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 2012  ottobre 19 Venerdì calendario

Renata Germoglio Borghesi piccole, piccole, il tempo sta per scadere. Ore 19 circa. Via del Corso direzione piazza Venezia

Renata Germoglio Borghesi piccole, piccole, il tempo sta per scadere. Ore 19 circa. Via del Corso direzione piazza Venezia. Io in Vespa in coda nel traffico. Improvvisamente una macchina-shuttle vetri neri sfreccia a sinistra. Per abbreviare i tempi fa tutta via del Corso contro mano agevolata dal benestare di vigili vari. Incuriosita la seguo e vedo che il vigile birillo di piazza Venezia blocca il traffico da tutte le direzioni per assicurare il passaggio al macchinone. Mi accanisco. Sarà il Papa? Il macchinone incalza. Direzione via del teatro Marcello, a quell’ora - come da copione - tutti in diligente colonna fino alla Bocca della Verità. Ma Matrix (ndr, l’autista della monovolume oscurata) se ne frega e via contromano anche qui. All’incrocio i vigili ossequiano! Allora è la Madonna. La seguo. Dove finisce la storia? Di fronte ad un negozio di scarpe. Chi scende? La Polverini, la quale alle 19.20 corredata di scorta e amichetta bionda, scende dal macchinone per ingresso trionfante da Boccanera a Testaccio. L’urgenza stavolta erano un paio di scarpe”. IL MESSAGGERO.IT ROMA - Dopo la giunta sblocca fondi, ben 85 milioni di euro, le scarpe superlusso. L’ultima «leggenda metropolitana» su Renata Polverini, governatrice dimissionaria del Lazio dal 27 settembre, rimbalza sul web complice una motociclista che l’avrebbe vista, a bordo dell’auto blu, sfrecciare contromano su via del Corso diretta in un prestigioso negozio di scarpe. Al negozio Boccanera, scarpe fino a tre zeri, hanno la bocca cucita, ma in serata è la stessa governatrice a intervenire: «Era la scorta, ma ne chiederò la sospensione». La replica della Polverini. «La mia non è un auto blu bensì un mezzo adibito al servizio tutela con a bordo due agenti di polizia incaricati di garantire al mia sicurezza». Il servizio di tutela previsto dal 2008, precisa una nota, «comporta obbligatoriamente la presenza e la vigilanza degli agenti di scorta durante l’arco dell’intera giornata ed in ogni spostamento, come previsto per tutte le persone cui è assegnato un servizio di tutela». In una lettera al prefetto Giuseppe Pecoraro la governatrice chiede la sospensione della scorta. «Sono costretta, mio malgrado, anche in considerazione delle notizie diffuse in giornata da diversi organi di informazione a rappresentarle l’esigenza di una sospensione dell’assegnazione del servizio di tutela per me previsto dalle Autorità competenti, peraltro, senza che io abbia mai avanzato formale istanza in tal senso». Gli indignados. Fatto sta che la storia sta facendo il giro del web, suscitando polemiche e reazioni di sdegno da parte di molti utenti. Secondo la versione che rimbalza di sito in sito, su Facebook e su Twitter, a pizzicare la governatrice a bordo della sua voluminosa auto con scorta sarebbe stata una scooterista romana, nella serata di ieri. L’auto, che poi si sarebbe rivelata secondo la testimonianza quella della governatrice dimissionaria del Lazio, avrebbe percorso via del Corso, in direzione Piazza Venezia, sulla corsia sbagliata, quella di sinistra. La scooterista allora avrebbe deciso di seguire l’auto per scoprire quale personaggio era a bordo. I vigili a Piazza Venezia avrebbero fermato il traffico per far passare il veicolo, che poi avrebbe puntato verso via del Teatro di Marcello. Anche in questo caso l’auto avrebbe saltato la coda passando sulla corsia di sinistra. All’altezza della Bocca della Verità i vigili avrebbero fatto passare l’automobile. Secondo le parole della scooterista, riportate dal web, il tragitto sarebbe terminato alle 19.20 davanti al negozio di calzature e pelletteria ’Boccanerà, nel quartiere Testaccio. Il post originale. “Ore 19 circa. Via del Corso direzione piazza Venezia. Io in Vespa in coda nel traffico. Improvvisamente una macchina-shuttle vetri neri sfreccia a sinistra. Per abbreviare i tempi fa tutta via del Corso contro mano agevolata dal benestare di vigili vari. Incuriosita la seguo e vedo che il vigile birillo di piazza Venezia blocca il traffico da tutte le direzioni per assicurare il passaggio al macchinone. Mi accanisco. Sarà il Papa? Il macchinone incalza. Direzione via del teatro Marcello, a quell’ora - come da copione - tutti in diligente colonna fino alla Bocca della Verità. Ma Matrix (ndr, l’autista della monovolume oscurata) se ne frega e via contromano anche