Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  ottobre 16 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA LEGGE DI STABILITA’, TAGLI E ALTRE IDEE


ROMA - Resta confermata l’applicazione retroattiva al 2012, ma con effetti di cassa nelle dichiarazioni del 2013, del taglio alle detrazioni e alle deduzioni fiscali. È quanto prevede il testo definitivo del disegno di legge di stabilità pubblicato dal governo sul proprio sito nel quale si conferma che le misure derogano allo Statuto del contribuente. La commissione Bilancio della Camera dovrà concludere i lavori entro il 9 novembre, il ddl approderà in aula il 12.
Numerosi i punti sul tavolo. Dal testo del governo salta la cosiddetta ’’tassa sugli invalidi’’. Nel testo definitivo non ci sono più i due commi che prevedevano la tassabilità Irpef delle pensioni e delle indennità di invalidità richiamati anche nel comunicato ufficiale del Cdm di martedì scorso. Saranno invece tassate le pensioni di guerra di chi percepsice redditi superiori ai 15mila euro.
Disabili. Non ci sarà neanche la stretta inizialmente prevista sui dipendenti pubblici per i permessi per l’assistenza di parenti disabili (L.104). La norma, inizialmente prevista, non è nel testo definitivo dell’esecutivo. Prevedeva la riduzione del 50% della retribuzione per i tre permessi mensili e nessuna agevolazione per i disabili diversi da coniuge-figli.
Esodati. Arrivano 100 milioni per il 2013 in favore dei lavoratori ’esodati’ che vengono messi sotto tutela. Le modalità di utilizzo del fondo saranno stabilite successivamente con un decreto di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio di concerto con i ministero del Lavoro e dell’Economia.
Enti di ricerca. Entro il 31 gennaio del 2013 dovrà essere presentata una proposta di riordino della ’governance’ di tutti gli Enti pubblici di ricerca, da parte della neo costituita Consulta dei presidenti degli stessi Enti.
Scuola. Per il 2013 è autorizzata la spesa di 223 milioni da destinare alle scuole non statali. Diversi gli interventi nella legge di stabilità sulla scuola. Misure che in molti casi, come quello dell’orario degli insegnanti o della riduzione dei distacchi presso il ministro o altre sedi di docenti e presidi, puntano ad ottenere cospicui risparmi.
(16 ottobre 2012)

