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 2012  ottobre 14 Domenica calendario

TRA I BENZINAI PER FAR RIPARTIRE L’ITALIA

Il padre Giuseppe, detto Pinu, gestiva la pompa di benzina della Esso a Bettola. E il ragazzino dava una mano a fare il pieno. Imparando che cosa significa il gelo intorno alle mani e la neve nelle scarpe. Bettola allora e Bettola - questo paesino di 7 mila anime vicino a Piacenza - adesso: Bersani ci torna stamane, ma lo fa spesso nei week end di riposo, e lancia dalla pompa di benzina che fu del papà la sua corsa per le primarie contro Renzi e Vendola. Ci sarà una delegazione di benzinai ad aspettarlo al distributore e lui si pregusta la scena: «Io tra i benzinai per far ripartire l’Italia».
Se Renzi e Vendola tendono, agli occhi di molti, al fighettismo un po’ global, Bersani vuole essere l’opposto. Parte delle radici local, da quelli che lui chiama «i luoghi dell’umanità», dall’orgoglio pop della profonda provincia italiana - «Dove si parla di cose concrete», «dove il noi è ancora più forte dell’io» e dove tutto è sostanza - e in maniera identitaria ha scelto quel quadro celeberrimo di Hopper raffigurante la pompa di benzina, il cui protagonista ricorda vagamente i tratti somatici del leader del Pd.
Nella ripartenza di Bersani dal suo brodo primordiale c’è la narrazione della parabola da cui egli partì - in questo paesino nacque sessant’anni fa - e la destinazione a cui vuole arrivare: quella di un’Italia che per forza e capacità di riscatto somigli al Paese che si rialzò nel secondo dopoguerra, rimboccandosi le maniche. I suoi competitor sono da tempo in cammino ma con la benzina dell’identità non immobile e capace di cambiare - questo il senso di Bersani alla pompa di Bettola, che ora gestiscono altri - il segretario democrat crede di poterli superare. E nei sondaggi è già avanti.
Ci sarà la giunta comunale al completo, a salutarlo stamane. «Accoglierò Bersani come bettolese», dice il sindaco, Sandro Busca, a capo di una giunta civica nè dio destra nè di sinistra. Il sindaco non è Peppone, mentre il parroco un po’ è don Camillo. Non ci sarà per il Bersani Day, «perchè devo celebrare in giro tante messe», dice don Angelo Sesenna. E aggiunge: «Queste cose lasciano il tempo che trovano». Comunque oggi il comizio del leader si terrà non durante ma appena sarà finita la messa: per rispetto di chi la frequenta e nella speranza che dopo la comunione molti vadano a sentire lui. Ad accogliere Bersani - il cui cursus honorum da politico territoriale lo ha portato fino alla presidenza della Regione Emilia e a quelle liberalizzazioni da ministro che hanno riguardato anche i carburanti - ci sarà un’amica d’infanzia: Angelina Anselmi. «Pier Luigi era un bimbo socievole - racconta la signora - e il più bravo della classe. Però oggi dovrebbe curare un po’ di più la sua immagine». Ma rituffarsi nel brodo primordiale, oltre che sostanza, è anche strategia comunicativa. Ossia un’immediata incursione sul terreno in cui Renzi e Vendola sono campionissimi.