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 2012  ottobre 17 Mercoledì calendario

La guerra per i figli e quei consigli choc degli avvocati - La premessa è d’obbligo:qualche av­vocato scorretto ( giustamente persegui­to dalla legge e dall’ordine professiona­le) non può macchiare l’operato della maggioranza dei legali che operano nel pieno rispetto deontologico

La guerra per i figli e quei consigli choc degli avvocati - La premessa è d’obbligo:qualche av­vocato scorretto ( giustamente persegui­to dalla legge e dall’ordine professiona­le) non può macchiare l’operato della maggioranza dei legali che operano nel pieno rispetto deontologico. Eppure... Eppure chi ha studiato il fe­nomeno da vicino, assicura che di avvocati senza scrupo­li ce ne sono, eccome. E più gli ambiti sono delicati, co­me quello ad esempio del di­ritto di famiglia, e più certe «strategie» rischiano di di­ventare borderline . Losabe­ne-Laura Marinaro dell’asso­ciazione «Figli liberi» e autri­ce del saggio Avrei voluto es­sere padre , non un libro a te­si, ma che si limita ad analiz­za­re un fenomeno in cui è impossibile se­parare i «buoni» dai «cattivi». Separazio­ni, divorzi, figli in affidamento rappre­sentano da sempre perfetti terreni di scontro per mettere in campo il peggio di sé. Ed è proprio in questi «interstizi» che si frappongono certi consigli-choc. «Avvocati che possono arrivare perfino a inventare casi di pedofilia, violenza sessuale, truffe, tossicodipendenza», pur di «avvantaggiare» il proprio cliente a scapito dell’«avversario».«Donne con­tro l’ex marito, uomini contro l’ex mo­glie in una guerra senza esclusione di colpi», racconta al Giornale Laura Mari­naro, stilando una sorta di top ten delle «scorciatoie» per massacrare la contro­parte: «Il ricorso alla finta violenza è lo stratagemma più ricorrente. Quale giu­dice affiderebbe infatti un figlio a un ge­nitore sulla cui testa pendono gravi accu­se? ». Ma ci sono anche tecniche più sotti­li, come quella suggerita da un avvocato a una mamma: durante i tre mesi che li separavano dal­l’udienza di affida­mento, la donna avrebbe sempre do­vuto dare ragione a suo figlio, assecon­dandone ogni desi­derio. Così, quan­do il bambino sareb­be stato sentito dai consulenti, la don­na avrebbe fatto la fi­gura del genitore buono mentre il papà sarebbe passato per quello cattivo. Sospetti di strane procedure che han­no sfiorato anche l’avvocato che difen­de la mamma di Leonardo, il bambino di Cittadella diventato tristemente «fa­moso » per essere stato trascinato via dal padre e dai poliziotti davanti ala scuola. A tenere banco è un video sul web nel quale l’avvocato della mamma di Leo­nardo, Andrea Cuffari, racconta una sua esperienza con un minore di nome «Matteo», anche lui conteso dai genito­ri. Nella registrazione si sente l’avvoca­to, Andrea Cuffari, ricordare uno stral­cio del colloquio avuto col piccolo «Mat­teo »: «Se tu mi hai detto che non ci vuoi andare (dal padre ndr), beh allora glielo devi far capire (agli assistenti sociali, al­lo psicologo e ai poliziotti che sarebbero andati a prelevarlo dalla casa della ma­dre ndr). Fai i capricci, perché devi dirle queste cose. Come fai i capricci per le fi­gurine, fai, perché gli adulti possano ca­pire ». Consigli che ebbero «successo». Tanto che gli operatori incaricati di pre­levare il bimbo furono co­stretti a battere in ritirata. Ora, dopo che la registra­zione è diventata di domi­nio pubblico, l’avvocato Cuffari nega di aver mai imbeccato «Matteo». Il ri­ferimento è appunto al vi­deo che lo ritrae mentre racconta nel 2011 un episo­dio di cui sarebbe stato protagonista 15 anni fa, «quando non era ancora un legale» precisa l’avvocato all’ Ansa . Cuffari spiega di aver diffuso lui stesso quelle immagini su Youtube e chiarisce che «non vi è nessuna relazio­ne con il caso padovano». «È una storia terribile di 15 anni fa - sottolinea - che ri­guardava un ragazzino vittime di abusi da parte del padre. La madre mi chiamò dicendo che si sarebbe tolta la vita se non fosse riuscita a strappare il figlio dal­l’influenza del genitore. Le consigliai di dire al bambino di raccontare ai grandi quello che sentiva. Grazie a Dio le sue pa­role vennero ascoltate e si evitò che il pic­colo finisse con il padre». Già, il padre: il solito mostro.