, che sono a Lugano per fare un punto di situazione strategico «chiede se può circolare liberamente e Digennaro gli sconsiglia di andare in India, mentre in Italia non dovrebbe avere problemi. Haschke poi asserisce che della sua "intermediazione" non c’è traccia e aggiunge "ne abbiamo parlato solo io, lei e l’ingegner Orsi e basta, e Renzo Lunardi"» confermando i sospetti degli inquirenti.
Fulvio Bufi
Fiorenza Sarzanini