MDB, Corriere della Sera 7/7/2012, 7 luglio 2012
ROMA —
Farmaci. È la prima voce di risparmio che i governi ascoltano. E anche questa volta il decreto legge sulla spending review, che ha previsto il taglio di tre miliardi di euro per il fondo sanitario nazionale nel 2012-2013 (con un miliardo in meno quest’anno e due miliardi a decorrere dal 2013), non ha lasciato estraneo il settore. Colpite aziende farmaceutiche e farmacisti.
I cittadini dovrebbero essere al riparo da rinunce dolorose se è vero quanto assicura il ministero della Salute. E che cioè il peso dei tagli verrà sostenuto da chi lo produce e chi lo distribuisce. Ma il timore di brutte sorprese non si estingue. Meno soldi per la spesa territoriale (cioè in farmacia), il cui tetto scende quest’anno dal 13,3% al 13,1%, per calare fino all’11,5 nel 2013. Salirà in compenso l’asticella per i farmaci dispensati in ospedale (dal 2,4% al 3,2%) che sfora regolarmente i bilancio. «Stangata» sulle imprese del farmaco: il decreto prevede che dal 2013 «è posta a carico delle aziende farmaceutica una quota pari al 50 per cento dell’eventuale superamento del tetto di spesa a livello nazionale». Le aziende farmaceutiche dovranno inoltre praticare nei prossimi sei mesi allo Stato uno sconto maggiore. Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, non esclude un rischio per i pazienti: «Le nostre case madri, viste le condizioni sfavorevoli, potrebbero rinunciare al mercato italiano. Dunque non entrerebbero i farmaci innovativi che costano molto perché frutto di enormi investimenti». Nel 2013 è previsto l’arrivo di terapie di ultimissima generazione pari a 300 milioni, attese molecole per patologie importanti come melanoma, antinfettivi per l’epatite C.
Parliamo di terapie da 60-90 mila euro all’anno per ciascun paziente e che in certi casi possono cambiare la storia della malattia. Per il futuro ne sono attesi a decine. Luca Pani, direttore generale di Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco, ritiene che l’Italia potrà mantenere gli impegni con i pazienti e non negherà prodotti così determinati. Ma dobbiamo temere anche lo sfoltimento della lista dei farmaci rimborsati (fascia A)? La lista, assicurano in Aifa, non cambierà.
I farmacisti giudicano ingiusta la norma che introduce un ulteriore riduzione del margine di guadagno. Annarosa Racca, leader di Federfarma, è per le maniere forti: «Così non reggiamo. È un sacrificio superiore alle nostre forze». Il 10 l’assemblea degli iscritti deciderà se attuare uno sciopero. La chiusura dell’attività per un giorno.
Il timore che la qualità dell’assistenza subisca una picconata è legato inoltre alle misure di contenimento della spesa per l’acquisto di dispositivi medici: dai bypass agli ecografi, dalle siringhe alle apparecchiature più sofisticate. Il tetto scende dal 5,2 al 5%. Si lamentano i produttori, Assobiomedica e la Fifo, l’associazione dei fornitori ospedalieri di Confcommercio, già alle prese con i grossi ritardi nei pagamenti da parte delle Asl.
M.D.B.