Pierluigi Battista,Corriere della Sera 19/10/2012, 19 ottobre 2012
QUANDO I POLITICI SISTEMANO FIDANZATI E FIDANZATE
Va bene, anzi va male, ma è possibile che non ci sia niente di nuovo e che si sia sempre fatto così. Però forse un velo di pudore e di ipocrisia, un minimo di salvaguardia delle forme non sempre sarebbero da evitare. Che i politici piazzino fidanzati e fidanzate, amanti, mogli, figli, cugini, nipoti, cognati, così, senza quel minimo di vergogna, almeno di nascosto, la dice lunga su un costume che è diventato talmente comune da essere praticato con arrogante spudoratezza. In Calabria, ma anche in Lombardia, nel Lazio, ovunque. A destra, a sinistra, al centro.
L’ultima è della presidente della Provincia di Catanzaro, signora Wanda Ferro, sulle cui capacità e competenze politiche non possono sorgere dubbi, che ha nominato direttore generale il suo compagno.
Ora, già le Province non godono di ottima reputazione. Già la politica non è quella cosa che crei molto entusiasmo tra i cittadini che ironicamente chiedono a Crozza dove sia esattamente ubicato quel negozio di forconi di cui aveva fatto cenno e che loro vorrebbero svaligiare. Ma insomma, si poteva evitare un presidente di Provincia che usa i suoi uffici come ente di collocamento per il suo sicuramente competentissimo compagno? Certo, lo sappiamo tutti: tutti tengono famiglia. Ma un minimo, solo un minimo, di senso dell’opportunità e del decoro istituzionale?
Sappiamo dei figli che, pezzi di cuore del padre, sono gratificati con una smagliante carriera politica. E al Trota ora si affianca il figlio del presidente siciliano Lombardo. Sappiamo delle mogli di sindaci e dirigenti politici che sono diventate a loro volta parlamentari. Sappiamo della passione politica che Rosy Mauro aveva per il suo bodyguard, così sfrenata e incontenibile, da inserirlo nelle ristrette cerchie della decisione familiar-politica bossiana. Sappiamo dell’azienda del fratello del presidente della Regione emiliana Errani che ha ricevuto appalti non lontani dal fulcro degli affari regionali. Sappiamo che l’ex presidente della Camera Pivetti ci tenesse molto al suo nuovo compagno, dopo una dura vita da militante single, tanto da raccomandarne le capacità professionali senza freni inibitori.
Sappiamo delle fidanzate di Fiorito. Sappiamo del cognato del presidente della Camera che si è occupato di appartamenti patrimonio del partito. Sappiamo tutto, ma appunto, è il pudore che manca oramai.
Nemmeno le forme da salvare. L’ipocrisia di un tempo da tenere al riparo. E sicuramente sarà un dirigente con i fiocchi il compagno della presidente della Provincia di Catanzaro, ma sarebbe stato preferibile provare i suoi talenti altrove, lontano dal potere politico di famiglia. Una questione di forme. Di pudore. E anche, chissà, di decoro.
Pierluigi Battista