Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  ottobre 18 Giovedì calendario

MAMMA E PAPÀ? NO, GENITORE 1 E 2

[Francia, nuova lite sulle adozioni gay] –
PARIGI — Il progetto di legge «Matrimonio e adozione per tutti» sarà presentato in Consiglio dei ministri il 31 ottobre, e adesso che quella data si avvicina le voci contrarie prendono forza in Francia. È il titolo III della bozza a fare più discutere, quello che fa venire i nodi al pettine: si intitola «Disposizioni che mirano a rendere coerente il vocabolario del codice civile», e riguarda naturalmente tutti i cittadini, senza fare distinzione tra coppie eterosessuali e omosessuali. Oltre all’articolo V che stabilisce «Marito e moglie sono sostituiti dal termine sposi», l’articolo VII precisa che «Padre e madre sono sostituiti dal termine genitori»; nel libretto di famiglia di ogni cittadino francese, al posto di padre e madre, saranno indicati genitore 1 e genitore 2. In base a quale criterio? Forse l’ordine alfabetico.
«Non si tratta solo di aprire il matrimonio esistente a persone dello stesso sesso, ma di trasformarlo affinché queste persone possano entrarvi — ha osservato su Rtl monsignor André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi —. Non è vero che per le coppie eterosessuali resta tutto come prima. Quando marito e moglie vedranno che sul loro libretto di famiglia non sono più padre e madre ma genitore 1 e genitore 2, si accorgeranno che qualcosa è cambiato. Quando a un bambino il primo giorno di scuola verrà chiesto non più "come si chiama tuo padre" ma "qual è il nome del tuo genitore 1", ci renderemo conto che abbiamo trasformato la famiglia allo scopo di conformarla a un’altra pratica. Che può avere una sua legittimità, ma questo è un altro discorso».
L’opposizione della Chiesa francese al matrimonio gay e all’adozione degli omosessuali arriva dopo la condanna di Benedetto XVI ed era scontata; altri cardinali, come l’arcivescovo di Lione Philippe Barbarin, si sono distinti per la violenza delle proteste arrivando a parlare di «via aperta alla poligamia e all’incesto». L’arcivescovo di Parigi invece ha suscitato interesse perché coglie un punto di solito trascurato: al di là dell’accesso dei gay al matrimonio, la nuova legge riguarda tutte le famiglie.
François Hollande ha presentato il progetto di matrimonio omosessuale in campagna elettorale, quando ancora non era presidente, ed è stato eletto anche in base a quella proposta: oggi, in momenti di depressione economica, di tagli alla spesa pubblica e aumenti delle tasse, le nozze gay sono una delle poche promesse che ancora può mantenere. La legge sarà sicuramente approvata, ma anche a sinistra si riflette sulla trasformazione in corso. La filosofa Sylviane Agacinski, moglie dell’ex premier socialista Lionel Jospin, contraria alla legge, ricorda che «esiste una identità di struttura tra la coppia genitoriale uomo-donna, sessuata, e la bilateralità della filiazione (cioè il fatto che i figli abbiano due genitori). L’alterità sessuale dà il suo modello formale alla bilateralità genitoriale: è per questo, e solo per questo, che i genitori sono due, e non tre o quattro». Per Agacinski ruoli ancestrali, culturali ma anche biologici, vengono messi in discussione.
Passare da padre e madre a genitore 1 e 2 potrebbe non essere solo una questione di modulistica (la tipografia Berger-Levrault è peraltro già pronta a stampare milioni di nuovi documenti), anche se le associazioni a favore delle nozze gay tagliano corto: «Chi se ne importa di sapere chi sarà il genitore 1 e 2, a meno di non essere attaccati a una forma di gerarchia come quella tra padre e madre — dice Nicolas Gougain di Inter-Lgbt —. È solo una necessità di buon senso amministrativo, farne uno scontro ideologico non ha senso». Il presidente dell’Associazione delle famiglie monoparentali è d’accordo: «Nel momento in cui il genitore 1 ha gli stessi diritti giuridici del genitore 2 il problema non esiste», ha detto a Slate.fr Alexandre Urwicz. Ma è su questo aspetto che, tra poche settimane, sarà più forte lo scontro in Parlamento.