Erika Dellacasa, Corriere della Sera 09/07/2012, 9 luglio 2012
IL TRACCIATO RADAR INCOLPA SCHETTINO. PAROLE E IMMAGINI DELLA SCATOLA NERA
Alle 21.39 e 14 secondi del 13 gennaio il comandante Francesco Schettino, dopo aver pronunciato la frase obbligatoria per assumere il controllo sulla plancia di comando «I take the conn», ordina il «timone a mano». È in questo momento che inizia la sequenza tragica che porterà la Costa Concordia contro gli scogli affioranti delle Scole: la collisione che provocherà 32 morti avviene alle 21.45 e 7 secondi. L’orario di disattivazione del pilota automatico (le 21.39 e 15 secondi) risulta dal radar di bordo e tutto quello che avviene sul ponte di comando, audio e strumentazione, è registrato dal Vdr che ha cessato di funzionare alle 23.36. I Ris hanno terminato la trascrizione del contenuto della «scatola nera», un plico che fa parte dell’incidente probatorio in corso a Grosseto e che avrebbe dovuto concludersi il 21 luglio: occorre tempo per rispondere ai 52 quesiti posti dai magistrati.
Timone a mano
«Timone a mano» significa che da quel momento gli ordini di manovra manuale li dà il comandante abbandonando la rotta impostata elettronicamente e con una deviazione che avvicina la Concordia al Giglio. Sul radar di bordo sovrapposto alla cartografia elettronica sono registrate le due rotte. Il punto di non ritorno Schettino lo raggiunge quando alle 21.42 anche una brusca virata non avrebbe potuto evitare la «scodata» contro lo scoglio. La trascrizione dei Ris non identifica sempre la voce di Schettino: indica con Vocmas (voce maschile) chi parla e con Comsche il comandante Schettino quando l’identificazione è certa. È qualche secondo prima della collisione che sul ponte di comando ci si rende conto dell’inevitabile: «Stiamo proprio col culo a terra!» dice un ufficiale, segue una bestemmia e l’ordine «chiudete le porte stagne a poppa», poi una voce maschile sussurra «mi sento in colpa». Dopo qualche secondo Schettino: «Ma dove abbiamo toccato?». Rispondono in due: «Lo scoglio», «Su uno scoglio a pelo d’acqua». Una voce maschile: «È l’inchino che voleva» (ma potrebbe anche essere «che volevamo» precisa il Ris). Alle 21.46 e 41 secondi Schettino: «L’importante è che non ci sia entrata acqua». Alle 21.38 Schettino aveva telefonato a Terenzio Palombo, comandante della Costa Crociere in pensione, per avvertirlo che stava per passare vicino al Giglio (e gli chiede «ma c’è acqua a 0,3?»).
La telefonata
Quando Schettino telefona la prima volta alle 21.56 e 19 secondi a Roberto Ferrarini, nell’unità per le emergenze di Costa Crociere a Genova, spiega: «Roberto ho fatto un casino!... Senti una cosa: io sono passato sotto l’isola del Giglio, qua! È stato il comandante Palombo... mi ha detto "passa sotto passa sotto". Sono passato sotto qua, ho preso con la poppa un basso fondale... Sono, guarda, io sto more’... no, non mi dire, non mi dire nulla. Io per accontentare sto maronne, io ho fatto questa cosa... E sono passato che alla fine ci stava questo scoglietto qui». La conversazione si conclude: «Sono proprio distrutto... è perché, perché abbiamo preso questa botta sulla poppa, solo sulla parte della poppa. Mi ha detto Palombo, mi ha detto: Vieni!».
Alle 22.21 e 40 secondi Schettino sollecita ancora un rimorchiatore. Livorno chiede: «Ci sono mica feriti? E la causa della falla?»; una voce maschile risponde: «Nessun ferito, nessun ferito. In attesa di un rimorchiatore che ci tiri a terra». Livorno: «E la falla si è verificata a causa di cosa?». Voce maschile: «Uno squarcio dovuto a uno scoglio», un’altra lo corregge: «Non è ancora identificabile. Falla, squarcio alto sinistro».
Sul ponte di comando cominciano le sollecitazioni a Schettino perché ordini l’abbandono nave, alle 22.28 minuti e 40 secondi Schettino dice: «Va buo’, va buo’, ja’, facciamoli andare a terra... Va buo’, ok, ok, ok». Però alle 22.29 e 47 secondi prende ancora tempo con chi gli chiede se deve dare il via alla procedura: «Sì, aspetta, fammi... fammi chiamare un attimo a Ferrarini». L’ordine viene rinviato fino alle 22.51 quando è già iniziata l’evacuazione.
Erika Dellacasa