CORRIERE.IT
MILANO - Le novità in materia di deduzioni e detrazioni contenute nella Legge di Stabilità rappresentano il primo passo verso quella riduzione delle agevolazioni fiscali su cui il governo Monti è al lavoro da tempo e che ha come obiettivo finale il recupero di risorse per far quadrare i conti dello Stato. L’effetto immediato per i contribuenti con un reddito imponibile superiore ai 15 mila euro è che per alcune deduzioni e detrazioni sarà introdotta una franchigia di 250 euro e che lo sconto fiscale massimo per alcune detrazioni sarà in tutto di 570 euro. Infatti d’ora in avanti il 19% sarà applicabile a un tetto complessivo massimo di 3 mila euro.
Cosa vuol dire per un bilancio familiare? Che si contrae la possibile riduzione della base imponibile su cui si calcolano le tasse e dunque si assottiglia lo «sconto» fiscale, perché ad ogni voce interessata andrà applicata la franchigia di 250 euro e per le detrazioni anche il tetto. Se confermato in Aula alla Camera, il taglio di deduzioni e detrazioni colpirà i redditi del 2012 con effetto retroattivo. Dunque le spese già fatte nell’anno corrente, sulle quali si considerava un certo «risparmio» fiscale, avranno un peso diverso sul bilancio familiare rispetto a quanto preventivato.
Gli oneri deducibili a cui sarà applicata la franchigia sono quelli previsti dall’articolo 10 del Testo Unico delle imposte sui redditi (quelle indicate dal comma 1, lettere a, b, c, d, e-ter, f, g, h, l-bis, l-ter, l-quater). Mentre le detrazioni «minori» interessate dal provvedimento sono quelle elencate dall’articolo 15 sempre del Tuir. Non rientrano nella franchigia i contributi previdenziali e assistenziali, né quelli per la previdenza complementare e quelli per le colf. Mentre non vanno a costituire il tetto massimo dei 3 mila euro le spese sanitarie, che restano detraibili al 19% senza limite ma che vedono la franchigia salire da 129,11 euro a 250 euro.
Rientrano invece nella nuova regola le deduzioni per gli assegni al coniuge, le spese mediche e di assistenza per i disabili, i contributi ai fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale, i contributi alle Ong per i Paesi in via di sviluppo, le erogazioni liberali a favore di istituzioni religiose, di università e fondazioni universitarie. La stretta sulle detrazioni colpisce gli interessi sul mutuo per la prima casa, le spese per l’intermediazione immobiliare sull’acquisto dell’abitazione principale, le spese per l’asilo nido, per l’istruzione (superiore e università) e per l’attività sportiva dei figli di età compresa tra i 15 e i 18 anni (poiché ora la detrazione è per importi non superiori ai 210 euro, con la franchigia salta del tutto), le spese per l’affitto degli studenti fuori sede, le spese funebri, quelle veterinarie e per le erogazioni liberali (Onlus, associazioni sportive e di promozione sociale), le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni.
(Fotolia)(Fotolia)
Istruzione
Limiti ai contributi versati per università e scuole superiori private
Il doppio limite di 250 euro per voce di spesa e 3.000 euro per il complesso delle detrazioni penalizza chi spende per l’istruzione dei figli o per promuovere attività culturali. In particolare, le spese per istruzione sono detraibili anche quando sono sostenute per pagare l’iscrizione in una scuola secondaria o in un’università privata, ma la detrazione deve essere commisurata a quanto previsto per le tasse dell’istruzione pubblica e qui il contribuente deve darsi da fare per conto suo perché non esistono tabelle ministeriali di riferimento. Sono detraibili i contributi pagati per le scuole superiori, per le università e i master post laurea, e anche le scuole superiori e i corsi universitari frequentati all’estero. A questo proposito il ministero ha precisato che per il calcolo delle detrazioni bisogna fare riferimento ai costi delle scuole o degli atenei che in Italia offrano un corso di studi analogo, prendendo a riferimento l’offerta formativa nel Comune più vicino a quello di residenza fiscale del contribuente.
Gino Pagliuca
Erogazioni liberali
Nel mirino donazioni a partiti, movimenti e anche alle Onlus
Se sarà confermato l’impianto del decreto i partiti perderanno una fonte di gettito legale. La normativa previgente infatti prevedeva la possibilità di versare tra 51,65 e 10 mila euro a favore dei movimenti politici, purché i beneficiari abbiano o abbiano avuto in passato almeno un parlamentare alla Camera o al Senato. Significa che in teoria sarebbe stato possibile ottenere uno sgravio fiscale fino a 1.900 euro; con le nuove regole il massimo ottenibile, e purché non vi siano altri oneri detraibili, scende a 570 euro. Per avere un termine di paragone, il tetto massimo di spesa detraibile per le Onlus è di 2.065 euro. Per ottenere la detrazione è necessario che il versamento sia stato effettuato in posta o in banca su un conto corrente creato ad hoc e che il contribuente nell’anno precedente quello cui si riferisce la dichiarazione non abbia presentato conti in perdita. È lecito pensare che questo taglio non è tra quelli che più preoccupano i contribuenti.
Francesca Basso Gino Pagliuca

CORRIERE.IT
Non ci sarà alcun rinvio ai tagli degli sconti fiscali per i cittadini: decorreranno dal periodo di imposta al 31 dicembre 2012. È quanto prevede il testo definitivo del Ddl di Stabilità pubblicato dal governo sul proprio sito web nel quale si conferma che le misure derogano allo Statuto del Contribuente. Diverse indiscrezioni lasciavano supporre un possibile slittamento dell’alleggerimento delle agevolazioni al 2013.
PRIVILEGIATO LO SCONTO ALL’IRPEF - Il rinvio di un anno del taglio degli sconti fiscali avrebbe comportato - per compensare i minori incassi - la cancellazione della riduzione di un punto dell’aliquota Irpef (dal 27 al 26%). Lunedì era il giorno previsto per la presentazione del disegno di legge in Parlamento: spetta, infatti, al Presidente della Repubblica autorizzare la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del governo.
IL TESTO - Il governo invece alla fine ha deciso di non fare «marcia indietro» rispetto al testo varato dal Consiglio dei Ministri. Ora eventuali ulteriori modifiche potranno arrivare dall’Aula, a patto di trovare le risorse necessarie (per oltre un miliardo di euro) perchè il saldo complessivo del provvedimento resti invariato. Cosa succede per le detrazioni fiscali? Di fatto saranno tagliate già a partire dai redditi 2012, in deroga allo statuto del Contribuente. Riguarderanno, tra le altre cose, gli interessi sui mutui per la prima casa, le spese per l’istruzione e per gli asili nido.

