Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  luglio 09 Lunedì calendario

Ora gli spot fanno il tifo per i dipendenti ribelli - Vacanze ora!», «Riprendiamoci l’estate», «Andiamo a pranzo», «In bicicletta per lasciare tutto» e 100 mila dollari in palio per chi è disposto a «Mollare per un anno»: è la nuova generazione di spot pubblicitari in arrivo in America che punta sulla ribellione di dipendenti, poveri e disoccupati per incentivare i consumi in tempo di crisi

Ora gli spot fanno il tifo per i dipendenti ribelli - Vacanze ora!», «Riprendiamoci l’estate», «Andiamo a pranzo», «In bicicletta per lasciare tutto» e 100 mila dollari in palio per chi è disposto a «Mollare per un anno»: è la nuova generazione di spot pubblicitari in arrivo in America che punta sulla ribellione di dipendenti, poveri e disoccupati per incentivare i consumi in tempo di crisi. Gli esperti di pubblicità riassumono il messaggio che accomuna questi spot parlando di «spirito di Occupy Wall Street», il movimento di protesta iniziato nel Zuccotti Park di Manhattan, e in effetti è proprio la ribellione a cui la città di Las Vegas fa appello affidando l’invito a sceglierla come sede di conferenze e congressi ad una impiegata di mezza età che sale all’improvviso sulla propria scrivania e, rivolgendosi a colleghi distratti, impauriti o annoiati, solleva il cartello «Riprendiamoci l’estate» invitandoli a sfruttare i numerosi giorni di ferie accumulati per riprendersi degli spazi di libertà. «Ho 47 giorni di vacanza, è assurdo, andiamo ora in vacanza!», grida la donna evocando una scena del film «Norma Rae» del 1979 sulla battaglia di una sindacalista della North Carolina. La pressione da parte di un lavoro che strangola è il protagonista anche dello spot tv di McDonald’s nel quale il volto della rivolta è quello di una giovane dipendente afroamericana che si alza dalla sedia e dice «Vado a pranzo!». I colleghi la guardano come se fosse fuori di senno, c’è anche uno di loro che si alza e tenta di fermarla, ammonendola sul rischio per tutti che la sua scelta comporta. E’ la voce dei paurosi, di chi teme che ogni scelta fuori del coro possa mettere a rischio un posto di lavoro divenuto sempre più raro. Ma la giovane resiste, vuole andare a pranzo per ritagliarsi un proprio spazio di libertà e tanta determinazione convince un collega, di origine asiatica, a unirsi a lei in una scelta che, per immagini e musiche, evoca lo spirito rivoluzionario accompagnandosi con la frase «It’s your lunch, take it»: è il tuo pranzo, prenditelo. Ma è la Cocacola a spingersi ancora più in là con un poster dell’azienda controllata Gold Peak Tea che ha già debuttato su Facebook. Vi si vede un’impiegata disperata, in ginocchio, stravolta dalla stanchezza, battere violentemente i pugni contro uno scaffale dell’ufficio, con sopra l’invitante offerta di «Prendersi un anno di libertà». Si tratta di una lotteria perché la Gold Peak Tea mette in palio 100 mila dollari fra coloro che dimostrano di allontanarsi da datori di lavoro oppressivi, ritmi da stakanovisti e l’incubo di non riuscire comunque a guadagnare abbastanza per pagare le bollette. L’allettante invito è di partecipare alla lotteria per vincere l’opzione di vivere per 365 giorni con «zero stress», emancipandosi dalla paura di perdere il lavoro come dalla povertà. Per Huffy lo stesso obiettivo può essere più semplicemente raggiunto acquistando una bicicletta. Poiché i dollari scarseggiano e la benzina ha prezzi imprevedibili, sono le due ruote a consentire di «fare ancora la tua corsa» riprendendo in mano il destino. I poster raffigurano delle ragazze in bicicletta che si lasciano alle spalle pile di piatti sporchi da lavare e grandi ceste di panni da stirare, sullo sfondo di città e campagne da abbandonare pedalando in fretta verso «la propria meta» con una decisione dove l’acquisto di una Huffy sottointende anche una scelta di indipendenza, una volontà di grande fuga. Solo il comportamento dei consumatori nei prossimi mesi dirà se tali messaggi riusciranno a incentivare i consumi in una nazione dove i disoccupati sono l’8,2 per cento e i senza lavoro il 15, ma per il momento ciò che conta per Chris Johnston, responsabile del marchio di Gold Peak Tea, è «offrire l’antidoto a chi è stressato».