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 2012  ottobre 19 Venerdì calendario

«APPALTI SU MISURA ALLA DITTA PIU’ CARA». ACCUSE A REGIONE LAZIO E CAMPIDOGLIO —

Appalti «su misura» per favorire un’unica società. Decine di milioni di euro elargiti grazie a gare confezionate per la «Sogesi spa», ditta specializzata nel settore delle pulizie. L’indagine avviata dal pubblico ministero Paolo Ielo punta direttamente al Comune di Roma e alla Regione Lazio.
Perché il principale indagato per i reati di corruzione e turbativa d’asta è Franco Panzironi, l’ex amministratore delegato di Ama (l’azienda municipalizzata per l’ambiente) fedelissimo del sindaco Gianni Alemanno, segretario generale della sua fondazione «Nuova Italia», nominato nel luglio scorso al vertice di Roma Multiservizi nonostante le numerose inchieste nelle quali è stato coinvolto.
E perché la Sogesi si è aggiudicata un altro incarico milionario: la commessa da 59 milioni di euro per il servizio di lavanderia da svolgere in tutte le Asl. «L’hanno ottenuto — denunciano le ditte estromesse — grazie ai rapporti con il sindacato Ugl e dunque con la governatrice Renata Polverini».
L’accordo preventivo
Le perquisizioni della Guardia di Finanza cominciano all’alba di ieri. I militari entrano all’Ama e nella sede della ditta a Perugia, ma anche in quelle delle consociate «Alsco Italia» e «Alfredo Grassi spa». L’ordine del pubblico ministero è di acquisire «la documentazione relativa all’assegnazione dell’appalto per il servizio di noleggio, lavaggio, manutenzione, fornitura, logistica del Dpi (i dispositivi di protezione individuale) e vestiario per il personale del Gruppo Ama per un periodo di 48 mesi» perché la gara del novembre 2010 sarebbe stata «turbata con mezzi fraudolenti costituiti da un preventivo accordo predeterminando caratteristiche e tempi di fornitura tali da impedire ad altri concorrenti di presentare offerte concorrenziali».
Sono state proprio le ditte escluse a presentare la denuncia. In particolare i dirigenti della «Lavin spa» hanno evidenziato come nel bando fossero elencate esattamente le caratteristiche dei prodotti distribuiti dalla «Sogesi spa». E questo nonostante la loro offerta fosse più bassa. Nella relazione trasmessa dalla Finanza al pubblico ministero si sottolinea come «Panzironi ha illecitamente deliberato l’aggiudicazione della gara con una base d’asta di 23 milioni e 500 mila euro alla "Sogesi spa" sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa per un importo pari a 16 milioni 368 mila euro, quindi superiore a quello della concorrente "Alto Adige spa" pari a 14 milioni 500 mila euro nonché dell’altra concorrente "Lavin spa" pari a 12 milioni 800 mila, ottenuta grazie ai migliori punteggi sui parametri "modalità e tempi di ritiro dei capi sporchi e di gestione delle scorte" e "conformità dei Dpi e vestiario in termini di tessuto e foggia", nonostante sul bando di gara fossero pendenti ricorsi e contenziosi amministrativi ancora non definiti, rendendo inopportuna e sospetta l’improvvisa accelerazione della procedura di aggiudicazione dei lavori».
Gli affari con le Asl
Mentre i partiti di opposizione vanno all’attacco, il sindaco prende tempo. «Aspettiamo come sempre il lavoro della magistratura. Vedremo il significato e la portata di questa inchiesta e poi giudicheremo», si limita a dichiarare Alemanno consapevole che Panzironi rischia già il processo per l’infornata di assunzioni di amici e parenti fatta all’Ama. Intanto si scopre che le stesse aziende si sono fronteggiate per un altro appalto, questa volta da 109 milioni di euro messo in bando nel maggio 2011 dalla Regione Lazio. È relativo ai servizi di lavanderia per tutte le Asl del Lazio. I primi quattro lotti — per un totale di 59 milioni di euro — se li è aggiudicati proprio la «Sogesi spa» unica ditta a presentare l’offerta. In realtà la base d’asta troppo bassa aveva convinto le altre società a mandare deserta la gara e attendere il prevedibile rialzo. Un aumento che però non c’è stato e così il 24 aprile scorso la commessa è stata assegnata e a luglio è avvenuta la firma del contratto.
«Sogesi spa» non ha ancora cominciato a lavorare, ma c’è un dettaglio che appare quantomeno sospetto: l’incarico non comprende il servizio di sterilizzazione di macchinari e uniformi. Una «voce» molto remunerativa che qualcuno avrebbe voluto aggiungere al contratto senza un ulteriore bando consentendo guadagni ben più alti. Una correzione che difficilmente potrà essere fatta adesso che la magistratura ha chiesto agli investigatori delle Fiamme Gialle di elencare eventuali altre commesse ottenute dalla ditta umbra nei suoi rapporti con le amministrazioni pubbliche per verificare la regolarità delle procedure.
Fiorenza Sarzanini