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 2012  ottobre 20 Sabato calendario

IL PREZZO DELLE PRIMARIE 200MILA EURO A CANDIDATO

La finanza milanese ha cominciato a versare il suo contributo per la campagna elettorale di Matteo Renzi. Centomila euro sono già arrivati dai partecipanti alla cena esclusiva organizzata tre sere fa nella suggestiva location (una chiesa sconsacrata del ’500) della Fondazione Metropolitan, dal finanziere Davide Serra, gestore londinese dell’hedge fund Algebris con sede nel paradiso fiscale delle isole Cayman. ALTRI 50 mila euro il comitato pro sindaco di Firenze se li aspetta nei prossimi giorni sempre da quei 180 selezionati tra banchieri, finanzieri e imprenditori perlopiù lombardi. Finora Renzi ha speso quasi 215 mila euro per la sua scalata alla candidatura da premier. Oltre il tetto (200 mila euro) fissato dai garanti delle primarie (ma la campagna comincerà formalmente solo il 25 ottobre e dunque il conteggio ripartirà). Molto di più del budget complessivo necessario stimato dallo staff di Nichi Vendola («serviranno 60-70 mila euro», dicono gli uomini che hanno già curato le precedenti primarie, sempre vinte, del governatore pugliese) e di quanto per ora ha raccolto Pier Luigi Bersani, circa 50 mila euro dall’autotassazione
dei parlamentari schierati con il segretario del Pd.
Tre campagne elettorali diverse anche nelle forme per la raccolta dei fondi, nel rapporto con i soldi, nell’uso delle risorse, nella ricerca dei finanziatori. Significative pure le scelte delle banche nelle quali effettuare i bonifici: la Banca Etica da parte di Vendola, il Banco di Napoli (gruppo Intesa SanPaolo), tradizionale istituto di fiducia dei parlamentari, da Bersani, la Banca di credito cooperativo di Cambiano (mondo delle coop bianche), infine, dal più giovane Renzi.
«I finanziamenti saranno tutti messi on line», ha ripetuto
più volte Renzi. Ma per ora sul suo sito ci sono solo le donazioni per il tour del camper, destinate soprattutto al carburante. Spiccano, tra quelle, due contribuenti illustri entrambi fiorentini: l’ex membro del board della Banca centrale europea, Lorenzo Bini Smaghi (50 euro) e il conte Gaddo della Gherardesca (100 euro). Non sono possibili contributi anonimi. Ma chi desidererà che il suo nome venga reso pubblico dovrà firmare una esplicita autorizzazione. In pochi la daranno. Bersani e Vendola non accettano finanziamenti dalle aziende, cooperative comprese. Renzi sì, con un vincolo: non più di 100 mila euro (50 per le persone fisiche). Paolo Fresco ex presidente della Fiat, ex manager della multinazionale americana General Electric ha dichiarato di apprezzare il renzismo ma non si sa abbia messo mano al portafogli. Né si sa se l’abbia fatto qualche grande gruppo privato. Di certo — assicura l’avvocato Alberto Bianchi, presidente della Fondazione Big Bang, tesoriere del Comitato pro Renzi, uomo di cerniere, insieme al fratello Francesco e a Marco Carrai, tra il sindaco e il mondo della finanza — non l’hanno fatto le nostre corporation a partecipazione pubblica, Eni, Enel, Finmeccanica, per capirsi.
Il conto bancario per Nichi Vendola è operativo da una decina di giorni. «Ci sarà qualche migliaia di euro», sostiene Gaetano Cataldo, coordinatore della campagna vendoliana. Arriverà una sottoscrizione straordinaria dal manipolo dei consiglieri Sel nei parlamenti regionali. Soldi solo dagli eletti per ora per Bersani (dall’Associazione dei parlamentari). Sul conto del comitato non è ancora possibile fare i bonifici. Nella colonna delle spese figurano 800 euro, quelli necessari per il comizio per la partenza della campagna dalla
natia Bettola.