Paolo Colonnello, la Stampa 12/10/2010, 12 ottobre 2010
“DOPO TUTTI I MILIONI SPESI ZAMBETTI NON PUÒ DIRMI NO”
[Il boss al telefono inchioda l’ex assessore. I pm: le ’ndrine controllano 10 mila voti] –
Ci sono i voti per l’assessore. Ma anche per l’aspirante consigliera comunale. E quindi per il sindaco di Sedriano. E ne avanzano, se per caso qualcuno volesse un seggio in parlamento o al Senato. Ma quanto è infiltrata certa politica lombarda dalla ‘ndrangheta? A leggere il provvedimento di oltre 500 pagine con il quale mercoledì sono finiti in carcere l’ex assessore regionale Domenico Zambetti e una ventina di persone tra malavitosi e faccendieri, molto più di quanto appare. Un rapido calcolo dei voti che le cosche calabresi sono in grado di spostare nella sola Milano e hinterland, porta a stimare il numero di elettori «comprabili», tra i cinque e i diecimila. Un pacchetto elettorale in grado di spostare equilibri politici e di inquinare dalle fondamenta la vita democratica, come ribadito da Ilda Boccassini.
Come funziona il meccanismo, lo spiega efficacemente il boss- imprenditore Eugenio Costantino, quello che aveva la figlia Teresa candidata nel Pdl e teneva in pugno l’assessore Zambetti. Intercettazione del giugno 2011: «...Dove ci sono, mi chiamano ormai. Oh, all’assessore, che gli abbiamo fatto noi la campagna elettorale, hanno speso più di 4 milioni di euro, mamma mia, 4 milioni!» Una quantità di soldi enorme. Ma chi paga?: «Gli investitori», dice Costantino. «Allora, un po’ il partito, diciamo, se è la sinistra un po’ la sinistra. Se è il Pdl, noi ...chi li paga siamo noi contribuenti, e poi gli investitori, i grandi industriali...perché c’hanno il loro tornaconto. Se tu prendi un assessore regionale, in 5 anni guadagna due milioni di euro, ne ha spesi 4, quindi lui non potrebbe mai farlo, no? Io sono stato autorizzato ad organizzare qualsiasi cena, a non badare a spese, nei locali più belli di Milano e io, giustamente mi sono scelto i più bei locali degli amici miei...però, vedi, io adesso prendo il telefono e chiamo l’assessore e gli dico: “Mimmo, devo venire da te”. E lui non può dire di no a me, eh?». Si capisce: perché non solo Domenico Zambetti era ricattato da fotografie e minacciato da lettere delle «famiglie» calabresi. Ma era stato anche registrato dagli stessi boss: «Già, si sente bene quello che c’è sopra la cassetta, che parliamo proprio di soldi e di accordi. Dio ne liberi!». Un capolavoro. Perchè l’assessore è troppo lento nel mantenere gli impegni: deve fare assumere le figlie del boss, deve garantire gli appalti per l’Expo. «Stavolta vado là e...gli dico, “Mimmo, abbiamo lavorato per te, tutti i calabresi hanno lavorato per te, è vero che hai pagato ma noi abbiamo lavorato per te...Io lo rovino, lo rovino quel cornuto, gli spacco il c...».
L’organizzazione per la raccolta dei voti è capillare e passa, a quanto pare, da un personaggio come Ambrogio Crespi, fratello del più noto Luigi, il sondaggista di Berlusconi . «Tramite Ambrogio i voti si possono prendere, nessun problema. Ambrogio ha gli amici suoi, ha amici intimi tra calabresi, siciliani, napoletani...è spaventoso». Secondo Costantino, Crespi - che «grazie a una truffa ha messo via 7 miliardi e adesso ha aperto un giornale a Roma, “Il Clandestino” » ed è in grado di trovare al volo 2 o 3.000 voti - conosce Vallanzasca, conosce i Morabito, conosce lo “zio Pino”, il boss D’Agostino. E anche tanti politici. Chi sia Crespi, lo racconta anche un grosso pentito come Luigi Cicalese, un killer della ‘ndrangheta e della mafia: «Ambrogio mi chiese se volevo l’appalto per attaccare manifesti elettorali che sponsorizzavano Bobo Craxi. Io rifiutai, non mi ero mai occupato di queste cose...». Per un killer che rifiuta di fare attacchinaggio, ecco un chirurgo di una certa fama e con amicizie pericolose, Marco Scalambra, che invece si prende a cuore le sorti di un sindaco di periferia: Marco Celeste, primo cittadino di Sedriano, finito ai domiciliari l’altro ieri. Aiutato dai voti di scambio e destinato, nei progetti del chirurgo e dei boss, a diventare nientemeno che senatore: «Ci dà 2-300mila euro e lo facciamo eleggere, che problema c’è? È questione di soldi...Chiamo le famiglie, gli facciamo avere 4-500 mila voti e abbiamo risolto il problema». In cambio il sindaco s’impegna per alcuni appalti con il solito Costantino. Celeste si sente al sicuro. Tanto che un giorno chiama Costantino per chiedergli di portare «un po’ di gente» a una serata a cui sarà presente addirittura Nicole Minetti: «Perchè se ci sono i contestatori li affrontiamo, nel senso...hai capito?». «Ci siamo, ci siamo, non ti preoccupare», risponde il boss. Roba da Aspromonte, non da nebbiosa provincia lombarda. Eppure...