Dagospia 18/10/2012, 18 ottobre 2012
1- NEWSWEEK EDICOLA ADDIO, SARA’ SOLAMENTE IN DIGITALE
(ANSA-AFP) - Lo storico settimanale americano Newsweek ha annunciato che sarà in edicola con la sua ultima edizione cartacea il 31 dicembre prima di passare esclusivamente al digitale, uno sviluppo che si tradurrà in tagli di posti di lavoro. Lo scrivono Tina Brown e Baba Shetty, l’amministratore delegato sul sito The Daily Beast.
COPERTINE NEWSWEEKCOPERTINE NEWSWEEK
"Le difficoltà sono legate alla pubblicità nel settore editoriale - hanno scritto Tina Brown fondatrice e caporedattore e Baba Shetty amministratore delegato - Siamo arrivati al momento critico, a partire da adesso i nostri lettori ci potranno raggiungere sul digitale". Un cambiamento di prospettiva che "due anni fa non era per nulla immaginabile ma che adesso e negli anni a venire è diventato realtà ", continuano Brown e Shetty, ricordando che secondo un recente studio dell’Istituto Pew, il 39% degli americani dichiara di informarsi attraverso il web.
TINA BROWN E BABA SHETTY ANNUNCIANO LA FINE DI NEWSWEEK CARTACEOTINA BROWN E BABA SHETTY ANNUNCIANO LA FINE DI NEWSWEEK CARTACEO
In un comunicato dal titolo "Newsweek cambia pagina", l’azienda editoriale annuncia anche una "riduzione dei posti di lavoro ed una riorganizzazione delle operazioni commerciali ed editoriali sia negli Usa sia all’estero". Il settimanale digitale che sarà ribattezzato ’Newsweek Global’, avrà un’unica edizione a livello internazionale e sarà diretta a un pubblico "molto vario a livello di opinioni".
Sarà disponibile su internet e nei tablet a pagamento. "Si tratta di un’evoluzione di Newsweek, non stiamo dicendo Addio - aggiungono Tina Brown et Baba Shetty -. Noi restiamo attaccati a Newsweek e al giornalismo che esso rappresenta". Una decisione, concludono i due "legata al difficile contesto economico dell’editoria e della distribuzione". Lo scorso luglio il gruppo Iac aveva annunciato di avere preso il controllo dell’azienda Newsweek/Daily Beast, creata nel 2010 in associazione con il magnate della hi-fi Sidney Harman, che aveva da poco rilevato dal gruppo Washington Post il settimanale Newsweek.
Tina BrownTina Brown
2- GUARDIAN PRESTO SOLO SUL WEB,MA DIRETTORE SMENTISCE
Mattia Bernardo Bagnoli per l’ANSA - Fermare le rotative. Non per accomodare l’ennesimo scoop in zona cesarini rispetto ai tempi di distribuzione ma per sempre. Per sopravvivere. Il blasonatissimo Guardian, storico quotidiano liberal del Regno Unito, è infatti con l’acqua alla gola. Perde quattrini a palate. Ecco allora che la Guardian News & Media (Gnm) starebbe "seriamente discutendo" l’ipotesi di far del futuro il presente e passare al ’tutto digitale’ quanto prima possibile.
Daily BeastDaily Beast
La notizia è di quelle con la ’N’ maiuscola. A darla per primo è il sito More About Advertising. Il Daily Telegraph l’ha però rilanciata a stretto giro. Secondo le indiscrezioni, trapelate dal Guardian stesso, la mossa sarebbe vista come l’unica soluzione per arrestare l’emorragia dei conti - oltre 40 milioni di sterline l’anno da diversi anni. Il direttore Alan Rusbridger, da sempre contrario a una migrazione affrettata, sarebbe quindi ormai in minoranza. La sua pozione è d’altra parte nota. Prima di dire addio alla carta vorrebbe avere il tempo di sviluppare come si deve l’avventura americana. Il Guardian ha infatti aperto un’edizione in USA - solo su internet - sulla quale ha investito parecchio in termini di risorse economiche e personale.
The Guardian LogoThe Guardian Logo
L’idea è insomma di usare i ’cugini’ statunitensi come cavie per testare la fattibilità di un modello che desta ancora molti interrogativi. Stando a More About Advertising gli introiti della pubblicità digitale sono saliti l’anno passato del 16,3% fino a quota 45,7 milioni di sterline (circa un quarto del totale). I costi dell’edizione cartacea sono però più alti e le perdite del gruppo hanno quindi totalizzato 44,2 milioni di sterline. Lo Scott Trust - la fondazione proprietaria del Guardian che qualche anno fa ha portato fieno in cascina vendendo il 50% del redditizio magazine Auto Trader - teme di non avere in cassa denaro sufficiente per finanziare ulteriormente il giornale e garantirne la sopravvivenza (questo è d’altra parte lo scopo del trust voluto dal fondatore John Scott: proteggere l’indipendenza e i valori del quotidiano da ogni possibile ’interferenza’).
THE DAILY TELEGRAPHTHE DAILY TELEGRAPH
Da qui l’idea di accelerare i tempi. Gnm, per non saper né leggere né scrivere, sta intanto aspettando l’ok dell’anti trust per vendere il suo ramo radiofonico e portare a casa altri 70 milioni di capitale fresco. Detto questo, Rusbridger ha categoricamente smentito su Twitter l’articolo del Telegraph "E’ semplicemente falso", ha scritto il direttore. "I numeri per cassare la versione cartacea e passare a internet non tornano".
Gossip, dunque. Che spunta nel momento peggiore. Il gruppo è infatti impegnato in una profonda ristrutturazione che prevede la chiusura di storici supplementi e la riduzione del personale - circa 100 persone su un totale redazionale di 650 giornalisti. Il direttore insomma ha già il suo bel daffare.