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 2012  ottobre 14 Domenica calendario

L’ITALIA NON E’ PIU’ TRA I SORVEGLIATI SPECIALI: «RISCHIO SOLO POLITICO» — A

volte non è male poter volare sotto la linea del radar. Non lo è quando il Fondo monetario internazionale raccoglie 20 mila persone da tutto il mondo per il suo vertice annuale e, curiosamente, dell’Italia quasi non si parla più. Durante le pause caffè o nelle stanze dei grandi hotel adibite a uffici da campo, per la prima volta da mesi le conversazioni si sono concentrate su altre minacce all’economia globale.
La folla degli investitori e degli alti funzionari per adesso in effetti ha altro a cui pensare. In questi giorni, chiunque girasse per il centro di Tokyo con un badge dell’Fmi al collo sembrava voler sapere solo della Spagna. Era tempo che questo nome non veniva pronunciato d’un fiato insieme a quello dell’Italia. Ma almeno nelle percezioni, i destini dei due grandi Paesi del Sud in questa fase si stanno separando.
In privato Luis de Guindos, ministro delle Finanze di Madrid, ha cercato di rassicurare: il suo governo è pronto a firmare una richiesta d’aiuto al fondo salvataggi europeo (l’Esm) e innescare così anche gli interventi della Banca centrale europea. Il memorandum con gli impegni da rispettare in contropartita sarebbe già scritto e non conterrebbe condizioni diverse da ciò che il governo prevede già di fare. Secondo de Guindos (e molti altri) resta solo da ricevere luce verde da Berlino, perché Angela Merkel ha chiesto agli spagnoli di aspettare ancora un po’. Ufficialmente la cancelliera vorrebbe far votare al Bundestag le misure per Spagna in un passaggio solo insieme a quelle per Cipro e per la Grecia; più probabile invece che cerchi di prendere tempo perché si plachi l’onda delle polemiche tedesche contro la Bce e il suo piano di acquisti sui titoli di Stato.
Per la Spagna, ciò significa che la domanda all’Esm adesso è prevista in qualunque momento fra fine ottobre e novembre; per l’Italia, che sta per restare il solo Paese ad alto spread senza un aiuto esterno. Niente di tutto ciò sembra mettere in dubbio le scelte del governo. Vittorio Grilli, ministro dell’Economia, ieri è ripartito da Tokyo con la netta sensazione che il suo pari grado americano Tim Geithner e Christine Lagarde, direttore del Fmi, lo stiano incoraggiando a non seguire le orme della Spagna.
Non che i prossimi mesi si presentino in discesa. L’Ocse si prepara a correggere un’altra volta in peggio le stime sul Pil dell’Italia, sia per quest’anno che per il 2013. E quando giorni fa Grilli è andato alla Bundestag, con discrezione ha riservato una parte della giornata ai grandi investitori privati tedeschi. Tutti nella comunità finanziaria di Francoforte hanno elogiato il lavoro del governo di Mario Monti ma, è stato spiegato al ministro, pochi hanno fretta di investire in Italia prima che le agenzie di rating premino le riforme con un ritocco al rialzo del giudizio sul debito.
Tutto questo al vertice del Fmi è volato sotto i radar. Maria Cannata, la dirigente del Tesoro che cura il debito, a Tokyo ha continuato gli incontri con i gestori dei grandi fondi esteri. Fra gente così dell’Italia è diventato convenzionale dire che ha il saldo di bilancio migliore d’Europa, prima di pagare gli (alti) interessi sul debito, mentre il deficit spagnolo è all’8% del Pil. A questo punto delle conversazioni, regolarmente arriva però un secondo concetto: in Italia resta il “rischio politico”. Tutti hanno visto i sondaggi in cui il Movimento 5 Stelle viaggia al secondo posto dopo il Pd e davanti al Pdl. Un Paese che ha tradito le promesse in Europa così spesso, difficilmente attirerà forti flussi di denaro dall’estero fino a quando la nebbia sul dopo-voto non si solleva. Prima di togliere la riserva, molti nel popolo riunito a Tokyo nel weekend vogliono sapere che Monti resterà determinante anche in futuro. Lui e i suoi intanto contano sugli interventi della Bce per la Spagna, perché riducano il contagio e di riflesso lo spread sui Btp.
Anche così l’Italia si stacca in questa fase dalla scia di Madrid. Era uno scenario impensabile solo pochi mesi fa. Ma in una saga così cambia sempre tutto, anche da ora in poi.
Federico Fubini