Mario Gerevini, Corriere della Sera 19/10/2012, 19 ottobre 2012
MR. SLOT, «L’OPERAZIONE NONNA» E QUELLA CITTADINANZA CANCELLATA A POCHE ORE DALL’INCHIESTA— È
MR. SLOT, «L’OPERAZIONE NONNA» E QUELLA CITTADINANZA CANCELLATA A POCHE ORE DALL’INCHIESTA— È il re del gioco d’azzardo italiano, è latitante da maggio, è nella lista dei super ricercati («most wanted») dell’Interpol. E pochi giorni prima che venisse allo scoperto l’inchiesta della Procura di Milano su una serie di finanziamenti sospetti erogati dalla Banca Popolare di Milano, Francesco Corallo, con tempismo, ha cancellato la sua cittadinanza italiana. Intanto dalle carte di una società di famiglia emerge una strana operazione del 2007, con protagonista una novantenne di Catania.
Mister Slot
Il re delle slot machine e dei video poker guida «Atlantis World-B Plus Giocolegale», il più importante gruppo che su concessione pubblica gestisce in Italia le macchinette mangia-soldi-spaccia-illusioni: ha quasi un terzo del mercato (30 miliardi annui). Corallo ha ottime entrature politiche tra gli ex di An e si serve dello stesso fiduciario, James Walfenzao, che ha «montato» la struttura societaria per la compravendita della casa di Montecarlo abitata da Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini. La Procura di Milano, nell’ambito dell’inchiesta sui crediti facili della Bpm dell’ex presidente Massimo Ponzellini, ha emesso nei confronti dell’imprenditore dell’azzardo un mandato di cattura internazionale per corruzione. Dalla torrida spiaggia di Waikiki a St Maarten (nella foto in pagina si vede Corallo al bar della spiaggia prima della latitanza) vorrebbero trasferirlo in una più fresca cella di San Vittore. In un’intervista, fatta di assist e risposte, a un mensile inglese del gioco d’azzardo, Corallo definisce le accuse «una vendetta ingiustificata (...) c’è chi promuove i propri interessi a spese di B Plus e a discapito dello Stato italiano e del suo popolo».
Addio Italia
A proposito di slanci patriottici: dall’anagrafe di Catania si apprende che Corallo avrebbe rinunciato alla cittadinanza italiana con grande tempismo. Risulta infatti che il 20 settembre 2011 Corallo si sia presentato all’ufficiale dello Stato civile per «cancellarsi da italiano» sulla base di una norma del 1952. Il sindaco di Catania timbra a fine ottobre e Corallo diventa straniero. Pochi giorni dopo partono le perquisizioni della Gdf e l’inchiesta Bpm-Ponzellini esce allo scoperto. Intanto Atlantis World-B Plus, per adeguarsi alla nuova normativa italiana, ha spostato la sede da St Maarten a Cipro. Ma sopra c’è un’oscura holding delle Isole vergini britanniche e, in cima alla catena proprietaria, un trust (The Vales), costituito in Nuova Zelanda nel 2008.
Nonna filtro
E «l’operazione nonna»? Una signora catanese di 90 anni, Francesca Maugeri, ha comprato da Francesco Corallo il 75% di una piccola immobiliare, la Trimare srl. È però il papà di Francesco, Gaetano, a presentarsi il 15 giugno 2007 dal notaio Vigneri «in proprio — recita l’atto — e anche in nome, conto e interesse» del figlio. È un passaggio chiave: «In nome, conto e interesse del figlio». La Trimare, proprietaria di un terreno edificabile, rimane solo un mese nelle mani della novantenne (prestanome-filtro?) che rivende tutto al catanese Carmelo Aitala. E chi è Aitala? Un imprenditore di Catania che fece affari con il gruppo del costruttore Carmelo Costanzo, il cavaliere catanese accusato e poi assolto per le sue relazioni con il boss mafioso Nitto Santapaola. Gaetano Corallo, papà di Francesco, fu anch’egli in rapporti con Santapaola ma ugualmente assolto dall’aggravante mafiosa in un’inchiesta per corruzione (condanna a 7 anni, scontati) nella tentata scalata al casinò di Sanremo. L’operazione «nonna-Trimare» è del 2007 eppure Francesco Corallo ha detto: «Da vent’anni non vedo mio padre, non c’entra nulla con le mie attività» (L’Espresso, 2004). O fatto dire dai suoi avvocati (2009) che «Corallo non ha più rapporti col padre ormai da tantissimi anni». Magari si vedono, ogni tanto, sulla spiaggia di Waikiki.
Mario Gerevini