Massimo Gaggi, Sette 19/10/2012, 19 ottobre 2012
FARMACI PEGGIO DELLA DROGA
[Gli antidolorifici fanno strage: ma gli affari sono enormi e fermarli sarà difficile] –
Dalla Colombia all’Afghanistan passando per il Messico, il governo di Washington continua a combattere la sua battaglia contro i narcotrafficanti e la diffusione delle droghe pesanti che uccidono migliaia di americani ogni anno. La Dea, l’agenzia federale antinarcotici, viene applaudita per il suo impegno, ma pian piano l’amministrazione Usa si sta accorgendo che, per contenere il fenomeno della tossicodipendenza, i suoi agenti, oltre a pattugliare la giungla amazzonica e i campi di papavero dell’Asia centrale, dovrebbero osservare con più attenzione quello che accade anche nelle farmacie e negli studi medici americani. Dove le prescrizioni di antidolorifici oppiacei, un tempo riservate ai malati terminali di cancro, ormai vengono date con estrema facilità per combattere qualunque tipo di dolore. Col risultato di creare nuove dipendenze e, a volte, una sorta di “mercato nero” di farmaci che sono, a tutti gli effetti, sostanze stupefacenti molto simili all’eroina.
L’America, terra di eccessi, lo è anche in campo farmacologico. Non è una novità, i casi sono tanti: dal Ritalin, l’Adderall e gli altri medicinali per i ragazzi affetti da sindrome da deficit di attenzione e iperattività, che vengono poi somministrati anche a studenti senza problemi di salute, solo per far ottenere loro voti migliori a scuola, quelli che aprono le porte delle migliori università, ai medicamenti anticolesterolo e antitrigliceridi pubblicizzati in televisione. Un invito ai pazienti a premere sui loro medici, facendo capire che, se prendi la pasticchetta che ti pulisce le arterie, poi non sei costretto a “rigare dritto” a tavola.
Ma quello degli antidolorifici è sicuramente il caso più grave, anche se se ne parla poco. Anzi, forse proprio per questo. Ogni anno negli Stati Uniti oltre 15mila persone muoiono per “overdose” di antidolorifici: più di quelli uccisi da cocaina, eroina e le altre droghe illegali messi insieme. Non sono illazioni, sono i dati pubblicati dal Centers for Disease Control and Prevention, l’agenzia federale responsabile del monitoraggio dello stato di salute degli americani.
L’anno scorso le farmacie Usa hanno venduto medicinali di questo tipo per oltre nove miliardi di dollari e le prescrizioni sono raddoppiate rispetto al livello di dieci anni fa. La versione generica del Vicodin – farmaco del quale anche il Dr. House, nel noto serial televisivo, non riesce a fare a meno – è, ormai, il medicinale più prescritto negli Usa.
Tornare indietro non sarà facile: i pazienti sono insofferenti al dolore e chiedono farmaci efficaci, magari anche contro le pene della loro psiche; le farmacie guadagnano; e l’affare è diventato grosso e allettante anche per l’industria. Gli oppiacei, come l’ossicodone, sono sul mercato da quasi un secolo: i brevetti sono quindi scaduti. Ma negli ultimi anni il lancio di questi farmaci nella nuova versione a rilascio graduale e la possibilità di mescolarli a un altro principio attivo – per esempio un antinfiammatorio – ha reso questo filone farmaceutico di nuovo assai redditizio.
I medici si ritrovano in mezzo, pressati dalle industrie e anche dai pazienti che minacciano di piantarli per altri clinici più “flessibili”, se non ottengono la sospirata prescrizione. Decisione difficile, anche perché in questo campo i confini tra lecito e illecito sono molto difficili da tracciare. E perché, secondo molti, l’uso degli oppiacei per curare nuovi tipi di patologie che vanno anche al di là del dolore fisico inteso in senso stretto, fa parte della naturale evoluzione della medicina. Per esempio c’è una nuova categoria di americani – quella dei veterani tornati dalle missioni di guerra in Iraq e Afghanistan – che fa massiccio ricorso a questo tipo di farmaci per attutire il dolore delle loro ferite, fisiche e psicologiche. Non è un fenomeno trascurabile: si tratta di 2,5 milioni di cittadini, quasi l’1% della popolazione. Per l’America sono eroi e nessun medico negherebbe loro questi farmaci. Che danno dipendenza e, quindi, andranno presi a vita.