Renata Pisu, la Repubblica 8/7/2012, 8 luglio 2012
IO, CON VERGOGNA HO ASSAGGIATO QUELLA CARNE PROIBITA
Sushi, sashimi, bistecca di balena e anche honehaji, zuppa di coda di balena, piatti da gourmet che si consumano in ristoranti di èlite, a Tokyo come nelle altre città dell’arcipelago. Menu abbastanza cari e, in teoria “proibiti” da quando, nel 1986, è entrato in vigore il bando internazionale di caccia alle balene. Bando che il Giappone non ha mai pienamente osservato ottenendo una limitata deroga perché ha sempre sostenuto di voler cacciare le balene soltanto a “fini scientifici”. E invece la balena si mangia, la tartare di balena è una prelibatezza, gli studi scientifici un pretesto. Una volta ho osato anch’io mangiare carne di balena avvertendo un lieve senso di colpa mentre tutti gli altri clienti giapponesi del ristorante dedicato a Moby Dick provavano un lieve senso di vergogna perché sapevano che l’opinione pubblica internazionale li considera “crudeli assassini”. Ma pur vergognandosi soltanto un po’, si gustavano tutto quello che avevano nel piatto, fieri del loro atto di trasgressione nei confronti della cultura dell’hamburger ridotto ormai a polpetta globale. L’amico giapponese che mi ha iniziato a questa tradizionale delizia del Sol Levante, mi ha spiegato che se non ci fosse stata la carne di balena, subito dopo la guerra tanti sarebbero morti per mancanza di proteine. E che negli anni Cinquanta era una festa quando alla refezione scolastica davano balena. Così per lui gustare balena era tornare ai bei tempi andati, era come una madeleine suscitatrice di ricordi.
Oggi tuttavia non c’è bisogno di cercare un ristorante specializzato in balena, bistecche di balena - kujira in giapponese - si possono comprare anche nei supermercati dove hanno fatto di recente apparizione a prezzi modici perché sono ormai due anni che il 75 per cento della carne del grande cetaceo rimane invenduta, segno che i gusti stanno cambiando. Così si tenta di invogliare le massaie a tornare agli antiche sapori della tradizione e si consigliano gustose ricette. Inoltre nelle mense di parecchie scuole è tornata la carne di balena, in genere cucinata a mo’ di hamburger per andare incontro ai gusti delle nuove generazioni. Ma la gente ora si domanda che fine abbiano fatto tutte quelle tonnellate di carne di balena invenduta: non saranno per caso andate a finire nelle scatolette di cibo per i gatti? Orrore! L’Istituto per la Ricerca sui Cetacei di Tokyo lo nega nel modo più assoluto, mentre invece l’organizzazione BlueVoice per la difesa dei giganti del mare lo sostiene asserendo che nelle scatolette vanno a finire anche i poveri delfini. Ma in quali scatolette? Di quali marche? Silenzio, i mici non debbono sapere.