PEZZI PRESI DAI GIORNALI DI STAMATTINA.
CORRIERE DELLA SERA MARIO SENSINI
ROMA — Il governo è disposto a tornare sui suoi passi e rinviare il taglio delle detrazioni e delle deduzioni fiscali di un anno, come chiedono i partiti, ma prima occorrerà trovare la copertura. E la correzione della manovra avverrà in Parlamento, in sede di conversione del disegno di legge di Stabilità 2013 che il governo ha consegnato nella serata di ieri al Quirinale per la firma e subito dopo, in nottata per rispettare i termini di legge, alla Camera. Il rinvio di un anno del taglio delle agevolazioni fiscali, che in deroga allo Statuto del contribuente si applicherebbe già nel 2103 sui redditi del 2012, è stato sollecitato sia dal Pdl che da Udc e Pd, ma costa parecchi soldi, senza i quali il pareggio strutturale del bilancio pubblico promesso alla Ue diverrebbe sicuramente più difficile.
Secondo la relazione tecnica della Ragioneria dello Stato, già arrivata in Parlamento, la franchigia di 250 euro su gran parte delle deduzioni e delle detrazioni fiscali contribuirebbe alla riduzione del deficit con un maggior gettito di 983 milioni di euro, mentre il tetto di 3 mila euro alle sole detrazioni vale 173 milioni di euro l’anno. Per far quadrare i conti, facendo coincidere al prossimo anno il taglio delle agevolazioni e quello di un punto dell’Irpef (lo sgravio vale 6,5 miliardi a regime e 4,1 nel solo 2013), rispettando al tempo stesso gli obiettivi europei, bisognerebbe trovare 1,1 miliardi di euro da qualche altra parte.
Il governo starebbe valutando la possibilità di far slittare di un anno, quindi ai redditi del 2014, il taglio dell’aliquota sul secondo scaglione dell’Irpef, dal 27 al 26%. Nella maggioranza, invece, molti hanno già puntato l’occhio sulla nuovissima, e mai rodata, Tobin tax. Il gettito dell’imposta europea sulle transazioni finanziarie è stato calcolato in un miliardo di euro l’anno. Ma nella legge di Stabilità il governo, per il momento, ha fissato il livello del prelievo allo 0,5 per mille, cioè alla metà di quella che sarà l’aliquota minima comune europea, una volta entrata in vigore la proposta di direttiva in discussione a Bruxelles. Già ieri, dal Pd, sono venute le prime sollecitazioni ad appesantire la Tobin tax per evitare l’inasprimento immediato sugli sconti fiscali.
Nel mirino dei partiti che sostengono il governo non c’è solo lo sfasamento tra la riduzione dell’Irpef e il taglio delle detrazioni. Il Pdl chiede di scongiurare del tutto l’aumento dell’Iva di un punto, che scatterebbe dal luglio del 2013 (costerebbe 3,28 miliardi di euro), mentre il Pd insiste per alleggerire la manovra sulle pensioni e di affrontare con più energia il problema degli «esodati», per i quali la legge stanzia un fondo di 100 milioni di euro l’anno. «La legge di Stabilità deve acquisire un carattere di equità sociale, altrimenti è difficilmente sostenibile» dice il capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano.
L’assoggettamento all’Irpef degli assegni previdenziali di guerra (che dovrebbe restare) e di invalidità (che dovrebbe saltare), come degli assegni di accompagnamento, porterà ad una minor spesa pubblica, secondo la relazione della Ragioneria, di 240 milioni di euro l’anno. Altro nodo che sembra avviato a soluzione, è quello dei tagli sui permessi dei dipendenti pubblici per l’assistenza di familiari disabili, una misura criticata sia da destra che da sinistra. Il costo è limitato, 50 milioni di euro l’anno, e trovare risorse alternative non dovrebbe essere un problema insormontabile.
La relazione tecnica alleggerisce la portata dei tagli alla sanità, che ammonteranno a 600 milioni di euro nel 2013 e ad un miliardo a partire dal 2014. La stretta sulle banche vale 200 milioni nel 2013 e quasi mezzo miliardi di euro a regime, mentre quella sulle assicurazioni porterà 623 milioni di maggior gettito nel 2013 e 373 dal 2014.
Tra i tagli ci sono anche quelli a carico degli enti locali, per circa 2 miliardi di euro l’anno, e quelli a carico dei ministeri e degli enti pubblici. Le 24 ore settimanali di insegnamento per i docenti della scuola porteranno 900 milioni di euro di risparmio, mentre la nuova legge ne stanzia 233 per le scuole non statali.
Mario Sensini

