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 2012  ottobre 20 Sabato calendario

SE LA SPENDING REVIEW LA FANNO LE FAMIGLIE

[Ricerca Coldiretti: meno sprechi e più avanzi, gli italiani cambiano stile di vita] –
La spending review domestica sta modificando profondamente lo stile di vita degli italiani. Gli invisibili, le persone che cercano di sopravvivere con qualche centinaio di euro al mese e i nuovi poveri ci sono costretti dalla crisi e dalla difficoltà di arrivare alla fine del mese. Ma anche chi dichiara di riuscire ancora a ritagliare spazi e risorse per una vita più tranquilla adesso «sta riscoprendo la sobrietà», spiega Roberto Weber, presidente di Swg che ieri a Cernobbio ha presentato una ricerca sui «comportamenti degli italiani in tempo di crisi». Una ricerca in tempo reale (le interviste sono state fatte dal 5 al 10 di ottobre) che mette in evidenza come due italiani su tre abbia azzerato, o ridotto sensibilmente, gli sprechi di cibo a tavola. E c’è un italiano su quattro che è riuscito ad annullare gli sprechi di cibo. L’anno scorso erano solo il 9%. Per Sergio Marini, il presidente di Coldiretti che ha commissionato il sondaggio, si tratta «forse dell’unico elemento positivo della crisi in un Paese dove a causa degli sprechi dal campo alla tavola vengono perse oltre dieci milioni di tonnellate di cibo».

Rispetto a 12 mesi fa aumentano le famiglie in difficoltà (una su quattro) e quasi la metà (il 48%) pensa che la situazione peggiorerà. Ma c’è anche un fatto nuovo. Weber lo spiega così: «Nella mia società tanti colleghi si portano il mangiare da casa e non solo quelli che guadagnano di meno». È la riscoperta del fai da te e della regole aurea dell’anti-consumismo. Sei italiani su dieci conservano gli avanzi e li utilizzano, cambiando le ricette per il pasto successivo. Ma si riciclano anche gli abiti riposti negli armadi al tempo del cambio di stagione e che adesso più della metà degli italiani (il 53%) riscopre e riadatta alla moda rinunciando o rinviando nel tempo l’acquisto di abbigliamento e accessori.

In questa necessità, o scelta, di eliminare il superfluo c’è una selezione delle priorità: aumenta l’acquisto di fette biscottate (+5,9%), caffè macinato (+ 3,3%), miele (+1%) e marmellate (+0,9%). Secondo Coldiretti, che ha elaborato i dati di Coop Italia sui primi nove mesi del 2012, è «la prova che si sta dicendo addio alla tradizionale colazione al bar».

Sobrietà, dunque, è anche fare la spesa comprando solo ciò che serve davvero. Un comportamento che adesso adotta il 67% degli italiani e che per 4 italiani su dieci vuol anche dire ridurre dosi e quantità acquistate. Ma vuol dire anche caccia alle offerte speciali ormai diventata pratica quotidiana per il 61% del campione intervistato. La metà degli italiani, poi, cerca i prodotti che costano meno. Anche se, secondo la Coldiretti, cambia pure la tipologia di acquisto: il 44% compra prodotti locali, l’11% quelli artigianali e «solo il 9% di una grande marca nazionale». Non è un caso che nella lista dei prodotti alimentari messi sempre più spesso in promozione ci siano l’olio d’oliva (il 53% delle vendite), il vino (40%), la pasta (39%) e le conserve di pomodoro (32%). Ma Coldiretti avverte: «È necessario fare attenzione tra le diverse offerte: risparmiare oltre un certo limite può significare nutrirsi di alimenti che possono avere contenuto scadente».

In questo contesto mentre triplica, rispetto all’anno scorso, chi sceglie di donare gli avanzi (dall’1 al 3 per cento), si deve anche registrare il calo degli acquisti di prodotti equi e solidali «abbandonati dall’8% degli italiani» e anche dei prodotti etnici, meno 7%. Una quota di mercato persa anche dalle caramelle. Ma si riducono pure i consumi di cioccolato (- 3,4%), bibite (-2,2) pasticceria industriale (-3,8) e dessert (-12,1).

Che fare, allora? Marini sottolinea la necessità che il governo metta più i soldi in tasca agli italiani, ma lancia anche l’allarme sul fatto che il previsto aumento dell’Iva «costerebbe oltre mezzo miliardo solo per le spese alimentari». E attacca: «Il mo augurio è che da qui a luglio si trovi una formula per risparmiare un ulteriore sacrificio sui consumi che colpirà ancora le famiglie».