Teodoro Chiarelli, La Stampa 16/10/2012, 16 ottobre 2012
LO SCAFO ASSEDIATO DALLA RUGGINE FINE LAVORI POSTICIPATA A PRIMAVERA
Sono quattrocento, fra tecnici e sommozzatori, e si alternano giorno e notte con una ventina di mezzi navali attorno al corpaccione dilaniato della «Costa Concordia». Il bianco abbagliante dello scafo ha ormai da tempo lasciato ampi spazi alla ruggine. L’ex ammiraglia di Costa Crociere, vanto della cantieristica italiana, grande come tre campi di calcio e alta come un palazzo di quindici piani, è ancora lì, adagiata sul fondale fra Cala del Lazzaretto e Punta Gabbianara, a turbare i sonni degli abitanti del Giglio. E ci resterà, dicono al quartier generale di Costa Crociere a Genova, almeno fino alla primavera prossima, sempre che tutto vada per il verso giusto. Troppe le variabili in gioco per poter dare una data certa. Si spera solo di riuscire a salvare la stagione turistica dell’isola.
I lavori per la messa in sicurezza della «Costa Concordia» termineranno entro la fine del mese, sempre «salvo imprevisti». Siamo già in ritardo di due mesi, quindi, rispetto alla scadenza inizialmente prevista per il 31 agosto. Non per inadempienze del consorzio TitanMicoperi che si è aggiudicato l’appalto da 200 milioni di dollari della rimozione della nave, ha assicurato il Commissario delegato (nonché capo Dipartimento della Protezione civile) Franco Gabrielli. Il ritardo sarebbe dovuto a diversi fattori: le condizioni meteorologiche avverse delle ultime settimane, la presenza di forti irregolarità degli strati superficiali del granito del fondo marino e di fessurazioni nella roccia sottostante, la quantità imprevista di roccia da livellare per poter posizionare i basamenti. Finora le costanti rilevazioni svolte dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze non hanno comunque segnalato alcuna anomalia nei movimenti del relitto.
Il progetto di stabilizzazione, pensato per evitare eventuali scivolamenti dello scafo nel corso della stagione invernale, prevede l’installazione di un sistema di ritenuta costituito da quattro basamenti ancorati al fondale lato terra (due dei quali dovrebbero essere completati già nei prossimi giorni): a questi verranno agganciati 16 fasci di cavi di acciaio, collegati a punti di forza saldati sulla parte emersa del relitto e tensionati tramite dei martinetti idraulici. Di pari passo stanno procedendo le attività per il completamento del sistema di tensionamento che permetterà il riassetto verticale della «Concordia», quelle per la costruzione del falso fondale e delle sei piattaforme sottomarine sulle quali poggerà il relitto, oltre alla produzione dei cassoni dai quali dipenderà il galleggiamento.
Entro dieci giorni sarà completata la prima fase dei lavori con la stabilizzazione della nave, prevista inizialmente il 31 agosto e poi slittata, mentre, lato mare (offshore), sono già iniziati i lavori di perforazione del fondale, per permettere il successivo posizionamento delle piattaforme sottomarine che sosteranno il relitto dopo la fase di rotazione.
I 30 cassoni di galleggiamento (valore una quarantina di milioni di euro) sono in fase di costruzione in quattro stabilimenti della Fincantieri (8 ciascuno a Palermo e Ancona, 7 a Sestri Ponente e Castellammare di Stabia) e saranno consegnati fra la fine del mese e gennaio. In altri tre cantieri, invece, verranno realizzati i 6 basamenti sottomarini (ossia le piattaforme) che saranno consegnati gradualmente, sempre a partire da fine ottobre, in attesa di essere posizionati e installati.
Si arriverebbe così al riassetto verticale e al rigalleggiamento della «Concordia» entro la tarda primavera del 2013. Non è invece ancora stato definito il porto italiano nel quale verrà portato il relitto per essere demolito, anche se esiste la candidatura «forte» (sponsorizzata dalla Regione Toscana) di Livorno.