Ilaria Sacchettoni, Corriere della Sera 09/07/2012, 9 luglio 2012
UN CECCHINO SULLA CASSIA NEL CONDOMINIO DELLE LITI
Le piaceva mangiare guardando il giardino. Era il suo modo di sentirsi parte del tutto. Moglie e madre. Pianta e radice.
Una sera di ottobre, Eleonora Scroppo è a tavola con il marito Stefano e il figlio piccolo, Andrea. Il più grande, Francesco, è in piscina per gli allenamenti.
Alle 20.26 una raffica di colpi fa esplodere il vetro, un proiettile la colpisce e lei inizia a gorgogliare con il sangue in gola. Il marito la tira giù, la sedia si rovescia, strisciano sul pavimento come in trincea anziché nel tinello di casa.
Eleonora muore con un foro alla base del collo e una ruga di stupore sulla fronte. Si può essere freddati così tra il caffè e il talk show nel tinello di casa propria?
Sotto il davanzale della cucina, nel giardinetto interno, gli investigatori troveranno alcuni bossoli calibro 7,65 mentre il lavoro della scientifica dirà che il cecchino cercava la strage.
È il 1998. A quattordici mesi dal Giubileo, l’Apocalisse sceglie di affacciarsi su una traversa di Roma Nord tra il Parco di Veio e le infrastrutture terzomondiste. Via dei Due Ponti.
Attorno, tra case alveare e discount—magazzino, si decide il destino della Cassia. Residenziale o periferica? Il villino di Eleonora e Stefano Ciampini sorge a un chilometro dai sottoscala arredati dove, dieci anni dopo, verrà ricattato l’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo in compagnia di Natalie, allegoria trans della femme fatale. L’omicidio segna il passaggio di un quartiere in bilico tra quiete e isolamento. D’ora in poi via dei Due Ponti sarà periferica.
Eleonora e Stefano, assicuratori, titolari di un’agenzia in via Flaminia, vivono lì da sempre. Al piano di sopra abita Miranda Scroppo con marito e figlio. Si fruga anche la pista della vendetta ma ci si imbatte solo in qualche panno sporco lavato in famiglia. L’ex marito di Miranda, dopo aver approfittato del contante in cassa nell’azienda di famiglia, si è fatto sorprendere con l’amante. Storia vecchia. Forse è rimasta l’incrostazione di qualche dissapore, ma i bossoli sotto la finestra di Eleonora provano che Paolo Bellipanni, l’ex marito di Miranda, è un uomo che accetta senza rancore la sconfitta di un matrimonio fallito. Non è lui il cecchino.
Ci vuole un po’ prima che affiori una traccia. Un vicino di casa. Si chiama Loris Bazzocchi. Lo indagheranno ma senza rinviarlo a giudizio. Non ci sono le prove. Intanto però, con le indagini, vengono fuori risentimenti ordinari tra condomini e l’insofferenza carica di frustrazione per i piccoli aggiustamenti quotidiani, tra decibel irritanti e qualche viavai di troppo. Un risveglio notturno che fa perdere la pazienza. Qualche assemblea condominiale sopra le righe. Il «buongiorno» o «buonasera» ripetuto a denti stretti, quasi fosse un rituale umiliante.
Gli Scroppo, si sa, hanno la maggioranza nell’assemblea, il loro voto condiziona decisioni comuni. Stiamo parlando di spese ordinarie e manutenzione comune. Certo sono in ballo piccole decisioni, come tinteggiature, ascensore e pulizia delle scale, d’accordo, ma per certe persone il confine fra condivisione e sopruso è una parete sottile.
I magistrati interrogano il vicino. Bazzocchi, vien fuori, non ha un alibi per la notte del 9 ottobre. Al momento degli spari, racconta, stava al Bancomat. Lo sportello, però, non ha registrato alcun prelievo a quell’ora. È la prima stranezza. Gli investigatori ci si aggrappano con forza. L’uomo viene convocato una seconda volta in Procura. Stavolta si giustifica: «È vero, avevo dimenticato il tesserino e sono tornato a casa».
Il pubblico ministero di allora, Leonardo Frisani, continua a indagare. Pochi giorni prima del 9 ottobre Bazzocchi era andato in cerca di una pistola. Partono le richieste di intercettazione. La Procura fa installare le microspie. L’uomo viene richiamato e sottoposto a un lungo interrogatorio. Quando anche le risposte fossero insufficienti, si pensa, sarà lo stress a inchiodarlo. Magari a casa nel racconto alla moglie, con lei dovrà confidarsi, spiegare. Le microspie registreranno.
Ma se il condominio fabbrica conflitti, il matrimonio alleva complicità. Quella sera Loris torna, si siede, mangia, guarda la televisione ma non dice una parola. Forse ha capito e si è chiuso tenacemente attorno al suo segreto.
Nel 2003 il magistrato archivierà la posizione di quell’unico indagato. Bazzocchi odiava la famiglia Ciampini «per il disturbo provocato dai giovani figli» e «per la dominante posizione che il gruppo familiare Scroppo-Ciampini aveva acquisito all’interno del condominio». C’è un movente ma manca il resto. Impossibile sostenere l’accusa. «Il contesto indiziario, ormai così cristallizzato, può indurre solo alla formulazione di mere considerazioni possibilistiche». Stefano Ciampini non condividerà mai la decisione.
A volte la fortuna bacia i killer. Il caso è stato scartato anche dagli esperti di cold case: nessun reperto né traccia da valorizzare alla luce delle nuove tecnologie. La sequenza genetica del cecchino che fece fuoco sulla vita di Eleonora, conserverà intatta la sua privacy.
Ilaria Sacchettoni