qui. All’incrocio i vigili ossequiano! Allora è la Madonna. La seguo. Dove finisce la storia? Di fronte ad un negozio di scarpe. Chi scende? La Polverini, la quale alle 19.20 corredata di scorta e amichetta bionda, scende dal macchinone per ingresso trionfante da Boccanera a Testaccio. L’urgenza stavolta erano un paio di scarpe”. Replica d’ufficio. «Non sappiamo se è vero quel che sostenete - fanno sapere dall’ufficio stampa della governatrice secondo quanto riporta il Corriere della sera -. La presidente non ha risposto, abbiamo segnalato la notizia, gliela abbiamo girata via email, ma lei non ha detto nulla e non ci ha autorizzati a dire nulla». Sandra Ugolina L’urgenza per le scarpe si, ma di lasciare la poltrona , quella pare non l’abbia proprio..!! circa un’ora fa · Modificato · Mi piace · 3 Renata Germoglio l’arroganza , la prepotenza e l’egocentrismo di questi soggetti è insopportabile!!|!:-( circa un’ora fa · Mi piace · 4 Luce Ricciardi NON SE NE PUO’ PIUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU’!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! circa un’ora fa · Mi piace Bianca Scalera la mancanza di cultura e di educazione fa di questi scherzi frown 50 minuti fa · Mi piace Giovanna Morici ...difficile rinunciare alla bella vita!!!!!!!!!! 47 minuti fa · Mi piace · 1 CASO MELANDRI ROMA - «Una spartizione? La decisione del ministro Ornaghi, che mi lusinga e mi onora, è la scelta di un tecnico nei confronti di un altro ’tecnico’ perché quel museo l’ho istituito io quand’ero a capo del ministero dei Beni culturali. Ornaghi ha fatto una scelta istituzionale chiamando la ’madre’ del Maxxi» Così risponde Giovanna Melandri, parlando con La Repubblica, alle accuse politiche di chi vede, nella sua nomina alla presidenza della fondazione del Maxxi decisa dal ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi, una nuova forma di lottizzazione. Ancora Melandri: «Ma quale paracadute, Ornaghi mi ha chiesto di rilanciare e internazionalizzare il Maxxi che, ricordo, nasce con una mia scelta da ministro nel 1999,non c’è nessuna logica spartitoria e il Pd non c’entra nulla». DIMISSIONI DA PARLAMENTARE? - Melandri annuncia comunque che valuterà se dimettersi «subito da parlamentare» mentre a cambiare idea sull’incarico «non ci penso nemmeno». La dichiarazione di Giovanna Melandri è sulla stessa linea di quella del ministro Ornaghi, rilasciata ieri sera dopo gli attacchi concentri di Pdl, Lega, Sinistra e Libertà e Italia dei Valori: «Ho scelto come nuovo presidente del Maxxi il Ministro per i beni culturali che ha avuto il merito di avviarne il progetto ed intuirne le potenzialità. Ritengo che attingere alle competenze acquisite e consolidate sia il modo migliore per guardare al futuro. Giovanna Melandri, in modo particolare, possiede anche una conoscenza di quei meccanismi internazionali, che sono essenziali per il rilancio di questa straordinaria istituzione culturale Ma già stamattina Giorgia Meloni per conto del Pdl rincara la dose: «Melandri non è una nomina tecnica da parte di un governo tecnico» «E adesso aspettiamoci che il ministro Ornaghi proponga D’Alema per il Teatro alla Scala», ironizza il senatore , sempre del Pdl, Stefano De Lillo. L’interno del Maxxi (Ansa)L’interno del Maxxi (Ansa) CRITICHE A SINISTRA - Accuse arrivano anche dagli altri partiti. Per Nichi Vendola si tratta di «un problema stilisticamente complicato da digerire», mentre Giulia Rodano dell’Idv parla di «nomina opaca dal punto di vista del metodo» e Gian Luca Galletti dell’Udc di «scelta inopportuna». Dal Pd, Luigi Zanda e Vannino Chiti sottolineano le competenze anche internazionali dell’ex ministro. Un gelido Matteo Orfini, responsabile Informazione e cultura del Pd, chiarisce: «Le scelte del ministro sono state prese in totale autonomia e il Partito democratico le ha apprese a cose fatte». Anzi, Orfini fa capire che avrebbe preferito che rimanesse al suo posto l’ex presidente Pio Baldi, «commissariato» cinque mesi fa da Ornaghi: «Come più volte ribadito il Partito democratico era contrario al commissariamento del Maxxi. Non c’erano ragioni per interrompere la gestione professionale e innovativa garantita da Pio Baldi, tanto che in più di un’occasione abbiamo chiesto si ripartisse da li». Dai Direttori dei musei associati ad Amaci - l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani arriva invece è arrivato un augurio di buon lavoro con la speranza che l’ingresso di Melandri «collochi il Maxxi nel numero dei grandi musei internazionali di arte contemporanea». Paolo Conti