TARIFFARI SALUTE
MILANO — La mannaia della spending review si abbatterà anche sulle tariffe di rimborso agli ospedali, ossia sui soldi che gli istituti ospedalieri ricevono in cambio delle cure ai malati. Così, insieme alla nascita del tariffario nazionale che definisce i nuovi rimborsi, iniziano a manifestarsi i malumori delle Regioni e dell’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop).
I tagli che s’annunciano sono pesanti. Oggi per un parto gli ospedali ricevono 2.097 euro sia in Lombardia sia in Veneto; mentre per il futuro la cifra scende a 1.272 euro (meno 39%, ma più alta dell’Emilia Romagna dove già oggi è di 943,50 euro). Una Tac all’addome adesso costa al sistema sanitario 209,54 euro in Lombardia, 284,90 in Veneto e 175,60 in Emilia Romagna; con il nuovo tariffario il pagamento della prestazione è destinato a diventare di 158 euro (con una diminuzione tra il 10% e il 44,5%). Un intervento cardiovascolare è a quota 5.523 euro in Lombardia, 4.609 in Emilia Romagna e 5.292 in Veneto; il rimborso proposto è di 3.962 euro (con una decurtazione tra il 14% e il 25%). Di qui la preoccupazione. «Le tariffe sono generalmente più basse di quelle in vigore — hanno fatto mettere a verbale le Regioni —. Pertanto il nuovo sistema tariffario porterebbe a una riduzione del finanziamento del livello di assistenza ospedaliera». E Gabriele Pelissero, presidente dell’Aiop, in una lettera al ministro della Salute Renato Balduzzi, scrive: «Riteniamo indispensabile che i tariffari divengano il più rapidamente possibile oggetto di correzioni nell’interesse dei pazienti».
Simona Ravizza
sravizza@corriere.it

DEDUZIONI IRPEF
Un punto in meno per le due aliquote Irpef più basse, ma revisione delle deduzioni e delle detrazioni. Con la legge di Stabilità scenderanno dal 23 al 22% e dal 27 al 26% le aliquote Irpef sui primi due scaglioni di reddito (da zero a 15 mila euro e da 15 mila a 28 mila euro). Un’operazione che per le casse del Fisco, secondo una stima del Tesoro, si dovrebbe tradurre in un minor gettito per circa 5 miliardi l’anno. Previsti anche cambiamenti per il regime delle detrazioni e delle deduzioni. Per i redditi superiori a 15 mila euro sale a 250 da 129, 11 euro la franchigia sulla maggior parte delle detrazioni e deduzioni. Viene inoltre introdotto un tetto di 3 mila euro agli oneri detraibili, con l’esclusione delle spese sanitarie. L’intervento va a ridurre la quota «scaricabile» sul fisco di numerose spese: assegni al coniuge, donazioni, interessi passivi sui mutui, costi sostenuti per corsi di istruzione superiore e universitaria, premi per assicurazioni sulla vita, erogazioni a Stato, Enti territoriali, Fondazioni. Non solo. In deroga allo Statuto del contribuente, il nuovo regime si applica retroattivamente a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2012. Ma su questo tema si è acceso il dibattito. E se non dovesse passare la retroattività delle detrazioni, potrebbe slittare al 2014 la riduzione dell’aliquota dal 27 al 26%.

