Corrado Zunino, la Repubblica 20/10/2012, 20 ottobre 2012
BENZINA DA ACQUA E ARIA COSÌ GLI SCIENZIATI CATTURANO IL SOGNO DELL’ENERGIA ETERNA
[L’esperimento riuscito in un laboratorio inglese] –
LONDRA
— Tirare fuori la benzina dall’acqua e dall’aria. Più pulito di così. Un’invenzione in grado di risolvere due problemi apparentemente insolubili in un colpo solo: il calo delle risorse energetiche e l’inquinamento che causa il cambiamento climatico. Ognuno potrebbe produrre petrolio quasi gratis, con in più il beneficio di portare via ossido di carbonio dall’atmosfera, insomma ripulendo il pianeta dalle sue scorie. Troppo bello per essere vero? Sembrerebbe, eppure è vero. La scoperta fatta da una piccola azienda britannica è ancora nelle fasi iniziali dello sviluppo e avrà bisogno di miglioramenti e modifiche, ma ha il potenziale per diventare una rivoluzione tecnologica in grado di cambiare il nostro futuro.
L’annuncio è arrivato a sorpresa alla conferenza annuale dell’Institution of Mechanical Engineers (l’Istituto di Ingegneria Meccanica) a Londra, rimbalzando stamani sul quotidiano Independent che vi dedica tutta la prima
pagina. Peter Harrison, amministratore delegato della Air Fuel Synthesis, una società di ingegneria con base a Stockton-on-Tees, ha preso il microfono, si è schiarito la voce e ha detto: «Dallo scorso mese di agosto un nostro stabilimento ha prodotto cinque litri di petrolio, ricavandone benzina, ottenuta da ossido di carbonio e vapore acqueo». Punto. Basta. Silenzio in sala. Come ha detto? Petrolio, anzi benzina, ricavato essenzialmente dall’aria e dall’acqua? Proprio così. Un processo chimico rende possibile il miracoloso risultato. E non è tutto, perché se per il momento la procedura è avvenuta utilizzando energia elettrica, dunque a un costo considerevole una volta che il volume di petrolio aumentasse, esistono già piani e tecnologie per produrlo con energie rinnovabili pulite, come quella solare o eolica ad esempio, dunque a un costo molto inferiore o quasi nullo in determinate condizioni.
Con cinque litri di benzina ovviamente non si va molto lontano, ma l’azienda di Stockton spera di avere entro due anni uno stabilimento più grande capace di produrre a livello commerciale una tonnellata di benzina al giorno. Intende anche sviluppare con la stessa tecnica un carburante “verde” per aereo permettendo voli a tasso zero di emissioni di carbonio. Catturare ossidio di carbonio dall’aria, così rimuovendo il principale gas che provoca l’effetto serra, è da sempre considerato il “santo Gral” dell’economia ambientalista. Ora questa possibilità pare dietro l’angolo. «Sì, suona troppo bello per essere vero, ma è vero«, commenta Tim Fox, direttore del dipartimento energia e ambiente all’Institution of Mechanical Engineers. «Lo stanno facendo e sono andato io a vedere di persona. È al momento un piccolo stabilimento, ma funziona». Conferma con fervore quasi religioso l’inventore Peter Harrison: «Sì, abbiamo preso ossido di carbonio dall’aria e idrogeno dall’acqua e li abbiamo tramutati in petrolio». La tecnica per estrarre ossido dall’aria è ancora complessa e dispendioso, commentano gli esperti, ma altre aziende sarebbero già al lavoro per migliorarla. E comunque gli alti costi di ogni nuova tecnologia sono sempre destinati a scendere, come nota un altro scienziato, il professor Klaus Lackner della Columbia University di New York: «Ho comprato il mio primo Cd negli anni ‘80 e costava 20 dollari ma adesso se ne può produrre uno per meno di 10 centesimi, e il costo di una lampadina è calata di 7 mila volte in un secolo».
Calerà anche quello per tirare fuori la benzina da aria e acqua, ripulendo contemporaneamente la terra dalle sue scorie? È quello che si augurano in tanti, dagli ambientalisti ai produttori di automobili, davanti alla scoperta annunciata a Londra. E se lo augura ovviamente anche l’ingegner Harrison, pensando alla fortuna che potrebbe costruirci sopra.