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 2012  luglio 08 Domenica calendario

PADIGLIONE ITALIA. IL CONSIGLIERE DELLA RAI (CHE CONSIGLIA DA UNA VITA)

Nel nuovo cda della Rai c’è un consigliere più consigliere degli altri. È una vita che consiglia. Antonio Pilati ha cominciato dirigendo un istituto di ricerca e ha finito per essere consulente di varie industrie: da Montedison a Eni, da Confindustria a Bnl, e altre ancora. Ma la svolta avviene con la chiamata all’Istituto di Economia dei Media della Fondazione Rosselli (sponsor Giuliano Urbani), un centro studi molto attivo per Fininvest.
Proprio per la sua grande preparazione nel settore, Pilati viene poi promosso, in quota Forza Italia, a commissario dell’Agcom, l’Autorità garante per le comunicazioni, carica che ricopre dal 1998 al 2005. A quel periodo appartiene il suo consiglio più importante: dalla lettura della «Gasparri» s’intuisce infatti che Pilati è il vero ideologo della legge che regola il sistema mediatico italiano. Qualcuno storce il naso: come può un membro di un’Autorità che dovrebbe controllare i media farsi ispiratore di una legge che riguarda i controllati? L’indubbia competenza fa premio sulla inopportunità?
Del resto il clima politico è questo: da tempo, una sorta di callosità fa sì che l’indifferenza contrassegni il comportamento della nostra classe politica. Intanto Pilati viene promosso all’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Sempre consigliere, sempre garante.
Da qualche giorno, l’ispiratore della legge Gasparri è membro del cda della Rai. Il che crea non pochi squilibri: questa Rai è figlia della «Gasparri» e si muove su un terreno i cui confini sono stati tracciati da quella legge. Che ne sarà della concorrenza con altri network? Riusciranno Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo, espressione, per conto del Pd, della cosiddetta «società civile», a contrastare tanta preparazione?
La lottizzazione continua, il presidente Schifani è subito intervenuto in commissione di Vigilanza per sostituire un senatore pdl che non obbediva agli ordini di scuderia, Pilati è consigliere più consigliere degli altri. Ma possibile che in Italia non si riesca mai a salvare, non dico l’etica, ma almeno l’etichetta, una piccola etica della convivenza sociale, un bon ton istituzionale?
Aldo Grasso