Luigi Grassia, La Stampa 17/10/2012, 17 ottobre 2012
DINOSAURO E FORSE VAMPIRO
[Si accende la disputa sui maxi-canini del "pegomastax"] –
Studiare i dinosauri è fra i mestieri più difficili di chi opera nel mondo scientifico. Quando si scopre una specie nuova, si è sempre di fronte a un mistero e non si sa mai come assemblare le ossa: ecco qua una cresta, e lì ci sono pure delle scaglie, ma sul corpo questi pezzi dove stavano? Magari ci sono anche dei corni, però erano piazzati sul muso, sulla fronte o sulla coda, da usare come flagello? E queste protuberanze saranno state delle proto-pinne per nuotare o delle proto-ali per volare o per stabilizzare la corsa al suolo? E gli stessi dilemmi si propongono per gli abbozzi di penne e per ogni altro particolare. Spesso ne nascono ricostruzioni diversissime, disegni fantasiosi. A volte ci vogliono anni o decenni prima che i vari specialisti si mettano d’accordo, in attesa del colpo di fortuna che ci regali un individuo fossile intero o quasi (mentre di regola si trova molto meno). Non parliamo poi dei tentativi di risalire alle abitudini di vita di animali estinti da decine o centinaia di milioni di anni: per esempio, certi denti formidabili servivano ad azzannare, a brucare o a che altro? Siamo di fronte a un carnivoro o a un erbivoro? A un animale solitario o gregario? E così via. Certi misteri rimangono tali. Un bel rompicapo per i paleontologi è un piccolo dinosauro, battezzato «pegomastax africanus», che sembra una via di mezzo fra un vampiro (inteso come pipistrello) e uno iemosco (un ruminante zannuto del giorno d’oggi). Questo pegomastax è vissuto circa 200 milioni di anni fa, quindi risulta fra i dinosauri più antichi, molto ma molto più antico del tirannosauro, del brontosauro e soci. Dapprincipio è stato interpretato come un dinosauro vampiro, perché i suoi fossili sfoderano dei canini micidiali, mentre il resto della dentatura non è da carnivoro: i denti sono piatti. Che se ne faceva il pegomastax di quei canini aguzzi se non poteva cibarsi di carne? La prima ipotesi è stata che azzannasse le prede e ne succhiasse il sangue... Improbabile? Ma in 200 milioni di anni se ne sono viste di cose strane, e animali con abitudini da vampiro sono esistiti ed esistono anche oggi. In effetti, se si confronta il cranio di un pegomastax con quello del «desmodus rotundus» (il pipistrello vampiro comune odierno), la somiglianza è impressionante. Però quella del dinosauro vampiro è solo una delle ipotesi vagliate via via dagli scienziati. Di quei canini si è ipotizzato, in alternativa, che servissero a un sacco di altre cose, per esempio a spezzare l’esoscheletro degli insetti. Ora il professor Paul Sereno, dell’università di Chicago, sostiene che «il pegomastax era esclusivamente vegetariano e usava le zanne solo per spaventare i predatori, come fa adesso lo iemosco» (vedi sopra). Non si offendano i paleontologi, se a noi profani tutto questo sembra un gran tirare a indovinare.