Libero 8/7/2012, 8 luglio 2012
LICENZIAMENTI E PENSIONE TUTTA LA VERITÀ SUGLI STATALI
Quanti saranno gli statali che risulteranno in esubero? Il decreto sulla spending review non indica cifre precise, ma si limita a stabilire il taglio delle piante organiche (più corpose dei dipendenti effettivamente in servizio) del 20% per i dirigenti e del10%per il resto del personale. L’obiettivo del provvedimento è comunque per i prossimi 2-3 anni di far scendere i dipendenti pubblici dagli attuali 3,25 milioni al di sotto dei 3 milioni. Quali saranno i criteri con cui si individueranno le eccedenze di personale? Entro il 31 ottobre con uno o più decreti del presidente del Consiglio dei ministri saranno definite le piante organiche e le relative quote di eccedenze. Entro il 31 dicembre 2012 le amministrazioni dovranno predisporre una previsione delle cessazioni di personale in servizio e stabilire di conseguenza quante eccedenze non potranno essere riassorbite entro due anni a decorrere dal 1 gennaio 2013. A questo punto, il decreto non definisce quali criteri verranno utilizzati per individuare i singoli dipendenti in esubero. Stabilisce soltanto che minori tagli in una amministrazione dovranno essere compensati da maggiori tagli in un’altra. Quali amministrazioni pubbliche sono escluse dai tagli? La riduzione di organico non sarà applicata ai comparti scuola, alta formazione artistico musicale, sicurezza, vigili del fuoco, magistrati, personale amministrativo degli uffici giudiziari, presidenza del Consiglio, ministeri dell’Economia e agenzie fiscali. Cosa succederà ai dipendenti in esubero? Per i dipendenti in esubero che non potranno essere ricollocati o riassorbiti sono previste diverse soluzioni. Per chi raggiungerà entro il 2014 i requisiti anagrafici e di anzianità con le vecchie regole previdenziali scatterà il prepensionamento, in deroga alla legge di riforma varata a dicembre dal ministro del Welfare, Elsa Fornero. Per gli altri possono essere messi in mobilità obbligatoria. Al termine del periodo di mobilità il lavoratore che non ha trovato un altro impiego o non è stato ricollocato in un altro ente pubblico diventa licenziabile. L’altra strada prevista dal decreto è quella del part time. L’amministrazione, sentite le organizzazioni sindacali, dovrà infatti definire criteri e tempi di utilizzo di forme contrattuali a tempo parziale del personale non dirigenziale che, in relazione alla maggiore anzianità contribuiva, è dichiarato in eccedenza. I contratti a tempo parziale saranno definiti in proporzione alle eccedenze e verranno gradualmente riassorbiti all’atto di licenziamenti o cessazioni di personale in servizio a qualunque titolo ed in ogni caso. Quanto potrà durare al massimo la mobilità e quale sarà la retribuzione? Il lavoratore ha diritto ad un’indennità pari all’80 per cento dello stipendio, con esclusione di qualsiasi altro emolumento retributivo comunque denominato (quindi la percentuale sarà calcolata sulla paga base senza straordinari o altre indennità), per la durata massima di 24 mesi. Il periodo può essere aumentato fino a 48 mesi laddove il personale collocato in disponibilità maturi entro il i quattro anni i requisiti per il trattamento pensionistico. I periodi di godimento dell’indennità di mobilità sono riconosciuti ai fini della determinazione dei requisiti di accesso alla pensione e della sua entità. Quanti saranno i prepensionamenti? La cifra esatta non è stata definita. Si stima, però, che entro il 2012 ci saranno circa 6mila statali che potranno essere pre pensionati sulla base del raggiungimento dei requisiti pre-Fornero entro il 2014. Ci saranno richieste di trasferimento? A partire dal 2013, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il ministro dell’economia e in base alla verifica della compatibilità e coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica saranno definiti processi di mobilità, anche intercompartimentale, finalizzati alla ricollocazione del personale presso uffici delle amministrazioni che presentino consistenti vacanze di organico. Il personale trasferito manterrà il trattamento economico limitatamente alle voci fisse e continuative corrisposto al momento del trasferimento. Nel caso in cui il trattamento economico di provenienza risulti più elevato rispetto a quello di destinazione, la differenza sarà compensata con un assegno ad personam riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti. I trasferimenti potranno avvenire anche su base volontaria. A questo scopo il ministero della Funzione pubblica avvierà un monitoraggio dei posti vacanti presso le amministrazioni pubbliche e redigerà un elenco, da pubblicare sul relativo sito web. Il personale in mobilità potrà presentare domanda di ricollocazione nei posti vacanti e le relative amministrazioni saranno obbligate ad accogliere le domande individuando criteri di scelta nei imiti delle disponibilità in organico. Cosa cambierà per chi resterà al proprio posto? Le principali novità riguardano la pagella degli statali, le ferie obbligate e i buoni pasto. Il decreto prevede che il lavoro e le performance individuali siano sottoposti a controllo. Diventa obbligatoria per tutti la «valutazione organizzativa e individuale dei dipendenti pubblici» ora prevista solo per alcuni settori. Il decreto prevede che le ferie non potranno in nessun caso essere pagate (monetizzate). Questo significa che le ferie, i permessi e i riposti spettanti al personale dovranno obbligatoriamente essere goduti nei tempi previsti dai contratti collettivi nazionali e dagli ordinamenti dell’amministrazione corrispondente e non potranno mai dare diritto alla corresponsione di trattamenti economici aggiuntivi. La disposizione si applica anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni e pensionamento. La norma peserà, dunque, anche su tutti quelli che saranno coinvolti nell’operazione di riduzione del personale prevista dalla spending review, che non avranno la possibilità di smaltire le ferie arretrate. A partire da ottobre tutti i buoni pasto attribuiti al personale, anche di qualifica dirigenziale, non potranno essere di valore superiore a 7 euro. Attualmente i ticket oscillano dai 5 ai 14 euro.