ILARIA MARIA SALA, La Stampa 7/7/2012, 7 luglio 2012
Il tempio buddista si quota in Borsa - La vita è sofferenza, e la sofferenza è data dagli attaccamenti materiali: queste, sono le prime due delle Quattro Nobili Verità, la base di tutto l’insegnamento buddista (le alte due, per chi se lo stesse chiedendo, recitano che la fine delle sofferenze è raggiungibile, seguendo la via della cessazione delle sofferenze, ovvero gli insegnamenti buddisti)
Il tempio buddista si quota in Borsa - La vita è sofferenza, e la sofferenza è data dagli attaccamenti materiali: queste, sono le prime due delle Quattro Nobili Verità, la base di tutto l’insegnamento buddista (le alte due, per chi se lo stesse chiedendo, recitano che la fine delle sofferenze è raggiungibile, seguendo la via della cessazione delle sofferenze, ovvero gli insegnamenti buddisti). Ciò malgrado, ecco che le quattro montagne sacre del buddismo, che si trovano in Cina, hanno deciso che gli attaccamenti, ancor più se materiali, non sono poi così da disprezzare, e vorrebbero quotarsi in Borsa. L’idea è stata resa pubblica dalle autorità che gestiscono la montagna sacra di Putuo, su un’isola dallo stesso nome un po’ più a sud di Shanghai, per quanto non sia una novità assoluta: nel 1997 la Montagna di Emei, sacra anch’essa al buddismo, fece il suo ingresso al listino di Shenzhen – ma eravamo agli inizi della febbre della Borsa, e quasi nessuno se ne accorse. Da tempo, poi, si mormora che anche il tempio di Shaolin, noto per le arti marziali nelle quali eccellono i suoi monaci – e per una commercializzazione esasperata tanto delle prodezze monacali che del tempio stesso – voglia quotarsi in Borsa, ma le critiche di eccessivo amore per il denaro sono già tante, che fin’ora il tempio ha tergiversato. L’ardire di Putuo però ha incoraggiato le autorità delle altre tre montagne sacre, che si sono immediatamente pronunciate per dire che si tratta di un’ottima idea, e che anche loro sarebbero interessate a fare domanda per lanciarsi sul mercato. Queste sono la montagna Wutai, nello Shanxi – una delle montagne sacre del buddhismo tibetano – e la montagna Jiuhua nell’Anhui, che stanno seguendo con attenzione il modo in cui si sta muovendo il «Comitato per la gestione della panoramicità del monte Putuo». Si tratta di un’operazione che è stata lanciata come tante altre del suo genere, con l’eccezione delle caratteristiche sacre: dapprima, dunque, le autorità locali hanno creato un’azienda a responsabilità limitata, chiamata Gruppo per lo sviluppo del turismo del Monte Putuo. Poi, è stato stabilito che il Gruppo avrebbe cercato di raccogliere poco meno di 100 milioni di euro a Shanghai, per «fare soldi, e promuovere il turismo locale», hanno detto, con una certa dose di onestà. L’idea sulle prime era piaciuta anche all’antico tempio di Famen, uno dei più sacri che ci siano dato che dovrebbe contenere, fra le sue reliquie, nientemeno che dei frammenti di ossa di Buddha stesso. Famen, forte del contenuto delle sue urne sacre, ha già detto che vuole presentarsi a Hong Kong nel 2013 —lo stesso mercato azionario dove si è quotata Prada. Dong Hongyun, il Segretario del Partito di Xinzhou – dove si trova Famen – ha garantito che tutto sta andando per il meglio, e la quotazione non dovrebbe incontrare problemi. Ma il piano ha incontrato un’enorme opposizione: secondo l’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua, Liu Wei, membro dell’Amminsitrazione Statale per gli affari religiosi, avrebbe detto che questo tipo di progetti borsistici danneggiano l’immagine della religione, e possono ferire i sentimenti dei devoti. Non che l’Amministrazione Statale per gli affari religiosi sia nota per il suo fervore spirituale – si tratta pur sempre di un’istituzione governativa, piena di membri del Partito Comunista che per fare carriera devono assicurare di essere atei. Per ora, le autorità del tempio continuano a premere per la quotazione, e Zhang Shaolei, del Gruppo di Putuo, ha cercato di placare le critiche dicendo che quello che vuole quotare in Borsa sarebbe solo la parte turistica del business della montagna sacra. Ma su Weibo, e perfino nella stampa ufficiale, l’opinione espressa da molti è che in una montagna sacra è la componente spirituale ad attirare i visitatori, che non vi si recano solo per turismo. Per ora, il dibattito su buddhismo e attaccamenti materiali continua.