VARIE 19/10/2012, 19 ottobre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - BERLUSCONI E IL PROCESSO RUBY
MILANO - "Posso escludere, con assoluta tranquillità, che si siano mai svolte scene di natura sessuale a casa mia". Lo ha detto Silvio Berlusconi al processo Ruby, a Milano, in cui è imputato per concussione e prostituzione minorile. L’ex capo del governo è giunto a Palazzo di giustizia accompagnato dalla parlamentare (nonché sua assistente Maria Rosaria Rossi) e ha deciso di rendere alcune dichiarazioni spontanee leggendo una memoria difensiva (ha poi lasciato intorno alle 13.40 il tribunale approfittando di una pausa dell’udienza).
"Mai pressioni sulla questura". "Non ho mai esercitato pressioni sui funzionari della questura di Milano. Mi sono limitato a dare e chiedere un’informazione", continua l’ex premier riferendosi alla telefonata effettuata nella notte fra il 27 e il 28 maggio 2010. E sul bunga-bunga chiarisce: "Nasce da una battuta che ho ripetuto più volte e che è stata riportata anche dalla stampa". Quanto a Ruby, Berlusconi afferma di non aver mai avuto "alcun tipo di rapporto intimo" con la giovane marocchina: del resto "tutti avevamo l’assoluta convinzione che Ruby fosse maggiorenne sia perché diceva che aveva 24 anni, sia per il suo aspetto fisico, sia per il suo modo di fare". E aggiunge: "La ragazza disse che era di nazionalità egiziana e appartenente a una importante famiglia imparentata con Mubarak". Berlusconi dichiara di averle creduto: non voleva provocare "un incidente diplomatico" paragonabile all’arresto in Svizzera di Hannibal, il figlio dell’allora presidente libico Gheddafi. Voleva solo aiutare la ragazza.
Le feste ad Arcore. "Si è favoleggiato molto sulle serate nella mia residenza privata con chiari intenti diffamatori e con una intrusione nella vita privata di un cittadino", attacca il Cavaliere. Che poi spiega: "Le serate ad Arcore si svolgevano con delle cene in una grande sala da pranzo, nelle quali io ero al centro della tavola e monopolizzavo l’attenzione cantando, parlando di sport, di politica e di gossip. Non ho mai avuto timore che i miei ospiti raccontassero di accadimenti indecenti nella mia abitazione". E si difende: "Questo processo è stata una mostruosa operazione di diffamazione per me e le mie amiche. Nessuna delle mie ospiti, per quanto a mia conoscenza, poteva essere qualificata come una escort". E ancora: "Non ho mai pagato in vita mia per fare sesso".
Apicella & C. Berlusconi ha poi descritto come si svolgevano le cene, nelle quali "Apicella si esibiva, anche con me, nel suo fantastico repertorio di canzoni napoletane". Il presidente del collegio, Giulia Turri, quando ha visto che l’ex premier stava leggendo una memoria gli ha chiesto se forse non preferisse che venisse acquisita agli atti senza lettura, ma Berlusconi ha preferito leggerla. Dopo la cena, ha ricostruito l’ex premier, le serate ad Arcore proseguivano "con i miei ospiti che organizzavano spettacoli con musica e si ballava, ma io non ho mai partecipato ai balli a causa dell’età". "Ipotizzare che volessi tenere segreto il contenuto delle serate della mia residenza di Arcore è risibile", ha detto Berlusconi, che da definito "erroneo e pretestuoso il filo conduttore" delle feste a villa San Martino.
Attacco ai giudici. Berlusconi passa poi all’attacco dei giudici: "Leggo che mi avete già condannato. Spero però che non sia così, perché sarebbe una barbarie e significherebbe che l’italia non è una democrazia". Le parole del Cavaliere si riferiscono a un passaggio della memoria in cui l’ex premier spiega perché non si è fatto interrogare. "Avrei voluto rispondere alle domande, ma vent’anni di attività della Procura di Milano per costruire accuse contro di me me lo hanno sconsigliato e quindi ho deciso, contro il parere di molti, di parlare con queste dichiarazioni in cui ho ricostruito la realtà dei fatti".
La "scoperta della verità". Qualche mese dopo la telefonata in questura "mi chiamò Nicole Minetti e mi raccontò che Ruby era stata identificata, che non era egiziana ma era marocchina e che era minorenne - continua l’ex capo del governo - La notizia mi lasciò di stucco e mi resi conto di una sua seconda e falsa identità. Ruby mi avevamentito raccontandomi una condizione ideale che si era costruita, rispetto a quella reale che era miserevole. Da quel momento ritenni di non dovermi più interessare di lei". Berlusconi ha poi spiegato che venne a sapere, più tardi, che dietro molte insistenze della giovane marocchina il suo tesoriere, il ragionier Spinelli, "diede alcune migliaia di euro a Ruby".
La frase celebre. Nel corso delle sue dichiarazioni spontanee, Silvio Berlusconi ha ripetuto la famosa espressione "l’Italia è il Paese che amo", che pronunciò quando scese in campo. "In Italia, che è il Paese che amo - ha detto l’ex premier - deve esserci la certezza sull’imparzialità dei giudici".
Venerdì in aula Clooney e Canalis. George Clooney ed Elisabetta Canalis sono stati chiamati a testimoniare in tribunale a Milano venerdì 26 ottobre. Entrambi sono stati citati come testimoni dalla difesa dell’ex premier, che ha convocato come testi altre 14 persone tra cui Barbara D’Urso. Era stata la stessa Ruby in un verbale in fase di indagini a raccontare ai pm di aver visto l’attore americano e la showgirl nel corso di una serata ad Arcore.
(19 ottobre 2012)