Mario Sensini, Corriere della Sera 08/07/2012, 8 luglio 2012
IMU, GLI ITALIANI HANNO PAGATO —
«Nonostante le critiche, le incitazioni alla rivolta e alla disobbedienza fiscale, gli italiani hanno fatto il loro dovere». Il gettito dell’acconto Imu di giugno è perfettamente in linea con le previsioni e, anche se erano sicuri dei loro calcoli, al Tesoro tirano un sospiro di sollievo. Il rischio paventato dai Comuni, quello di un buco che poteva arrivare a 2,5 miliardi, «non c’è, le aliquote restano quelle che sono, non abbiamo necessità di modificarle» dice il sottosegretario con la delega alle Finanze, Vieri Ceriani. Che ora, blindata l’Imu, e con un certo ottimismo sull’andamento del gettito fiscale di quest’anno, si è messo a caccia di altri 6,5 miliardi di euro per scongiurare definitivamente l’aumento dell’Iva.
Il decreto sulla spending review destina a quell’obiettivo anche la riduzione e la revisione degli oltre 700 tipi di detrazioni, deduzioni e sconti fiscali vari. «C’è tutto un ricettario di possibili modi per intervenire» conferma Ceriani, spiegando però che ci vorrà «qualche mese». «Se ci fosse stata la possibilità di farlo, l’avremmo già fatto» aggiunge il sottosegretario. «Era importante evitare l’aumento dell’Iva a ottobre. Ora ci metteremo a lavorare sulle "tax expenditures"», cioè sui regimi speciali fiscali che, ogni anno, assorbono 260 miliardi di euro.
Trovare lì dentro 6,5-7 miliardi per lasciare l’Iva alle aliquote attuali, tanti ce ne vogliono secondo i tecnici delle Finanze, non dovrebbe essere impossibile. Anche se il lavoro di riordino, già previsto dalla delega fiscale, dovrà essere accelerato. A cadere sotto la scure della spending review saranno «le agevolazioni che appaiono in tutto o in parte ingiustificate o superate alla luce delle esigenze sociali ed economiche, o che costituiscono una duplicazione», come recita il testo della delega. Nessuno sembra voler rimettere in discussione le detrazioni principali, come quelle per il lavoro dipendente, i redditi da pensione, i familiari a carico, la casa, i mutui, i contributi sociali, le spese sanitarie. Si comincerà dalle detrazioni più «datate», quelle di importo minore, quelle che interessano solo pochi contribuenti, o che ormai contrastano con altri principi dell’ordinamento fiscale.
Il quadro e la dimensione degli interventi possibili e necessari il ministero dell’Economia lo avrà solo a metà agosto, una volta acquisiti i dati sull’autotassazione di luglio. Per ora le entrate tengono, a parte l’Iva. Nei primi cinque mesi di quest’anno il gettito è aumentato del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, recuperando 1,2 punti percentuali da aprile. Le imposte dirette crescono dell’1%, con l’Ire in leggero calo (-0,6%), l’Ires in aumento (+2,7%) e la forte lievitazione delle ritenute sugli interessi e i redditi da capitale, saliti del 34,2% per il venir meno dei crediti fiscali maturati negli anni scorsi. Le imposte indirette aumentano del 4,1%, ma l’Iva scende dell’1,1%, a conferma della debolezza della domanda interna, mentre vola il gettito della nuova imposta di bollo sui patrimoni mobiliari (+148,8% a oltre 2 miliardi).
«Nel complesso, pur in presenza di una congiuntura fortemente negativa, la dinamica delle entrate tributarie registra, per effetto delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011, una tendenza alla crescita a ritmi superiori rispetto all’anno passato», si legge in una nota del Tesoro. Il peggioramento della congiuntura ancora non si fa sentire sulle entrate, ma presto potrebbe farlo e il governo è pronto ad aggiornare il quadro delle previsioni, mantenendo tuttavia un cauto ottimismo.
L’obiettivo Imu, intanto, è stato centrato. A giugno hanno pagato l’acconto, con un versamento medio di 400 euro, 23,8 milioni di contribuenti, con un incasso di 9,5 miliardi, in linea con la previsione di 20,1 miliardi per l’intero 2012. All’appello mancano 1,7 milioni di contribuenti: 700 mila pagheranno tra qualche settimana, mentre la quota «fisiologica» degli evasori è stimata in un milione di persone. Niente revisione delle aliquote, dunque. E andrà liscia anche per l’Imu agricola: la stangata temuta dai contadini non ci sarà. «Dicevano di dover pagare 2 miliardi, poi uno. In acconto hanno versato 15 milioni» dice Ceriani. Convinto che a fine anno entreranno i 70 milioni attesi dal governo.
Mario Sensini