IVA
Le aliquote Iva del 10 e del 21% saliranno dal primo luglio del 2013 di un punto percentuale, all’11 e al 22% anziché di due punti, come previsto dalla precedente manovra. Il gettito per le casse dello Stato dovrebbe essere pari a 3,28 miliardi nel 2013 e 6,56 miliardi dal 2014. In compenso, l’effetto composto della riduzione dell’Irpef, dell’aumento dell’Iva, dell’introduzione della franchigia e del conseguente taglio delle deduzioni e detrazioni fiscali, costerà alle famiglie italiane 2,5 miliardi di euro, secondo una stima fatta dalla Cgia di Mestre. Non solo. L’aumento dell’Iva, secondo le stime del Codacons, avrà a regime un impatto sull’inflazione che oscilla dal +0,7% al +1,10%, a seconda di come l’incremento sarà traslato sui prezzi finali. Le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme su possibili fenomeni speculativi e arrotondamenti selvaggi dei prezzi. Che porterebbero le famiglie a un aggravio di spesa che il Centro Studi Codacons stima in almeno 378 euro a famiglia. L’associazione ricorda che il precedente aumento Iva avvenuto a settembre 2011, nonostante il crollo della domanda, aveva già fatto schizzare l’inflazione dal 2,8% di agosto al 3,4% di ottobre, con un aumento congiunturale, da settembre a ottobre, dello 0,6%.

STATALI
Confermato per i dipendenti della pubblica amministrazione il blocco dei contratti fino al 2014. Per il 2013-2014 non sarà erogata nemmeno l’indennità di vacanza contrattuale (che tornerà nel 2015, calcolata sulla base dell’inflazione programmata). Sarà inoltre prorogato a tutto il 2014 il taglio del 5% per gli stipendi superiori a 90 mila euro (per la parte da 90 mila a 150 mila euro) e la riduzione del 10% per gli stipendi superiori a 150 mila euro (nella parte eccedente i 150 mila euro). Tra le nuove norme riguardanti i dipendenti pubblici (che però potrebbero essere stralciate, visto lo squilibrio che si verrebbe a creare tra i diritti dei dipendenti pubblici e quelli dei lavoratori del settore privato), figurano anche il taglio del 50% della retribuzione per i tre giorni di permesso previsti per assistere un figlio o una moglie disabile, e l’esclusione della possibilità di richiedere questa agevolazione anche per l’assistenza dei genitori. Evidente, con questa serie di interventi, l’intenzione del governo di continuare a ridurre una voce di spesa che attualmente pesa per quasi l’11% del Pil, ed è nell’ordine di 170 miliardi di euro all’anno. L’obiettivo è di scendere, anche attraverso la riduzione del personale (che tra il 2008 e il 2014 per il blocco parziale del turn-over è destinato a ridursi di circa 300 mila unità), a 165 miliardi entro il 2015.
RIPRODUZIONE RISERVATA

REGIONI
n arrivo nuovi tagli per 2,2 miliardi a Regioni, Comuni e Province. Con la legge di Stabilità vengono aumentati di 1 miliardo i tagli lineari previsti dalla prima spending review per le Regioni a statuto speciale. Arrivano poi 160 milioni alla Campania e circa 130 milioni per il Fondo per i Comuni in condizioni di pre dissesto. Le Regioni a statuto ordinario si vedono aumentare i tagli già previsti dalla spending review di 1 miliardo sia nel 2013 che nel 2014. Le Regioni a statuto speciale dovranno rinunciare ad altri 500 milioni l’anno. A parziale compensazione, il nuovo provvedimento istituisce un fondo per il trasporto pubblico locale, che sarà alimentato con la compartecipazione al gettito delle accise su gasolio e benzina. Le risorse previste ammontano a 465 milioni nel 2013, 443 milioni nel 2014 e 507 milioni dal 2015. I tagli ai Comuni aumentano di 500 milioni, quelli alle Province di 200 milioni. Tra l’altro, proprio questa settimana alla Camera dovrebbe arrivare la legge di attuazione della riforma dell’articolo 81 della Costituzione, che impegnerà Regioni e Comuni a concorrere al pareggio di bilancio, inserendo vincoli stringenti per le amministrazioni dissestate, e pene con sanzioni pecuniarie per chi non rispetta gli obblighi di rientro.
Testi a cura di
GABRIELE DOSSENA

SANITA
Taglio di 1,5 miliardi al fabbisogno sanitario nazionale, grazie a una ulteriore riduzione della
spesa per beni e servizi.

