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 2012  ottobre 19 Venerdì calendario

IL PDL CHE TACE E LOTTA SI RIBELLA (FORSE) AL CAPO CHE LO VUOLE SUICIDARE

[“Siamo leali ma serve chiarezza”, dice Cicchitto. Amazzoni verso il gruppo autonomo. Alfano trama con Casini] –
Roma. Il mondo non si divide in cristiani e infedeli, dissentire non significa tradire, dialogare non è vendersi, dubitare non è una malattia dell’anima. “Bisogna che Berlusconi sappia che gli siamo leali”, dice Fabrizio Cicchitto. “Ma è arrivato il momento di prendere delle decisioni e fare delle scelte”. Si candida o no il Cavaliere? Alla Camera si agitano le amazzoni del Pdl, Michaela Biancofiore, Nunzia De Girolamo, Fiorella Ceccacci, forse vogliono fare un gruppo autonomo autorizzate da Berlusconi, forse sono solo mugugni, ma tira aria di dissoluzione: molte di loro hanno telefonato alla pasionaria Santanchè dopo aver letto la sua intervista al Foglio: “Brava! Il Pdl va chiuso”. Solo Berlusconi tace (ma Paolo Bonaiuti a tarda sera smentisce la pasionaria Santanchè). Il Cavaliere resta chiuso nel suo studio con gli avvocati (oggi parla al processo Ruby), mentre Alfano a Bucarest incontra Casini e nella notte riprende a tessere la trama di un’alleanza che il capo dell’Udc in realtà non ha interesse (non ancora) a chiudere.
Ed è così che si consuma il travaglio del berlusconismo, tra sospetti che si incrociano, telefonate fatte e poi smentite, indicazioni confuse che partono da Arcore. Il capo dov’è? Cosa vuole Berlusconi? E Cicchitto la mette così: “Il Pdl è una certezza anche se va profondamente cambiato e rinnovato. L’azzeramento del partito è un suicidio, l’idea della rottamazione è incivile e repulsiva. Ma da quando si può brandire l’esperienza come se fosse un’arma o una colpa? Se uno è scemo lo è a trent’anni come a settanta, la rottamazione è una volgarità priva di senso”. Ma il Cavaliere è tentato, vorrebbe restituire i suoi uomini alle sembianze di tante zucche, come disse una volta. “Non credo che Berlusconi abbia questo disegno in testa”. E se lo avesse? “Il Pdl, per merito di Berlusconi, ha un segretario quarantenne e ha avuto al governo numerosi ministri giovanissimi”. Mao Tse Cav., alla guida di un partito di giovani senza Cicchitto, senza Gasparri, senza La Russa, senza Verdini. Risponde Cicchitto: “Fortunatamente Berlusconi non ha fatto la lunga marcia, ha avuto una vita più piacevole”. Cos’è la gratitudine, onorevole Cicchitto? “Essere grati a un leader significa essere leali e sinceri con lui, il contrario della gratitudine è la piaggeria. Con la piaggeria gli si fa il peggior servizio possibile”.
Berlusconi si era proposto per andare in Sicilia a fare la campagna elettorale, lì si vota il 28 ottobre, ma Domenico Nania, il senatore catanese, ha spiegato al Cavaliere che possono fare anche senza di lui. Così il partito virtuale, il partito azienda, il partito che tace, obbedisce e combatte ha sfidato il suo capo, mentre anche il capo sfida il partito, o meglio lo fa sfidare da Santanchè e da quelle deputate che i maschi del Pdl hanno ribattezzato “le amazzoni”. E’ possibile che Berlusconi divorzi dal Pdl? “Sono sciocchezze”, dice Cicchitto, mentre Quagliariello ha preso sul serio la linea Santanchè: “Se fosse questa la scelta io non ci starei”. E non si capisce più nulla. “Il nostro problema è che dobbiamo recuperare l’iniziativa politica”, dice Cicchitto. “Dobbiamo cercare di fare un accordo serio coi centristi per evitare che una catena di errori consegni l’Italia alla sinistra di Vendola. Per farlo abbiamo bisogno del Pdl. E abbiamo anche bisogno di sapere se dobbiamo fare le primarie con Alfano o se il nostro candidato è Berlusconi”. Il Cav. vuole innovare, almeno così dicono alcuni, e intanto non decide nulla. La mossa delle amazzoni, che minacciano un gruppo autonomo, suona come uno sberleffo. “Non credo a queste voci. Distruggere per fare cosa?”, si chiede Cicchitto. “Berlusconi ha carisma, ma ci vuole anche il consenso organizzato sul territorio. Ha scelto Alfano e ha scelto di sostenere il governo Monti, poi ha lanciato anche l’idea dei moderati con Casini. Bisogna essere coerenti”. Come andrà a finire? La politica è più ricca di quanto Berlusconi forse non creda, la democrazia ha una resistenza coriacea che nessuno riesce a vincere, e la densità della vita parlamentare non è soltanto il pozzo nero delle trame occulte.