Mattia Feltri, La Stampa 20/10/2012, 20 ottobre 2012
IL BIPOLARISMO PERFETTO TRA ALIBI, BUGIE E OMISSIONI
[Tanti i leader finiti nei guai: l’importante è negare sempre] –
Un tizio saggio diceva che chi non sa la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. Si tratterebbe di stabilire a quale categoria siano iscrivibili questi pittoreschi campioni della Seconda repubblica a cui tutto svolazza sotto il naso, e loro non c’erano e se c’erano dormivano. Il caso del giorno è quello di Silvio Berlusconi - una simpatica canaglia fino all’ultimo - che ieri in tribunale ha negato per la millesima volta che a casa sua si tenessero festini scollacciati (era meglio dire «sono fatti miei», come sostiene per esempio Aldo Busi, non un berlusconiano di granito). Erano le famose cene eleganti, e l’uomo a capo del governo e con lui tutto il clan - era fermamente persuaso che Ruby Rubacuori fosse la nipotina di Hosni Mubarak. Una verità su cui ha messo la mano sul fuoco l’intero centrodestra. Sciocchi o delinquenti?
Come dare una risposta? Come darla nell’ormai umoristico caso di Gianfranco Fini, l’unico rimasto nell’Ue a dubitare che la casa di Montecarlo (venduta a 300 mila euro, prezzo buono al Testaccio, anche se il presidente della Camera lo giudicò equo) sia stata effettivamente acquistata, per vie contorte, dal cognato Giancarlo Tulliani, quello visto sui giornali mentre nel Principato lava la Ferrari. Voglio sapere la verità, ha detto giovedì Fini mentre il resto del Paese provava un brivido d’imbarazzo. E mentre lui scaricava la madre delle sue figlie, riportando alla memoria una scena del ragionier Fantozzi che, preso a schiaffi da tre energumeni insultati dalla signorina Silvani, cercò di difendersi a petto in fuori: «È colpa di quella cretinaaa!» (ma almeno la Silvani era l’amante). Però, parlando di case, ci tocca rabbuiare di nuovo il permaloso Claudio Scajola per il celeberrimo appartamento in via del Fagutale, vista Colosseo, pagato dall’imprenditore Diego Anemone all’insaputa dell’ex ministro. Vecchia storia, di due anni e mezzo fa. Scajola promise di vendere ma, scalogna, non trova acquirenti. Ripreso da una troupe mentre usciva dal portone, Scajola superò se stesso: «Ma ci vengo solo a dormire!». A oggi non c’è notizia di vendite, e quindi dovremmo interrogare noi stessi: siamo sciocchi a non vedere o lo spettacolo è senza prezzo, come la casa?
Si prova infatti un certo disagio non soltanto ad assistere alle evoluzioni di questa estrosa classe dirigente, ma soprattutto ad ascoltare giustificazioni o alibi con scarse possibilità di successo alle medie inferiori. Umberto Bossi non si era accorto del figlio. Non si era accorto dei lavori in casa né di Francesco Belsito. E non se ne era accorto nessuno nella Lega. Nessuno si accorge, né nell’Api di Francesco Rutelli né fra quelli passati al Pd, che Luigi Lusi si prende dai conti della Margherita 13 milioni di euro. 13 milioni volati via all’insaputa del mondo. Nessuno si accorge di Francone Fiorito. Vincenzo Maruccio, dell’Idv, un giorno compare dal nulla e diventa assessore regionale (giunta Marrazzo) per imposizione dei vertici del partito; nella legislatura dopo è capogruppo. Anche lì spariscono 800 mila euro ma i suoi due compari in Consiglio sono distratti. Di Pietro, uno che sui quattrini ha l’attenzione feroce del contadino, casca giù dal pero. «Ho le lacrime agli occhi», dice in un video, dopo di che rifiuta ogni intervista un po’ più chiarificatrice. Roberto Formigoni ha la ’ndrangheta nel governo ma sono «guai personali» dell’indagato e, quanto alle gite in yacht nei mari del Sud con gente che faceva affari col Pirellone, che c’è di strano? Il sindaco di Bari, Michele Emiliano (Pd), riceve crostacei e cozze pelose e pesce vario da riempirci la vasca da bagno, li riceve dai De Gennaro, potentissima famiglia di costruttori, ed effettivamente, dice, sono stato un po’ ingenuo. Con questo fiammeggiante catalogo ci sarebbe da andare avanti per pagine, ma poche righe bastano per stabilire che il bipolarismo perfetto della nostra democrazia si realizza nel testa a testa fra sciocchi e delinquenti.