SCIOPERI
Riduzione delle sanzioni minime per gli scioperi non autorizzati nei servizi pubblici essenziali.

BANCHE
Posticipate di 5 anni le deduzioni alle banche per il maggior valore sul riallineamento per l’imposta sostitutiva.

ASSICURAZIONI
Nel 2013 sale dallo 0,35 a 0,50% (0,45% nel 2014) l’acconto sulle riserve tecniche delle assicurazioni.

INVALIDITA’
Le pensioni di invalidità di guerra saranno assoggettate all’Irpef, ma non sotto
15.000 euro.

ESODATI
Arriva un fondo ad hoc anche per il caso esodati: in arrivo 100 milioni, si attingerà dal Fondo Letta.

IMU
Il governo corregge l’Imu per gli immobili non commerciali e per la Chiesa in modo che la tassa scatti dal 2013.

IL DEBITO PUBBLICO IN CALO
l debito pubblico italiano è sceso a 1.975,631 miliardi di euro (dai 1.977,494 di luglio 2012). La riduzione di 1,9 miliardi di euro si evince dall’ultimo supplemento al Bollettino statistico di finanza pubblica della Banca d’Italia.
La riduzione, con ogni probabilità, è dovuta al fatto che a fronte di un fabbisogno che in agosto è stato di 6,4 miliardi si è verificata una consistente riduzione delle disponibilità del Tesoro sul conto corrente detenuto presso la Banca d’Italia e degli impieghi della liquidità (per circa 8,2 miliardi). Una riduzione da collegare anche ai rimborsi di Titoli di stato a breve, a medio e lungo termine realizzati dal ministero del Tesoro.
Il dato sul debito di agosto è singolare perché il valore nominale dello stock del debito pubblico ha quasi ogni mese una dinamica crescente; fanno – in generale – eccezione per solito giugno e luglio, per effetto degli incassi relativi all’autotassazione, e dicembre, sempre per effetto dell’autotassazione, ma anche della riduzione di attività che normalmente avviene a fine anno per le attività che normalmente il Tesoro detiene presso la Banca d’Italia.
Dal Bollettino di Bankitalia, inoltre, si ricava che nei primi otto mesi del 2012 le entrate tributarie sono state pari a 257,121 miliardi e questa crescita degli incassi è stata pari a 7 miliardi: un aumento del 2,8%, rispetto allo stesso periodo del 2011. Nel solo mese di agosto, invece, le entrate tributarie sono state di 35,310 miliardi, in calo di 0,6 miliardi rispetto ai 35,949 miliardi di agosto 2011.
A determinare l’aumento degli incassi tributari in un anno di forte recessione ha contribuito l’introduzione dell’Imu, la crescita dei proventi delle accise sulle risorse energetiche, l’anticipo di alcuni tributi (acconto dell’imposta di bollo virtuale e dell’imposta sulle assicurazioni), i maggiori versamenti dell’imposta sostitutiva sui depositi bancari e sulle obbligazioni, il gettito dell’imposta di bollo sulle cosiddette “attività scudate”.
Ma ci sono anche voci che hanno contributo in direzione di una diminuzione del gettito: l’Iva nei primi otto mesi dell’anno ha registrato una flessione degli incassi; inoltre si è verificato un incremento delle compensazioni effettuate dalle banche, per l’utilizzo di crediti d’imposta riferibili a imposte differite attive e c’è stato il venir meno del gettito dell’imposta sostitutiva sul leasing immobiliare.
I dati sul gettito fiscale dei primi 8 mesi dell’anno diffusi da Bankitalia, in ogni caso indicano “una grande maturità di una parte consistente del paese”, come ha sottolineato l’avvocato Umberto Ambrosoli. “In un momento di crisi era comprensibile una massimizzazione dell’attitudine individualistica dei contribuenti, così non è stato e non era affatto scontato”.
Fonte: IlSole24ore

SPREAD A 338