Maria Rosa Pantè, il Fatto Quotidiano 8/7/2012, 8 luglio 2012
COSÌ LA SPENDING REVIEW STRAVOLGE LA MIA VITA
Sono nel pubblico impiego: odiatemi per questo. Sono insegnante: disprezzatemi e invidiatemi. Sono insegnante inidonea all’insegnamento per motivi di salute: scuotete la testa pensando che il mio male è tutta una scusa per non lavorare. Sono docente, con laurea e 4 abilitazioni, per questo vi sto ancora più antipatica. E finalmente mi puniscono, giacché sono malata e quanto a malattia siamo fermi a Giobbe: la malattia è segno che si è colpevoli di qualcosa...
Con visite talvolta serene, talvolta umilianti, hanno appurato che davvero non sto bene ed entrare in classe mi sarebbe di ulteriore danno, e così io lavoro nella biblioteca dell’Istituto, lavoro nel laboratorio di informatica, lavoro su progetti (in qualche caso lavoro negli uffici). Quest’anno ho lavorato molto e bene, è fine giugno sto pensando a progetti per l’anno prossimo: apertura della biblioteca alla cittadinanza; continuare con progetti teatrali, sto persino scrivendo una commedia per i colleghi. La scuola non può permettersi nulla che non sia a costo zero. Tutto questo prima che arrivasse la notizia su come il governo intende risparmiare nel pubblico impiego.
Secondo la proposta (che dovrà passare in Parlamento) io diventerò automaticamente ATA cioè verrò impiegata in segreteria. Non mi sarà data nessuna possibilità di scelta. Non è mobilità, attenzione: è demansionamento. E inoltre una persona in attesa del posto di ATA non lavorerà. Chissà a chi “ruberò” il posto? Sarà, penso, una donna, magari non giovanissima, magari sul punto di avere il posto fisso. Potrebbe essere sola, o con figli o comunque aver bisogno di lavorare... e io sarò al posto suo, senza alcuna competenza, solo perché io sono malata e puniscono me e lei. Nel frattempo i 15000 libri della mia biblioteca torneranno negli armadi chiusi, polverosi, negli scatoloni. E i miei, i nostri progetti? Nulla, la cultura non abbassa lo spread pare. Ma nemmeno queste politiche assurde. Eppure tutti su questa via, tutti a inseguire il pifferaio magico della finanza. Siamo nati per calpestare i nostri sogni e abbrutirci seguendo le crisi dei mercati? Io non lo credo.