Panorama 11/10/2012, 11 ottobre 2012
E PIANGE IL TELEFONO ALLA REGIONE LAZIO
Quanto è rimasto nella cassa del gruppo Pdl alla Regione Lazio? Quanto, rispetto ai 6 milioni di euro gestiti in due anni da Franco Fiorito, l’ex capogruppo arrestato con l’accusa di peculato per avere sottratto indebitamente 1 milione e 380 mila euro? Appena 350 mila euro, con cui dovranno essere saldate anche le numerose fatture che ciascun consigliere ancora oggi, a quanto risulta a Panorama, continua a presentare per ottenerne il rimborso: uscite sulla cui legittimità dovrà essere fatta chiarezza, esattamente come su quelle registrate sui conti gestiti da Fiorito. Da quelli relativi al 2012 risultano, per esempio, numerosi bonifici fotocopia mensili da 8.380 euro. In marzo sono sei. Due su conti esteri intestati allo stesso Fiorito il quale, inoltre, il 16 marzo saldava l‘acquisto di un rilevatore del gas per 95,40 euro; il 22 prelevava allo sportello 7 mila euro in contanti e il giorno dopo girava 9.500 euro in totale su tre carte di credito prepagate, intestate non si sa a chi. Ma tra le altre spese a carico dei contribuenti spuntano adesso anche quelle per i cellulari dei 17 consiglieri. La bolletta relativa al quarto bimestre del 2012 è pari a 13.458,42 euro, ben al di sopra del tetto fissato a 1.700 euro mensili. In base al contratto stipulato con la compagnia telefonica, infatti, ciascun consigliere avrebbe avuto diritto al massimo a 100 euro al mese per 1.000 minuti di chiamate e 1.000 sms. Hanno speso invece quasi quattro volte tanto. Un altro capitolo riguarda i contratti a progetto di 32 collaboratori, assunti tutti con lo stesso progetto (l’archiviazione dati), ma pagati ciascuno con somme variabili tra i 900 euro e i 3 mila euro al mese. In alcuni casi sul contratto mancherebbe la firma del committente; in altri quella del contraente. Intanto la Regione Lazio continua a versare lo stipendio a sette collaboratori del gruppo Pdl che si sono messi in malattia quando Francesco Battistoni, succeduto a Fiorito come capogruppo, avrebbe voluto revocare loro il contratto. Tra costoro anche l’ex caposegreteria di Fiorito, Bruno Calassi.