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 2010  ottobre 11 Lunedì calendario

ROMANZO PORNO CERCASI DISPERATAMENTE

[Tra editoria in crisi, crescita degli Ebook e aspettative per il Nobel, l’unica cosa che davvero interessa alla Buchmesse è il successore delle «Sfumature di grigio». Meglio se un po’ bisex] –
Mai come in questa edizione, la Buchmesse, la Fiera del Libro di Francoforte, è stata così esplicitamente sex-oriented. Intendiamoci, il sesso è sempre stato una componente fondamentale della fiera del libro, ma adesso, come contrappasso, si è trasferito dagli alberghi alle pagine dei libri. A tal punto che sono in tanti a sperare nell’annuncio del premio Nobel della letteratura, atteso per oggi per tentare (impresa ardua) di riportare la narrative sui binari della letteratura allontanandola dalle molle del materasso.
Ma ancora ieri il tema erano le «sfumature», o meglio il libro che potrà ripetere il successo della trilogia firmata da E. L. James. Come fu per il Codice da Vinci, che lanciò il filone archeologico misterico, i libri più cercati dagli editori sono quelli a sfondo sessuale, e ancora meglio se lo «fanno strano».
I pettegolezzi da bar danno la seguente indicazione: il prodotto più ricercato è un romanzo di formazione porno e bisessuale, una sorta di mix tra Il lamento di Portnoy di Philip Roth e Meno di Zero di Bret Easton Ellis. Fossi un agente, al momento, tra gli italiani, cercherei di vendere Walter Siti.
Mai come in questa edizione, insomma, la Fiera del Libro di Francoforte è stata così simile a un mercato del sesso. Intendiamoci, il mercato del sesso è sempre stato una componente fondamentale della Buchmesse, dal quartiere di Kaiserstrasse (il quartiere a luci rosse di Francoforte, per una veloce sveltina tra un romanzo letterario e un thriller milionario) al celeberrimo The Palace (bordello a più piani con megajacuzzi, saune, cinema, bar, lounge corner, e una cinquantina di lavoranti nude, dove si incontrano sovente i pezzi grossi dell’editoria internazionale che, e giustamente, tra una fellatio e un cunnilingus, si lamentano della deriva sessuale che ha preso la narrativa contemporanea).
Ma se fino all’anno scorso il mercato del sesso era finalizzato alle carriere personali (un rinnovo di contratto da stagista, fregare un autore alla concorrenza, ricatti sessuali vari) adesso di sesso se ne parla soltanto, con un occhio alla pagina e uno al mercato. Come se fosse scomparsa la carne. Oggi, alla Buchmesse, si parla, tanto di sesso e se ne pratica poco. Dopo una giornata intera a parlare di sfumature e nuances, di frustrate e lividi, si arriva alla sera sfiniti, che si ha voglia di una minestrina.
Il che, è giusto sottolinearlo, non giova all’immagine della Buchmesse, immagine fatta da anziani intellettuali con un’allure impegnata, e giovanissime aspiranti qualcosa (non è importante cosa, nel circuito dell’editoria internazionale la carriera passa agevolmente da ufficio stampa a editor, da editor ad agente, da agente a ufficio stampa). Oggi, il passaggio di Roberto Calasso o di Umberto Eco o di Inge Feltrinelli farebbe ancora voltare sguardi incuriositi? La sensazione è che il sesso abbia compiuto, all’interno dell’editoria, una sorta di rivoluzione, della quale, però ancora non sono chiari i contorni. E, come avviene per ogni rivoluzione, c’è chi confida in una restaurazione.
Come dicevamo all’inizio, l’annuncio del Nobel 2012, dovrebbe essere strategico per il rilancio della letteratura «borghese». Così, a quanto si dice in giro, sfumerebbe la possibilità di vedere incoronati Bob Dylan o Thomas Pynchon (troppo hippie, e autori per i quali lo scrivente fa il tifo) mentre aumenterebbero le possibilità di vincere il premio per Haruki Murakami, Alice Munro e Adonis.
Per quanto riguarda il vademecum della Fiera: bar del Frankfurter Hof per «fare cose, incontrare gente»; bar Casablanca del Meridienne Park Hotel per sfiorare quelli che contano davvero (e con i quali è impossibile parlare senza un appuntamento fissato da mesi). Feste da non perdere quella della casa editrice Dumont e quella della Piper. Persona più informata dei fatti: Ranieri Polese.
E gli italiani? Oggi si parla della crisi. L’Aie ha presentato i dati di vendita: calo del 8,07 di vendita e settecentoventitremila persone in più, rispetto al 2010, che non leggono neanche un libro l’anno. Colpa della crisi economica, o si tratta di una crisi dell’editoria italiana? In aumento invece le vendite di ebook. Tra quest’ultimo dato, e il numero di copie vendute della trilogia delle sfumature, si traggono le seguenti conclusioni: reggono i lettori forti, ma passano dal cartaceo all’ebook, mentre coloro che mediamente comprano un solo libro l’anno hanno comprato la E. L. James e basta.
Il sottosegretario Peluffo, con delega all’Editoria, vuole creare una task force per invogliare le persone a leggere. (Speriamo che non ci faccia sculacciare dalla Fornero). Ma si ha sempre più la sensazione che siano gli editor e gli uffici stampa a non riuscire a comunicare la narrativa «letteraria», preferendo strade comode e ritenute sicure. Da una botta e via.