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 2012  ottobre 21 Domenica calendario

GERHARD RICHTER, RECORDMAN CONTROVOGLIA

Un’iperbole saltellante tra realtà e immaginazione. Presente e futuro. Cinismo e cascate di colori. Il super record di Gerhard Richter è esploso come un lampo a ciel sereno (nella foto). Nessuno s’aspettava un simile risultato. Questa volta la settimana autunnale delle aste londinesi ha superato se stessa. Formulando inedite interpretazioni. Le dichiarazioni dei manager Sotheby’s rendono conto d’uno stato nascente. I 34,1 milioni di dollari spesi da un anonimo collezionista (per un quadro acquistato nel 2001 a circa 1 milione) hanno costretto l’infernale macchina delle auction ad utilizzare metafore inconsuete: «notevole cifra», «ben sopra le aspettative». Com’è potuto accadere? Richter, che il 2 febbraio scorso ha compiuto ottant’anni, è sempre più ostile alla spettacolarizzazione mercificata del suo lavoro. In una recente dichiarazione ha definito daft, stupido, scemo, il mercato dell’arte. «Troppo assurdo e impossibile da comprendere». Eppure chi ha ammirato dal vivo questo capolavoro non ha esitazioni. Malgré soi il maestro tedesco, come un monaco zen del XVI secolo, ha fatto centro. Questa grande tela è una meraviglia. L’incrocio e le sovrapposizioni dei gialli sciolti nel blu oltremare sino al cobalto, il blu zaffiro e di Persia, creano cangianti sfumature di verde giada. Qua e là fuoriescono macchie viola e filiformi inserti di celeste e pervinca. Mentre, lateralmente, le zampate di rosso cinabro trattengono lo sguardo sulla perfetta esplosione cromatica. Se c’era un quadro che doveva essere dipinto era questo. Solo lui poteva dividere in due il mondo dell’arte. Da una parte chi comincia seriamente a comprendere quanto stia tornando in auge l’aspetto estetico. Che non ha prezzo. Dall’altra i ritardatari dell’avidità. Coloro che non oltrepassano l’eccitazione dei trenta milioni incassati. Come i trenta denari. Che non vedono. Non capiscono. Forse non capiranno mai nient’altro che il loro interesse personale. Senza sapere che nel futuro dell’arte sono già morti. Irrisi e perduti. Per la cronaca questo dipinto oggi è il record assoluto di un artista vivente. Ha superato il precedente top-price, che apparteneva al mitico Jasper Johns con i 28.642.500 dollari di una sua Flag battuta l’11 maggio 2010. Anche questo figurato trasferimento del trono dagli Stati Uniti all’Europa può rivestire un significato speciale. Come se l’attitudine alla rinascita per la grande pittura non possa che ritrovare la strada delle sue origini. Comunque sia, il totale delle vendite della scorsa settimana, tra Christie’s e Sotheby’s, è stato di 119,2 milioni di sterline. Contro i 111 milioni del 2011 e gli 85 del 2010. Le Italian Sales (che qualcuno ironicamente ha soprannominato Lucio Fontana Sales) hanno venduto per 33,7 milioni, rispetto ai 39,2 dell’anno scorso e ai 35,8 del 2010. Il «taste» del pubblico internazionale è sempre più chiaro. Meno ironia e più sostanza. Basta con le parole vuote e i voli pindarici. Spazio ai veri maestri. Quelli che magari non sopportano il mercato. Ma sanno dipingere. Per davvero.
Paolo Manazza