Gabriele Dossena, Corriere della sera 18/10/2012, 18 ottobre 2012
BENZINA, QUANDO L’ACCISA DIVENTA UNA TASSA PERMANENTE
Qualcuno ancora ci sperava. Molti già si erano rassegnati. In pochi erano convinti che le accise su benzina e gasolio introdotte «provvisoriamente» la scorsa estate venissero cancellate alla scadenza naturale, cioè il prossimo 31 dicembre. E così, nel rispetto delle migliori (si fa per dire) tradizioni della casa, anche le tasse introdotte in agosto per le zone terremotate dell’Abruzzo (0,42 centesimi al litro) e in Emilia (2 centesimi), diventeranno strutturali: lo prevede l’articolo 12 dell’ultima bozza della legge di Stabilità ora all’esame del Parlamento. Ingrossando in questo modo il lungo elenco delle accise, cominciato nel 1935 per finanziare la guerra in Abissinia e via via allungatosi passando per la crisi di Suez, il disastro del Vajont, le varie missioni in Libano e in Bosnia, che ogni automobilista paga tutte le volte che fa il pieno al distributore. Per inciso va pure ricordato che a ogni incremento di questo tipo si somma, con un effetto moltiplicatore, pure l’adeguamento dell’Iva, che è poi la tassa sulla tassa. Con il risultato che, solo considerando i primi otto mesi di quest’anno, nelle casse del Fisco sono finiti 24,7 miliardi di euro (di cui 7,9 miliardi di gettito Iva). In pratica poco meno di 4 miliardi (3,8 per la precisione) in più rispetto allo stesso periodo del 2011. E questo, a fronte di una diminuzione dei consumi tutt’altro che marginale, che ha sfiorato il 10%: il calo tra gennaio e agosto è stato del 9,7% per la benzina e del 9,1% per il gasolio