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 2012  ottobre 18 Giovedì calendario

UN PROTAGONISTA DEL NOVECENTO

[Gallarati Scotti, dalla biografia di Fogazzaro al Banco Ambrosiano] –
Tra gli italiani illustri che hanno onorato il secolo XX, un posto di primo piano spetta al letterato e uomo politico Tommaso Gallarati Scotti, esponente di quella nobiltà lombarda che tanta parte ha avuto nelle vicende dell’Italia moderna. Nato a Milano il 18 novembre 1878, egli ricevette la sua prima formazione religiosa dall’allora dottore della Biblioteca Ambrosiana don Achille Ratti, futuro Pio XI. Conclusi gli studi secondari, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova e nella città ligure si legò a padre Giovanni Semeria, studioso delle origine cristiane oltre che convinto sostenitore della necessità di un profondo rinnovamento nel campo degli studi religiosi.
Grazie a padre Semeria, Gallarati Scotti non solo venne affinando la sua spiritualità e precisando i suoi orientamenti culturali, ma poté anche entrare in contatto con i più significativi rappresentanti del cosiddetto riformismo religioso dell’Europa del primo Novecento, altrimenti noto come modernismo. In quegli anni, mentre approfondiva gli scrittori del Risorgimento, manifestando un particolare interesse per il pensiero di Giuseppe Mazzini e per gli esponenti del cattolicesimo liberale da Manzoni a Rosmini, conobbe il romanziere e poeta Antonio Fogazzaro cui si strinse di viva amicizia, tanto da dedicargli una intensa biografia, la cui prima edizione - uscita nel 1920 - sarebbe stata messa all’Indice.
Dopo la Grande guerra, durante la quale fu tra l’altro assegnato al Comando supremo come ufficiale d’ordinanza del generale Luigi Cadorna, partecipò ai dibattiti sul ruolo dell’Italia nel concerto dell’Europa, ma l’avvento del fascismo impedì a lui, come a molti altri spiriti democratici, di mettere a punto e di realizzare i progetti volti a favorire il rinnovamento politico del Paese.
Di fronte al consolidamento della dittatura abbandonò la scena civile e politica e si dedicò in via prevalente all’attività di scrittore: nel 1921 pubblicava La vita di Dante e il dramma Così sia; nel 1922 dava alle stampe una raccolta de Le più belle pagine di Santa Caterina da Siena; nel 1926 tracciava un rapido schizzo biografico di san Francesco d’Assisi per il centenario della morte. Ma anche in questa fase, continuò, nonostante il controllo della polizia, a restare in contatto con antifascisti di fedi e partiti diversi e a nutrire per il regime la più ferma avversione, come ben testimoniano i suoi carteggi privati.
Nell’ultima concitata fase della Seconda guerra mondiale la sua casa di via Manzoni diventò ritrovo d’esponenti della resistenza polacca e di antifascisti e, assai prima del 25 luglio, Gallarati Scotti ebbe contatti con la monarchia con l’intento di sollecitare Vittorio Emanuele III a sfiduciare Mussolini. Caduto il regime, non esitò a ospitare presso di sé le riunioni dei partiti che avrebbero dato vita al Cln e alle quali personalmente prese parte in rappresentanza del Partito liberale, ma dopo l’8 settembre del 1943, colpito da mandato di cattura da parte della Rsi, fu costretto a rifugiarsi in Svizzera, dove avrebbe peraltro svolto un’intensa opera di contatti con altri rifugiati (Einaudi, Belotti, Jacini, Marchesi, Facchinetti, Boeri) e con rappresentanti degli Alleati.
Ai primi di luglio del 1944, Gallarati Scotti, mentre era ancora rifugiato in Svizzera, ricevette dal governo Bonomi l’offerta dell’ambasciata italiana in Spagna. Dopo qualche esitazione iniziale, decise di accettare e il 9 febbraio 1945, lasciata la Svizzera per Roma, si imbarcava a Napoli su una vecchia nave inglese diretta a Gibilterra, da dove raggiungeva Madrid. L’azione diplomatica da lui svolta nella capitale spagnola fu molto importante. Non solo pervenne a risolvere delicate questioni concernenti i rapporti tra Italia e Spagna, ma, avendo stabilito buoni rapporti con i rappresentanti a Madrid di Inghilterra e Usa, svolse anche un’intelligente opera perché questi inducessero i rispettivi governi, vincitori della guerra, ad assumere un atteggiamento più benevolo verso l’Italia.
Nell’autunno del 1947, dopo che l’Inghilterra riattivò normali relazioni diplomatiche con l’Italia, il governo italiano nominò Gallarati Scotti ambasciatore a Londra, dove rimase fino a tutto il 1951. Anche in questo caso la sua iniziativa diplomatica fu molto proficua. Durante i quattro anni londinesi agì con grande efficacia per ristabilire quel clima di amicizia tra i due Paesi che risaliva al periodo del Risorgimento,ma che il fascismo aveva messo a dura prova. Quando concluse la sua esperienza di ambasciatore, aveva ormai 73 anni, un’età in cui avrebbe potuto tranquillamente godersi un po’ di riposo, dedicandosi ai suoi studi letterari e religiosi. Ma, in considerazione della sua autorevolezza, gli ambienti finanziari e imprenditoriali di Milano ricorsero a lui per alcuni importanti incarichi, come la presidenza del Banco Ambrosiano (1954 - 1964) e della Fiera di Milano (1954 - 1958), ed egli non si tirò certo indietro, facendo fronte a quelle responsabilità con intelligenza e signorilità.
In quegli anni Gallarati Scotti intraprese altresì una Collaborazione con il Corriere della Sera, per la cui terza pagina scrisse una serie di suggestivi articoli - ricordi, profili, riflessioni - raccolti poi in due volumi con il titolo Interpretazioni e memorie (Mondadori). Ma gli ultimi anni della sua vita furono allietati soprattutto dal constatare come la Chiesa, per la quale aveva personalmente non poco sofferto, conoscesse un momento di nuova fioritura, grazie al Concilio Vaticano II e all’elezione di due pontefici - Giovanni XXIII e Paolo VI - con i quali ebbe il privilegio d’intrattenere rapporti personali. Gallarati Scotti morì il 1 giugno 1966, lasciando un ricchissimo archivio, conservato presso la Biblioteca Ambrosiana.
All’indomani della sua morte, per volontà degli eredi e con il supporto scientifico di un gruppo di qualificati studiosi, era stato costituito un Centro studi a lui intitolato, con sede in via Manzoni 30 a Milano. Per qualche tempo il Centro è rimasto inoperoso; ma da qualche anno esso ha avviato un’intensa attività, indicendo tra l’altro tre importanti convegni di studio volti ad approfondire la biografia di Tommaso Gallarati Scotti e curando la ripubblicazione della sua biografia fogazzariana, nell’edizione del 1920 (Morcelliana, Brescia 2011). Scopi essenziali del Centro sono: a) promuovere iniziative di studio relative alla storia politica, sociale, culturale e religiosa lombarda nel più ampio quadro della storia italiana ed europea; b) far conoscere l’opera e l’archivio di Tommaso Gallarati Scotti, attraverso l’incentivazione di studi, ricerche, pubblicazioni e l’organizzazione di dibattiti, incontri e seminari.