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 2012  ottobre 18 Giovedì calendario

LA GLOBALIZZAZIONE DEI FURTI DI CAPOLAVORI

Non c’è investigatore che non sogni di recuperare la
Natività di Caravaggio rubata nel 1969 nell’Oratorio di San Lorenzo, a Palermo. Quel quadro, tagliato malamente e portato via su commissione mafiosa, è la prima opera d’arte nella “Most Wanted List” stilata dal Nucleo di tutela del Patrimonio culturale dei carabinieri. Capolavori spariti nel nulla, ingoiati nel gorgo di un traffico internazionale che da alcuni anni usa un altro grimaldello per comprare e vendere: la rete. Complessivamente, però, i furti di beni culturali diminuiscono. Erano 1085 nel 2007, sono stati 906 nel 2011. Inoltre nel 2011 il valore stimato del patrimonio recuperato ammonta a 326 milioni, ma era di 216 milioni nel 2009.
Sono questi solo alcuni dei tantissimi dati che compaiono in Uomini e tecnologie per la protezione dei beni culturali,
un libro che fa il punto sui furti di opere d’ar-
te, sulle iniziative di prevenzione e di repressione del Nucleo dei carabinieri (un reparto d’eccellenza, sia per la qualità del personale che per i mezzi tecnici, in particolare la banca dati, considerata la più nutrita al mondo). L’autrice del volume, pubblicato a cura della Fondazione Hruby, è Paola Guida e il libro viene presentato domani al Ministero per i Beni culturali, presente anche Lorenzo Ornaghi.
Dietro il dipinto di Caravaggio, nella “Most Wanted List” figurano capolavori come il Ritratto di donna di Gustav Klimt, rubato nel 1997 dalla Galleria d’Arte moderna di Piacenza, oppure la Madonna dell’orto, la tempera di Giovanni Bellini sparita a Venezia nel 1993. Molte sono le ferite ancora sanguinanti: l’Italia, seguita dalla Francia, è il paese più colpito dai ladri d’arte, ma tanto danneggiata è anche l’Olanda, come testimoniano i sette dipinti (Picasso, Matisse e Monet fra gli altri) trafugati martedì scorso a Rotterdam. Inoltre il traffico di beni culturali è al terzo posto, secondo l’Fbi, nella classifica mondiale dei crimini, dietro droga e armi. E sempre di più il mercato di opere trafugate è globale e le contrattazioni avvengono silenziosamente su Internet. Ma il rapporto mostra che negli ultimi anni i furti in Italia sono calati e sono anche molto diminuiti gli scavi clandestini (meno 76 per cento fra 2007 e 2009). Le regioni più colpite sono il Lazio, la Toscana e la Lombardia. In discesa soprattutto i furti a danno dei privati (meno 15 per cento) che restano comunque al primo posto fra le vittime (il 45,3 per cento delle razzie avviene in appartamenti e gallerie). Nelle chiese avvengono fra il 40 e il 44 per cento dei furti, ma anche in questo caso nel 2009 si è registrato un calo rispetto agli anni precedenti (nonostante gli oggetti trafugati
siano però cresciuti).
Ma quali sono gli oggetti che spariscono? La classifica relativa ai primi mesi del 2012 vede in testa di gran lunga i libri antichi (oltre 5 mila 500 su 10 mila 248 oggetti rubati): una vera ecatombe confermata dalla triste vicenda della Biblioteca dei Girolamini a Napoli, dove a sottrarre migliaia di volumi era, secondo le accuse della magistratura, proprio il direttore, Marino Massimo De Caro. Al secondo posto figurano le monete (poco più di mille), seguite da paramenti sacri, sculture, pitture e opere di oreficeria. I libri vengono rubati molto, ma anche molto recuperati. Stando ai dati forniti dai carabinieri, nel 2009 sono stati ritrovati oltre 16 mila volumi, 10 mila in più rispetto all’anno precedente.
I carabinieri vantano successi anche all’estero. Nel 2011 sono stati recuperati reperti precolombiani sottratti in Costarica, Ecuador, Guatemala, Perù e Messico. E inoltre si è riusciti a riportare nel museo di Sabratha, in Libia, una Testa di Domitilla sparita vent’anni prima. E anche i santuari dell’anonimato in rete sono stati scalfiti: dallo scorso anno, grazie agli accordi con eBay, è più difficile non essere identificati se si vende o si compra al riparo di un pc.