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 2012  luglio 09 Lunedì calendario

DENTRO L’INFERNALE MACCHINA DI HOLLYWOOD - H

ollywood crea un business miliardario che detta legge nel mondo. Le poche società non affiliate al sistema che lo hanno sfidato hanno fallito.
Quest’anno, ad esempio, Hollywood ha investito circa 3 miliardi di dollari solo per lo sviluppo di nuove serie televisive. La puntata pilota della serie Last Resort per la rete Abc — ambientata in un sottomarino — sembra che sia costata alla Sony Pictures 14 milioni di dollari. Inoltre, tra i prezzi che le reti pagano per le serie ed i costi di produzione, si creano dei deficit che raggiungono 1,2 miliardi di dollari per stagione. Perdite che — se le serie non vengono cancellate dopo poche settimane — i produttori recuperano con le vendite internazionali. Un business, quindi, altamente rischioso. Ma, a quanto sembra, ben programmato e collaudato.
La macchina ha delle regole molto chiare: nessuna casa di produzione o rete Tv accetta copioni (o idee) se non su richiesta. Il processo esige che a presentarli siano gli agenti o avvocati. Inoltre gli studi non acquistano copioni se i diritti non sono disponibili per tutti i media. Se l’idea viene dalla cronaca, i diritti non possono essere esclusivi (sono di dominio pubblico). Infine, Hollywood si muove lentamente. Non è raro che per finalizzare un semplice contratto occorrano nove mesi.
Per il fatto che allo sviluppo contribuiscono molte persone, un progetto può bloccarsi a qualsiasi livello. Anche quando si trova ad un buon punto, non è raro che qualcuno esclami, «questo copione è perfetto. Ora vediamo come migliorarlo!». Comunque è chiaro a tutti che Hollywood vuol dire business e non arte e quindi intorno allo sviluppo delle serie si è creata una florida attività commerciale secondaria per cui le sceneggiature vengono commissionate con parcelle che vanno dai 10.000 a 50.000 dollari ciascuna. Per i copioni c’è un mercato vero e proprio, dove si acquistano pagando «i costi negativi» a coloro che hanno investito in riscritture, pre-produzione e valutazioni. Questi oneri possono raggiungere i 5 milioni di dollari se il progetto passa da persone diverse. I copioni vengono anche venduti internazionalmente per adattare una serie di successo a livello locale.
Un reparto sviluppo è composto da un minimo di 4 dirigenti (per un piccolo studio) fino ad oltre 15 persone per uno di grande dimensione. Il costo di una struttura per lo sviluppo, che è un settore strategico, arriva ad oltre 150 milioni di dollari l’anno. Uno dei pochi dirigenti disposti ad essere intervistati e citati è stata Chris Selak della Lionsgate che ci ha spiegato il processo.
Visto che il modello televisivo americano per le prime serate si basa sugli upfront (la pre-vendita di spazi pubblicitari durante il mese di maggio), questo ha un ciclo ben definito. Il processo inizia verso fine luglio dell’anno precedente, quando sia le reti che gli studi cominciano a ricevere presentazioni e finiscono ad ottobre. Se il progetto passa a sceneggiatura, la prima stesura è consegnata a novembre e il copione finito a metà dicembre. Le reti scelgono le sceneggiature per le puntate pilota a gennaio e le producono entro marzo. Da questi «campioni» scelgono le nuove serie da presentare ai pubblicitari a maggio. Ora le cifre. Quest’anno dagli 88 «piloti» richiesti dalle 5 reti Tv principali sono state scelte 40 serie. Per ogni «campione» la rete paga il 40% del costo, il resto è a carico del produttore.
Si stima che ciascuna grossa rete Tv riceva 500 pitches (tracce) l’anno per nuove serie. Negli studi ciascun dirigente del reparto sviluppo riceve 300 suggerimenti l’anno. Di questi, 50 sono convertiti in sceneggiature, ma solo 10 verranno considerate per puntate pilota.
DOM SERAFINI