Nino Sunseri, Libero 17/10/2012, 17 ottobre 2012
ROTELLI SARÀ LO SCERIFFO DEL «CORRIERE»
[Al primo azionista Rcs fuori dal patto di sindacato va la presidenza del Comitato consuntivo, un nuovo organismo che vigilerà sul piano industriale. Intanto si parla di 500 tagli] –
Rcs prepara cinquecento tagli su un organico di cinquemila persone, cassa integrazione per i giornalisti e tagli molto pesanti al settore dei periodici. Ma queste sono solo indiscrezioni rilanciate dal sito Lettera 43. Ieri all’assemblea dei soci della casa editrice de Il Corriere della Sera di tutto questo non si è parlato. All’ordine del giorno l’eventuale aumento di capitale per chiudere il buco aperto nel patrimonio dalla perdita di 799 milioni del primo semestre. Come previsto i soci hanno deciso di aspettare. Apriranno, eventualmente, il portafoglio dopo aver letto il piano industriale dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane. Così l’unica notizia emersa dalla riunione riguarda la liquidazione di Antonello Perricone che fino ad aprile ha guidato la società. Si è portato a casa 3,4 milioni che certo sono una bella cifra. Tuttavia, con gesto di responsabilità, è andato via alle condizioni contrattuali. Nè bonus o altri premi. Una scelta non ricorrente fra i top manager che pretendono maxi-liquidazioni anche in situazioni aziendali avverse.
Per il resto l’assemblea è filata via liscia. Diego Della Valle era presente ma non è intervenuto. Ai cronisti ha ripetuto le sue convinzioni: che l’aumento di capitale serve, che lui è pronto a sottoscrivere anche più della sua quota ma che insomma bisogna stare un po’ tranquilli e lasciar lavorare l’amministratore delegato. Giuseppe Rotelli, l’altro outsider a caccia della maggioranza del Corriere non si è nemmeno presentato. Ha ottenuto, però, dai soci un riconoscimento importante: è stato nominato presidente del Comitato consultivo che avrà il compito di esprimersi sulle scelte strategiche del gruppo. Una sorta di consiglio d’amministrazione-bis di cui fanno parte anche Andrea Bonomi (capo di Investindustrial e presidente Bmp) e Luca Garavoglia (patron della Campari). Una scelta, probabilmente, non casuale. I tre componenti del comitato guidano imprese molto floride. Se entrano in partita con tanta esposizione significa che sono pronti a intervenire se, in conseguenza dell’aumento di capitale, dovessero esserci dei ribaltoni in via Solferino. Da quanto si può capire per arginare Della Valle.
Il patron della Tod’s, però, è imprevedibile e da ieri ancora più ricco: l’uscita da Marcolin frutterà alla famiglia quasi novanta milioni. Munizioni fresche da utilizzare, eventualmente, nella battaglia per il Corriere. Al momento, comunque tutto tace. Prima il piano industriale di Scott Jovane che appare come una sorta di rifondazione del quotidiano dopo quasi un secolo e mezzo di vita. Cinquecento esuberi (di cui 100 giornalisti) rappresentano il 10% degli occupati. Non è nemmeno escluso l’utilizzo della cassa integrazione. Soprattutto nell’area periodici dove ci sono molte criticità. Soprattutto fra i maschili (a cominciare da Max e il Mondo) oppure nell’area dell’arredamento (Abitare, Bravacasa, Casamica). Forse non è un caso che ieri il sindacato interno del Corriere con un comunicato abbia chiesto ai soci (guidati da Mediobanca e Fiat) a mettere le mani al portafoglio per fare l’aumento di capitale. Un sostegno al management. Un argine, sperano, ai tagli.