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 2012  ottobre 18 Giovedì calendario

GUAR, IL SEME CHE INCEPPA GLI INGRANAGGI DI HALLIBURTON

Un piccolo seme, racchiuso in baccelli verdi simili ai fagiolini, continua ad inceppare gli ingranaggi di Halliburton, una delle maggiori società mondiali di servizi per l’industria petrolifera. Il seme è quello del guar, leguminacea coltivata perlopiù in India, da cui si estrae una sostanza collosa che fino a pochi anni fa si usava soprattutto come addensante per gli alimenti e nella preparazione di alcuni cosmetici, ma che oggi è diventato super-conteso nel settore dell’Oil & Gas perché è uno degli ingredienti principali della miscela che viene iniettata nelle rocce argillose per estrarre idrocarburi: l’ormai celebre tecnica del fracking, alla base dello strepitoso successo di shale gas e shale oil.
Anche nel terzo trimestre, come già nel secondo, Halliburton ha accusato una forte contrazione degli utili (-11,8% a 604milioni di $) che ammette essere legata in gran parte proprio al guar. L’altro motivo è la forte frenata delle operazioni nello shale gas in Nord America, decisa dai produttori in reazione al crollo dei prezzi: il numero di trivelle attive è sceso ai minimi da 13 anni.
Per il guar la faccenda è un po’ più complessa. L’improvviso boom di domanda aveva fatto letteralmente esplodere i prezzi del prodotto: negli Usa si è passati da un migliaio di dollari per tonnellata nel 2010 a circa 5mila a fine 2011, per poi salire oltre 20mila $ lo scorso luglio. Le importazioni dall’India, responsabile dell’80% dell’offerta globale, sono nel frattempo più che triplicate. Nell’industria estrattiva si è diffuso il panico.
Halliburton e Baker Hughes, il suo principale concorrente, hanno scatenato i loro ricercatori, che hanno sviluppato – con risultati finora incoraggianti – dei sostituti sintetici. Halliburton ha però fatto di più: nel timore di carenze, ha costituito una enorme scorta di guar, pari a 4 mesi del proprio fabbisogno, ossia 22-25mila tonnellate, in base a stime di Barclays. Col senno di poi, non poteva prendere decisione peggiore (la società ha già ammesso da tempo di esserne pentita). Il prezzo del guar ha probabilmente accelerato la salita proprio per effetto della camapagna acquisti di Halliburton, avviata in primavera, e poco dopo la sua conclusione ha iniziato a precipitare, tornando rapidamente sotto 10mila $/tonn.
I coltivatori indiani hanno aumentato del 20% le aree dedicate al guar e grazie al monsone favorevole si prevede che il raccolto, attualmente in corso, frutterà 1,5-1,8 milioni di tonn. dei preziosi semi, il 20-25% in più rispetto alla passata stagione. Per effetto dell’intenso accumulo di scorte, intanto, le importazioni Usa si sono ridotte al lumicino.