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 2012  luglio 05 Giovedì calendario

Sessanta cervelli italiani e un capo donna - Siccome siamo italiani, possiamo dare del tu a Dio anche se trattiamo la ricerca scienti­fica come un corso di uncinetto

Sessanta cervelli italiani e un capo donna - Siccome siamo italiani, possiamo dare del tu a Dio anche se trattiamo la ricerca scienti­fica come un corso di uncinetto. Siccome sia­moitaliani possiamo partecipare da protago-nistiallascop­ertadellaparticellacheèl’ingre-dientespecialepercuichicihacreatocihacre-atocosìcomesiamoetuttostainpiedico elo vediamo e nello stesso tempo essere meno competitivi di maltesi ed estoni. La scoperta del bosone di Higgs fa esultare chiunque abbia capito davvero che cosa signi­fica e anche chi non ha capito (basta fidarsi) e ci fa inorgoglire da italiani quasi come una se­mifinale degli Europei. È stata l’italiana Fabio­la Gianotti, infatti, a guidare Atlas, uno degli esperimenti che hanno condotto alla scoperta della cosiddetta«particella di Dio»,mentre l’al­tro esperimento, il Cms, è stato guidato dal 2010 al 2011 dal pisano Guido Tonelli, oggi se­nior staff scientist al Cern di Ginevra. Lo stesso Tonelli ama sottolineare il ruolo avuto da circa seicento giovani scienziati italiani che hanno collaborato ai due diversi esperimenti con ruo­li spesso fondamenali. Un importante ruolo hanno avuto tra gli altri quattro gruppi di ricer­ca della sezione di Bologna dell’Istituto nazio­nale di fisica nucleare (Isfn). Insomma, se l’universo da ieri sa di che pa­sta è fatto, il merito è anche nostro. Un mezzo miracolo visto lo stato della nostra ricerca. Alla sede romana dell’Isfn si tolgono i tappi alle bot­tiglie di spumante e a quelle delle polemiche. «Fabiola Gianotti,la scienziata italiana che gui­da l’esperimento Atlas, è l’emblema dell’unità d’Italia,essendo figlia di romani e siciliani»,di­ce con civetteria il presidente dell’istituto Fer­nando Ferroni, che poi mette il dito nella pia­ga: «Va bene regalare i cervelli italiani agli altri, ma non vorremmo darglieli tutti». Piccata la ri­sposta del ministro della Ricerca Francesco Profumo, in collegamento telefonico con l’Isfn:«Non mi piace il termine fuga di cervelli. Dobbiamo pensare invece con una visione più moderna in cui i laboratori che contribuisco­no a passi importanti nella scienza sono loca­lizzati in molti luoghi diversi ».Il ministro sotto­linea che l’impegno del governo è «recuperare anche per premiare il merito risorse dagli inve­stimenti italiani in ricerca in Europa » e ricorda che«lunedì ci sarà l’ultima call del settimo pro­gramma quadro dell’Unione europea per la ri­cerca: dobbiamo diventare più competitivi. In questo noi italiani abbiamo un po’ didifficoltà ma sono sicuro che potremo migliorare». I miglioramenti per ora sono solo nel libro dei sogni del ministro Profumo, anche se noti­zie come quella del bosone di Higgs danno co­raggio; le difficoltà in termini di competitività intellettuale sono invece indubbie. Lo dice la classifica annuale mondiale stilata dall’In­sead e dall’Ompi sull’innovazione, che vede sul podio Svizzera, Svezia e Singapore e l’Italia malinconicamente al 36˚ posto nel mondo, dietro a chi ci si aspetta ma anche a chi non ci si aspettacomeMalta(16˚), Estonia(19˚), Slove­nia (26˚), Repubblica Ceca (27˚), Cipro (28˚), Spagna (29˚), Ungheria (31˚) e Portogallo (35˚). Aquesto puntononresta che sperare in Dio e nella sua particella tricolore.