la Repubblica, 14 ottobre 2012
QUEL PASTICCIACCIO DI FORMENTERA L’ULTIMA MALEDIZIONE DEGLI ONASSIS
[Un playboy vedovo, tre vittime e un incidente senza colpevoli] –
IBIZA
— Questa è la storia di tre giovani modelle-escort — una quindicenne — e di un play boy francese dal nome ingombrante. È rimasta nel congelatore per dieci anni. Dal 2002 a oggi. Silenziata. Embargata. Il modo migliore per disinnescare uno scandalo internazionale. Un pasticcio che dalle acque cristalline di Formentera approda nelle aule di giustizia, prima, e rimbalza negli uffici delle assicurazioni, poi. In sordina. Per i tribunali e le compagnie la vicenda adesso è chiusa, ma, dice uno degli avvocati delle vittime, si è chiusa «in modo vergognoso. Come succede quando una formica si trova davanti un gigante». Iniziamo dalle «formiche». Le modelle. Due non ci sono più, una, la minorenne, dopo molte operazioni e una lunga riabilitazione, si regge in piedi a fatica. È il 20 agosto 2002. Nella baia di Illetas, a Formentera, c’è una moto d’acqua che cavalca le onde. A bordo, tre ragazze: Sylwia Branecká, polacca, 20 anni, alla guida; Zuzana Lindemannovà, stessa età, ceca, e Emilia Weissova, slovacca, avrebbe compiuto 16 anni cinque giorni dopo. Sono arrivate a Ibiza assieme a altre tre modelle dell’Est. Alcuni volti campeggiano su copertine patinate, ma anche su siti di escort. L’uomo che le ospita sull’Isla Blanca è il «gigante », o uno dei, di questa storia. Si chiama Thierry Francois Roussel, non proprio un signor nessuno. Vedovo Onassis in quanto marito (il quarto) di Christina Onassis, la figlia dell’armatore Aristotele morta il 19 novembre 1988 a soli 37 anni (ufficialmente stroncata da un edema polmonare, secondo altre versioni si suicidò ingerendo un cocktail di droghe e medicinali). Cinquantanovenne, sguardo ceruleo, Roussel deve tutto al matrimonio con la Onassis, è il 1984. Lui tombeur de femme, lei erede di un impero stimato in 3 miliardi di dollari. L’unione dura tre anni, e per quei tre anni lui si becca, da contratto, 75 milioni di dollari. In pratica 75 mila dollari per ogni giorno da coniuge. Fa niente se tradisce la moglie solo due mesi dopo le nozze con una modella svedese. Dall’unione tra Roussel e
la Onassis, nel 1985, nasce la piccola Athina. Che diventerà l’unica erede della famiglia “maledetta” Onassis, tutti morti. Torniamo all’estate del 2002. Nel patrimonio immobiliare degli Onassis c’è anche una magione a Ibiza, frazione Cala Jondal. È qui che il padre di Athina — l’ereditiera all’epoca ha 17 anni, due in più della modellina Emilia Weissová — ospita le giovani indossatrici. Per averle si rivolge a un’agenzia di Praga, l’Unique- One, di tale Roman Hajabác. Le giornate in mare di Roussel e delle sue giovani ospiti trascorrono a bordo del
Pickwick,
lo yacht del vedovo
di Christina. Il 20 agosto il panfilo trasporta la comitiva al ristorante vip “Es Moli de Sal”.
Che succede quel pomeriggio? Dopo pranzo due moto d’acqua (il proprietario è Roussel) sfrecciano a Illetas. Una è guidata dal pigmalione Hajabác. L’altra da Sylwia
Branecka, con a bordo Weissova e Lindemannova. La baia è affollata di barche. Tra i bestioni c’è l’Indian Head, un off-shore guidato dal magnate tedesco Ulrich Wilhelm Aumann. Il bolide travolge la moto d’acqua delle modelle. L’impatto è devastante, le ragazze vengono falciate. Lindemannova e Branecka muoiono in ospedale (il 29 agosto e il 6 settembre). La quindicenne Weissova finisce in coma. «Ferite gravi e permanenti », dice la diagnosi. Oggi non è autosufficiente, non può guidare né lavorare né avere figli. Di chi è la colpa del disastro? Su e da quel 20
agosto si allunga una sequenza di ombre. Con scaricabarile annesso. Il magnate tedesco dice che la colpa è della modella che guidava la moto d’acqua. Che essendo morta è la più comoda da accusare. Roussel, dal canto suo, respinge ogni addebito e, in una lotta tra giganti, chiede a Aumann 1 milione di euro di risarcimento per la sua «imprudenza». Peccato che la ricostruzione della Capitaneria Marittima di Ibiza contraddica la versione dello stesso Roussel. Anziché sciogliere i dubbi, insomma, i testimoni alzano una nebulosa. L’incidente di Illetas, al netto della sua gravità, passa sotto silenzio. Sulla pelle delle tre vittime si gioca una vicenda «molto complessa, per usare un eufemismo», dice Dario Petrelli, uno dei legali che hanno assistito Emilia Weissova nel procedimento civile. «Le famiglie
sono in una posizione di debolezza economica e sociale. Dall’altra parte, invece, ci sono persone molto ricche e influenti». Da notare: il legale di Thierry Roussel, Juan Andres Tuells, è lo stesso avvocato al quale si affidano i parenti delle vittime. Che significa? Facile. Il play boy si ritiene danneggiato al pari delle sue ospiti. Puntano il dito contro Aumann, l’unico rinviato a giudizio. Già, ma nel processo di primo grado il magnate viene assolto. Roussel-Onassis — che compare, sembra incredibile, solo nelle vesti di testimone — , e i familiari delle ragazze fanno appello: respinto. Risultato: l’incidente di Formentera, per la giustizia, non ha colpevoli. A questo punto è interessante capire come va la causa civile. Da una parte i legali delle vittime; dall’altra i colossi assicurativi che seguono l’imprenditore tedesco alla guida del-l’off shore (Allianz) e il vedovo di Christina Onassis (Winterthur, la compagnia che “copre” le moto d’acqua). «L’accordo extragiudiziale
è stato raggiunto» — conferma Emilio Solera, legale di Allianz. Su quale cifra non è dato sapere. Si parla comunque di un indennizzo irrisorio rispetto ai 20 milioni chiesti dalle vittime. Ora: se Aumann esce indenne dal processo penale, perché, visto che è innocente, deve risarcire le famiglie delle ragazze? E come mai, se Roussel entra nel procedimento solo come testimone, anche la sua assicurazione deve liquidare le vittime che ha ingaggiato dall’agenzia di Praga? Davvero non c’è nessun colpevole, o qualcuno è caduto in fallo? Domande che attendono una risposta. Se e quando arriverà, forse, scopriremo anche perché questa storia, l’ultima maledizione degli Onassis, è rimasta nel congelatore per dieci anni.